Basket / Serie A2
Pistoia, l’ex Olimpia Forti: «Estra outsider per i play-off. E che derby con la Libertas»

Oggi agente sportivo, Andrea Forti ha vissuto anche una stagione a Montecatini: «Herons e La T Gema tra le favorite per l’A2, ma insieme…»
Bandiera libertassina, ma anche protagonista con l’Olimpia Pistoia che visse i suoi primi anni in A1 e con la Montecatini orfana di Mario Boni: se si cercano i volti cardine dei bei tempi del basket toscano, Andrea Forti deve essere per forza incluso. Un grande giocatore ma anche un’icona storica, grazie a quell’immagine del suo tiro allo scadere nella finale scudetto del 1989 davanti agli impotenti Meneghin e McAdoo. Quel tiro che consegnò per una manciata di minuti lo storico scudetto alla Libertas Livorno, facendo partire una festa che venne poi fermata dalla decisione finale degli arbitri. Tiro dopo la sirena e l’Olimpia Milano campione d’Italia.
Tanto si è scritto di quel controverso finale di stagione, con prese di posizione nette su entrambi i fronti. Meno divisivo, invece, l’avvenimento verificatosi due anni dopo: la fusione tra le acerrime rivali Libertas e Pielle, con Livorno unita in una sola squadra. Del gruppo storico (Fantozzi, Carera e Tonut gli altri) Forti è tra gli ultimi a lasciare la barca (dopo una sola stagione) decidendo, nel 1992/93, di spostarsi alla neopromossa Olimpia Pistoia, dove ritroverà anche il suo ex compagno Joe Binion.
DERBY DI IERI E DI OGGI
«Ricordo bene quella Kleenex – ci racconta Forti – così come ricordo bene la Baker Livorno di allora. Solo io e Flavio (Carera, ndr) eravamo riusciti a rimanere lì per un anno. E quello che avevo vissuto da giocatore di Livorno fu confermato anche quando passai a Pistoia e ritornai da avversario: non era la Libertas, né la Pielle. Era una cosa ibrida che non piaceva a nessuno. Non si sentiva più l’atmosfera che avevamo vissuto per anni, quella della rivalità cittadina. A Pistoia invece c’era grande entusiasmo e il fatto che si fosse nell’epoca dei grandi derby contro Montecatini non è un caso. Spesso ci si dimentica anche che, nei tre anni in cui fui alla Kleenex, arrivammo sempre ai play-off».
Era senza dubbio una delle Pistoia più forti che si possa ricordare, con la coppia d’americani formata da Binion e Gay, il capitano Claudio Crippa, il naturalizzato Mark Campanaro, Beppe Valerio, tra gli altri. E Forti si ritrovò anche sotto lo stesso tetto insieme ai due piellini Massimo Minto e Matteo Lanza: «con quest’ultimo è sempre stato meglio giocarci insieme che contro», scherza l’ex guardia della Kleenex. Fu proprio l’anno in cui il destino riservò addirittura un primo turno play-off proprio contro quella Livorno, dove allora Michael “Sugar” Ray Richardson sparava gli ultimi fuochi d’artificio di una lunga carriera. L’Olimpia si impose sia in casa che in trasferta, concludendo poi la propria post-season contro i futuri campioni d’Italia della Virtus Bologna, allora già trascinati da Sasha Danilovic. Oggi, dopo più di trent’anni, Pistoia e Livorno (di nuovo Libertas) si ritroveranno in A2.
«Senza dubbio sarà un derby più vero e autentico, con due tifoserie calde e contraddistinte da grande senso di appartenenza – questo il commento di Forti – Innanzitutto è importante, per il movimento, che ci siano due squadre toscane in A2. Negli anni in cui giocavo si parlava tanto di questo Granducato del basket e penso che adesso ci siano le condizioni per una sua rinascita. Alla Libertas, ormai da cinque anni, si vive con il grande entusiasmo di chi è ritornato dopo tanto tempo di oblio. Dopo la scorsa stagione e la salvezza arrivata ai play-out, la società ha voluto investire ancora di più costruendo una squadra molto competitiva: sicuramente le aspettative sono alte. E il fatto di tornare a giocare al PalaModigliani è un’ulteriore prova di ciò».
«PISTOIA? OUTSIDER PER I PLAY-OFF»
E Pistoia? Avvalendoci della sua conoscenza della piazza e della sua competenza in tema di squadre e giocatori, abbiamo chiesto ad Andrea Forti (che nell’agenzia Players Group è responsabile dei giocatori italiani) un’impressione a 360 gradi su questa stagione della ripartenza dopo lo scorso annus horribilis.
«Un calvario, senza dubbio – queste le sue parole – Ho avuto modo di parlare con Tommaso Della Rosa (affiliato della sua agenzia, ndr) e Marco Sambugaro: una storia che ha dell’incredibile. Pensavo proprio che non ci fossero le condizioni per ripartire. Abbiamo assistito a qualcosa di inverosimile: a Pistoia, dove si è creato un movimento centellinando sempre ogni risorsa, si è vissuto un anno in cui giocatori e allenatori arrivavano e poi andavano via. Tutto senza senso: non era più Pistoia. Va fatto un plauso alla nuova società e a chi è rimasto in sella per essere riusciti a non far sparire la pallacanestro dopo anni di grandi risultati».
Il passato dunque è passato, con l’Estra Pistoia che ha appena ripreso il proprio cammino verso la nuova stagione dopo aver ricostruito il proprio roster con conferme, ritorni e nuovi volti. E proprio su questo il giudizio di Andrea Forti, seppur con “un’incognita x” di non poco conto, farà piacere ai tifosi di fede biancorossa.
«Ci sono tutte le premesse per ripartire con grande entusiasmo, anche perché è stato costruito un ottimo roster. Ci sono buoni giocatori italiani che hanno la possibilità di rilanciarsi, come Campogrande e Zanotti. E inoltre si è costruito sul senso di appartenenza. La permanenza di Saccaggi è stata fondamentale: decidendo di legarsi ancora a Pistoia ha fatto una scelta non da tutti. L’ultimo straniero? Ho imparato prima da giocatore e poi da agente che attendere non è una cosa negativa. Bisogna conoscere bene il mercato. Spesso e volentieri i club si fanno prendere un po’ dall’ansia ed è lì che si può scatenare un meccanismo pericoloso. Penso a Zanotti: fino ad un mese fa non lo avrei mai visto a Pistoia, invece il tempo ha favorito l’affare ed è stato davvero un’ottima presa. Al netto del fatto che dobbiamo vedere chi sarà l’altro straniero, se la Libertas punterà ai play-in e play-off, penso che Pistoia possa essere una potenziale outsider per la post-season».
FORTI: «CHE BUDGET IN A2»
Ed è chiaro anche che mai come quest’anno, nel campionato di A2, si è assistito a spese importanti da parte di diversi club per costruire squadre in grado di raggiungere la massima posta in palio. Un mercato che lo stesso direttore tecnico del Pistoia Basket Alberto Martelossi non aveva esitato a definire anomalo e con prezzi eccezionali. Uno stato dell’arte che ci viene pienamente confermato anche dall’ex Olimpia Forti.
«Faccio fatica a ricordare dei budget così clamorosi in A2 – ammette – Mi fa sorridere il fatto che spesso si dica che il male del basket sono i procuratori, quando quest’anno si è visto come i prezzi li abbiano fatti le società nell’allestire i loro roster. Parlo soprattutto del mercato degli italiani, dove i club hanno messo in atto un meccanismo al rialzo molto importante. Se qualche anno fa un top player poteva costare 80-90mila euro, quest’anno si è arrivati a toccare quasi il doppio. Alcune società di A1 si sono addirittura lamentate per questo. Detto ciò, quello che ci attende è un bel campionato di A2: ci sarà da divertirsi. La mia speranza, poi, è che in molti club ci sia la voglia di dare spazio a qualche giovane, anche sulla scia dei successi delle nazionali under. Tornando a Pistoia, ad esempio, io seguo Stoch e reputo che possa diventare un buon giocatore. La competitività dell’attuale A2 può frenare l’inserimento e la crescita di molti, ma se è un ragazzo si dimostra bravo, anche se giovane, deve giocare e gli allenatori devono avere il coraggio di rischiare».
MONTECATINI IN (A)2
Si parlava, appunto, di derby. Quelli di ieri, quelli di oggi e quelli che potrebbero esserci in un domani più prossimo. Senza dubbio quello tra Pistoia e la Libertas Livorno è un primo tassello di ciò che ancora oggi manca e fa venire nostalgia ai tifosi più storici.
«I derby aiutano e danno benzina al movimento cestistico italiano – questo il pensiero di Forti – Alcuni ormai pensano che i tempi siano cambiati e che tutto ciò sia solo provincialismo, ma le rivalità sportive, soprattutto in Toscana, sono ancora molto sentite e non possono che essere qualcosa di positivo. C’è chi, come a Livorno, ha pensato di unire le forze e si è visto come è andata a finire. Un discorso diverso, tuttavia, può essere fatto sulla presenza di due squadre a Montecatini».
Proprio quella Montecatini dove Andrea Forti ha proseguito subito dopo la sua avventura a Pistoia, in una stagione molto complicata per i colori rossoblù. Il club termale era appena retrocesso in A2 anche a seguito della squalifica per doping inflitta a Mario Boni, ma nell’ex guardia veneta è rimasto vivo il ricordo di quella piazza reduce da grandi annate e allora unito sotto un unico vessillo.
«Difficile immaginare una città di circa 20.000 abitanti con due squadre di quel livello in Serie B. Senza dubbio Herons e La T Gema giocheranno per andare in A2 e, nel caso una ci riesca, si dovrà vedere cosa farà l’altra. Penso che sia una situazione molto particolare e anomala in Italia, quella di Montecatini oggi. Se un giorno decidessero di ricostruire una sola squadra, allora dovrebbero renderla da subito molto competitiva: solo così la città risponderà positivamente e si farà coinvolgere».
Intanto però nella città delle Terme le ambizioni non sono scemate né da un lato né dall’altro, con i due club che hanno nuovamente allestito roster per tentare nuovamente la scalata. Il tutto dopo stagioni dove gli Herons sono già andati vicinissimi alla promozione e La T Gema ha sempre più alzato l’asticella.
«Sono due squadre veramente forti – questo il giudizio di Forti – Gli Herons hanno preso giocatori importanti come Aukstikalnis, Giombini e Rossi. Sono anni che mettono su roster davvero competitivi. La T Gema non è stata da meno e penso che la scelta di Andreazza come coach sia un ulteriore segnale della volontà di compiere questo salto di categoria. Penso che insieme alla Virtus Roma, le due termali siano tra le squadre più importanti della Serie B. Cosa non è andato bene l’anno scorso? Entrambe sono state molto condizionate dagli infortuni. E quando sento parlare delle due finali perse dagli Herons dico sempre questo: le finali le puoi perdere, ma intanto devi arrivarci. E la società è stata brava anche quest’estate a credere ancora nel progetto investendo molto».
