Basket / Serie A
Pistoia, Allen suona la carica: «Non dobbiamo mollare di un centimetro»

«A Venezia impresa di carattere. Ora dobbiamo credere in noi stessi: possiamo vincere entrambe le gare», così l’ex Forlì intervistato da LBA
Grande protagonista dell’impresa di Estra Pistoia al Taliercio contro l’Umana Reyer Venezia, Kadeem Allen è stato protagonista della rubrica LBA “5 domande a…”. L’ex Forlì, arrivato circa un mese fa in via Fermi, ha trascinato i biancorossi nell’ultimo quarto della sfida quando ha segnato la quasi totalità dei suoi 16 punti, a cui vanno uniti 5 assist e 4 rimbalzi, per un totale di 19 di valutazione.
Giunto a Pistoia per rimpolpare il roster a disposizione di coach Okorn e al contempo scaricare qualche responsabilità in attacco da Forrest, Allen si è ben integrato con i nuovi compagni riuscendo a lasciare – dopo un naturale periodo di adattamento – un ottimo impatto sulla squadra.
UNA FIAMMELLA DI SPERANZA
Il numero 33 è partito innanzitutto a commentare l’ultimo successo contro Venezia, fondamentale per riaccendere una – seppur minima – fiammella di speranza in ottica salvezza. Un traguardo fino a poche settimane fa apparso impossibile. «Una vittoria di questo tipo genera senz’altro sensazioni di felicità, perché dopo sette sconfitte consecutive e praticamente due mesi difficili, siamo riusciti a venirne fuori con un successo di carattere. Durante la settimana ci siamo preparati al meglio, eravamo tutti quanti concentrati su questa gara e ciò che avevamo provato in allenamento è stato eseguito alla perfezione durante la sfida con Venezia, quindi siamo felici di aver tirato fuori tutto il nostro potenziale».
«Il morale della squadra è alto nonostante la classifica non sia dalla nostra parte – ha aggiunto Allen -. Sai, mancano pur sempre due partite al termine del campionato e non bisogna mai mollare di un centimetro, l’obiettivo è quello di andare là fuori ed essere il più competitivi possibile. Sappiamo di potercela giocare con tutte e sappiamo di avere i mezzi per poter vincere entrambe le partite. L’importante è sempre credere in noi stessi e in quello che possiamo raggiungere. Quando scendiamo in campo, noi crediamo nella vittoria, crediamo l’uno nell’altro, crediamo nell’unione del gruppo e crediamo in ciò che ci dice il coach, semplicemente dobbiamo giocare la partita della vita da qui fino alla fine della stagione».
«Come sta andando il mio inserimento a Pistoia? Mi hanno accolto tutti quanti a braccia aperte, dai tifosi ai compagni di squadra. Dal primo momento in cui ho messo piede a Pistoia ho sentito subito il calore familiare, nonostante gli alti e bassi avuti dal club lungo il corso della stagione, non hanno mai fatto in modo che questo ricadesse sulla mia voglia di giocare per loro. Il mio rapporto con coach Okorn è ottimo, mi piace il suo modo di allenare e di coinvolgere sempre i giocatori nelle sue idee; lui è uno di quegli allenatori a cui stanno a cuore i singoli giocatori e li tratta tutti equamente, cercando di far uscire fuori il meglio da ognuno di loro. La tifoseria è una delle più calde del vostro Paese e questo mi è piaciuto fin da subito, ma soprattutto i tifosi sono sempre pronti a darci supporto anche quando la partita è compromessa o siamo sotto di venti punti, loro continuano a cantare e tifare perché vogliono trasmetterci tutta la loro passione. Nonostante io sia qui solamente da un mese, posso dire che ne è valsa la pena scegliere questa piazza».
TRA MJ E IL RUOLO DI PADRE
Il cestista di Estra ha poi parlato del Kadeem Allen fuori dal campo, tra un passato nella High School frequentata da Michael Jordan al suo amato ruolo di padre. «Personalmente cerco sempre di essere un valore aggiunto per la squadra, portando grinta e tenacia sul parquet, così come mi metto a disposizione per essere la prima soluzione offensiva e il primo a difendere forte sugli avversari. Principalmente cerco di aiutare la squadra a trecentosessanta gradi, essere utile in entrambe le fasi del gioco, metto da parte tutti gli egoismi nel voler condurre da solo la partita; nella mia carriera ho imparato quando farmi da parte, quando è il momento di decidere una partita e quando serve uno sforzo extra per far salire il ritmo di tutto il gruppo. Sento di avere un ottimo feeling con il gioco, sono una persona molto competitiva e questo mi porta a voler dare sempre il cento per cento, portando qualcosa di nuovo all’interno della squadra in cui mi trovo. Riguardo al mio passato posso dire che è figo aver giocato nello stesso liceo che ha frequentato Michael Jordan, ma questo non è mai stato il mio biglietto da visita, non mi presento dicendo “ho giocato alla Laney High School come MJ”; questo perché ho sempre pensato a fare ciò che fosse giusto per me stesso seguendo la mia strada, senza provare a imitare gli altri».
«Dico sempre che il lavoro più bello e importante per me è quello di fare il papà. Amo le mie piccoline e sarò sempre grato per la gioia che hanno portato nella mia vita. Loro mi danno la motivazione giusta per andare avanti, soprattutto lo scorso anno quando mi sono rotto il tendine d’Achille, mi dava conforto il modo in cui mi spronavano e il modo in cui mi mostravano tutto il loro amore. Per tutti noi è stato un momento difficile, ma allo stesso tempo bellissimo perché potevamo esserci, amarci e sentirci una famiglia, attraversando insieme tutto il processo. Fuori dal campo sono un padre, un figlio, un fratello, un ragazzo che ama godersi la vita e ciò che ci regala ogni giorno; mi piace poter essere tutte queste cose e poter essere un buon padre per le mie figlie. Ho un talento nascosto, se vale come talento nascosto, ovvero sono capace di fare le capriole acrobatiche all’indietro [backflips, ndr] e ogni genere di capriola. Sì, questo è il mio talento nascosto [ride, ndr].»
