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Basket / Serie A

Pistoia Basket, da qui a Natale giù l’elmetto: il campionato non aspetta

Prosegue la lotta senza quartiere del Pistoia Basket. Ogni gara è fondamentale per conquistare la salvezza, ma c’è bisogno di un grande lavoro di squadra

Otto giornate, praticamente un quarto di stagione già alle spalle e una sola certezza: il campionato a due velocità che l’anno scorso concesse diverse prove d’appello all’OriOra di Ramagli (e poi Moretti) non è un lusso che è stato concesso al grintoso debuttante Michele Carrea.

Classifica liquida, tante sorprese in positivo e negativo che vedono 9 squadre in 2 punti dagli 8 della zona playoff ai 6 in cui ad esempio c’è una delle rivelazioni della stagione ovvero l’Acqua San Bernardo Cantù di Pancotto.

Formazione che, insieme al suo condottiero indimenticato ex del PalaCarrara, arriverà domenica in via Fermi per una di quelle gare di non ritorno a cui l’OriOra deve farsi trovare pronta.

Ritrovando le bricioline seminate tra Reggio Emilia, PalaDozza fortitudino e la vittoria di Trieste e smarrite di fronte alla bocca troppo grande del lupo milanese, fatta appunto per mangiare meglio squadre ancora in cerca di identità come Pistoia per di più arrivate al Forum con toppe e cerotti.

L’Armani di Messina, con le sue mille rotazioni nonostante turnover ed infortunati, è una di quelle squadre con cui ad oggi l’OriOra non può competere. E nonostante i tentativi di un’OriOra a cui si può rimproverare tutto ma non di essere stata remissiva al Forum, la gara di lunedì ha detto che ora non c’è partita.

Per il resto, in un campionato che non aspetta, dove pur i mezzi di Pistoia sono inferiori rispetto a quasi tutti gli avversari, ogni gara è fondamentale per costruire quella missione salvezza per cui Carrea si è messo in gioco, sapendo di dover ingoiare diversi bocconi amari con la pazienza di un certosino, per poi dare tutto e ogni settimana ripartire con la furia di Hulk in palestra con i suoi ragazzi. Ogni domenica deve essere una guerra (sportiva s’intende): l’esito poi lo dirà il campo.

Pronti a tutto. Altrimenti a leggere il calendario che aspetta Pistoia da qui a Natale quando arriverà l’unica squadra che finora sembra avere più difficoltà dell’OriOra (Pesaro), si può anche rimanere a letto con la coperta tirata su, sperando che nessuno bussi alla porta.

Dal campo agli spalti, in quella tifoseria che ha perso diversi pezzi (leggasi presenze in picchiata) rianimata due domeniche fa dal finale in crescendo della squadra, deve essere chiaro che c’è da soffrire. Eppure bisogna far di tutto per sovvertire i pronostici, per smentire i detrattori, per salvare la pelle. Tirando fuori quel carattere che Della Rosa e soci hanno fatto vedere di poter avere, ancor di più se sorretti da quel pubblico dai decibel di piccolo Maracanà a cui tutt’Italia ha sempre portato rispetto.

Domenica arriva Cantù, poi trasferta sul campo della lanciatissima Brindisi, poi la triste e ricca Venezia in cerca di riscatto, 8 dicembre a salutare il Diablo e la sua agguerrita Leonessa e poi le due gare contro le squadre attualmente più vicine: 15 e 22 dicembre in casa con Cremona e Pesaro.

Allacciate le cinture, per salvarsi la strada è più ripida della salita leva-il-fiato delle montagne russe di Gardaland: per arrivare in cima e vedere la china, accarezzati dal vento adrenalinico della discesa, servirà un grande lavoro di squadra. Dal campo alla città.

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Innamorata delle parole, che sono centrali nella sua “dolcemente complicata” vita professionale. In primis per raccontare il basket e lo sport, dalle colonne de Il Tirreno (con cui collabora dal 2003) alle pagine web di Pistoia Sport (che ha contribuito a fondare). E poi come insegnante di italiano agli stranieri.

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