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Amarcord

Pistoia e le Final Eight: l’ultima volta è andata così

Vincenzo Esposito

Nella stagione 2015/16, il Pistoia Basket, guidato da coach Esposito, riuscì a strappare il pass per le Final Eight, ma ai quarti arrivò il ko con Trento

Sono le 12 di un qualsiasi venerdì di lavoro ma a Pistoia c’è uno strano silenzio. La tensione si percepisce e la voglia di provare a fare un qualcosa di grande è nell’aria. Circa 400 tifosi partono alla volta di Milano per sostenere i loro beniamini nel primo step delle Final Eight di Coppa Italia.

L’assaggio di Final Eight nel 2016

Il battesimo della competizione sarà Pistoia-Trento. Ore 12 del 19 febbraio 2016 la palla a due. Coach Vincenzo Esposito e tutti coloro che seguono la palla a spicchi in città sanno che l’ostacolo è molto complicato. Sognare però non costa nulla. Anche perché la Giorgio Tesi Group si presenta all’appuntamento da quarta forza della classe e il roster biancorosso è di livello. Le difficoltà sono date soprattutto da problemi interni. I toscani si presentano alle Final eight sostanzialmente con la cabina di regia vuota: Moore e Filloy vanno in panchina solo per onor di firma.

Due assenze che pesano come macigni ma Antonutti e compagni hanno l’obbligo di provarci. Davanti alla banda del Diablo c’è la Trento di coach Maurizio Buscaglia, che si è presa un pass per le Final Eight con il quinto posto a fine girone d’andata. La partita in Serie A si è giocata poco prima (31/01/2016) con i bianconeri che si sono imposti per 64-69. Da lì in poi due impegni e altrettante sconfitte per entrambi i roster.

La cronaca del match

Nonostante il deserto del Forum, il colpo d’occhio è tutto a tinte biancorosse: circa 400 i tifosi pistoiesi a spingere Kirk e compagni. Il ritmo è basso e la GTG, seppur sprovvista di un play, riesce a girare bene e tenere i ritmi di Trento a inizio partita. L’accoppiata Kirk-Antonutti permette anche di trovare il +10 nel secondo periodo (34-24) con Buscaglia costretto al time-out. Alla pausa lunga il tabellone dice 39-37 in favore di Pistoia. Il terzo periodo è di fatto il sipario sulla partita. L’Aquila alza le marce mettendo in seria difficoltà i toscani e trovando un parziale di 26-10. Il 25-18 degli ultimi 10′ serve solo in parte ad attutire la sconfitta, ma il pass per la semifinale se lo prende la formazione di coach Buscaglia. A quella di Esposito resta l’amaro in bocca e la consapevolezza che, ad armi pari, probabilmente sarebbe finita in altro modo.

Il confronto con la Pistoia odierna

La squadra del 2015/16 navigava già da tre stagioni in Serie A1 ed era reduce dal playoff scudetto nel 2014 e dal nono posto del 2015. Un passato diverso rispetto a quello odierno. La tremenda matricola guidata da capitan Della Rosa sta facendo innamorare di nuovo i tifosi come dimostrano i numeri ma ha un CV decisamente più breve nel massimo campionato italiano. Inoltre la squadra di coach Esposito aveva concluso il girone d’andata al quarto posto, quella di Brienza ha strappato il pass per Torino all’ultima curva con l’ottavo posto.

Differenze di stile e di gioco

Il minimo comun denominatore è il cognome del playmaker: Moore. Prima Ronald, ora Charlie. Due modi di giocare però leggermente diversi. Ronny, specie nella stagione 2015/16, amava molto costruire gioco e sfornare assist. Sulla sua asse giocava Alex Kirk che amava molto uscire dalla tonnara sotto le plance per chiudere l’azione anche da oltre l’arco.

Per il play con la maglia numero 25 quella è stata l’unica stagione chiusa non in doppia cifra di media sotto la voce punti (7.2 ppg). Ma è stata senza dubbio la più prolifica a livello di assist. Il nativo di Philadelphia confezionava oltre 6 cioccolatini ad allacciata di scarpe. Per King Kirk invece a fine stagione la % da tre diceva 35.4, non male.

L’asse play-pivot odierna è senza dubbio diversa. Charlie Moore infatti vede il canestro come pochi altri in Serie A (2° in campionato con 17.3 ppg) ma anche con gli assist non se la cava affatto male: 5.4. Derek Ogbeide invece è un centro completamente incentrato sul gioco interno. Anche per lui una medaglia d’argento nelle statistiche dei singoli grazie alle 8.1 carambole di media a partita che lo collocano vicino al leader di Serie A, Miro Bilan con 8.3. Completamente fuori dal suo gioco invece il tiro da 3 punti: 0 le conclusioni provate da oltre l’arco per l’ex Rimini.

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