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Pistoiese, Pino Lorenzo svela il suo segreto: «In Curva Nord prima di ogni gara»

Pino Lorenzo

Pino Lorenzo ricorda il suo passato in arancione. Dall’eurogol con la Spal all’aneddoto della Curva Nord: «Mi mettevo in alto dove i tifosi vedevano la partita, che emozione!»

Ogni squadra ha le sue bandiere, i propri campioni, uomini che vivranno per sempre nel cuore dei tifosi. Uno di questi è Pino Lorenzo, centravanti possente ma al tempo stesso elegante che non facendosi pregare, gonfiava la rete rispondendo con i fatti al coro della Nord che chiedeva a gran voce un suo gol.

Uno in particolare rimarrà impresso nella mente di ogni tifoso arancione ed è quello messo a segno nell’ultima partita di campionato contro la Spal nella stagione 1994/95 che valse l’aggancio ai play off per la B: uno dei più belli mai visti al Comunale, adesso stadio Marcello Melani: «Come posso dimenticarlo, è un immagine viva nella mia mente. C’è stato questo lancio lungo di Barbini, la palla è arrivata vicino all’area. Al primo rimbalzo ho calciato e ho fatto gol sotto la traversa dalla parte opposta. Una rete che ci ha permesso di andare avanti, contro una squadra che a mio avviso era molto forte ma ce la siamo cavata bene e quella partita è stata la ciliegina sulla torta».

Pino Lorenzo ha giocato per tre stagioni con la maglia della Pistoiese, totalizzando 23 reti in 94 presenze e diventando idolo indiscusso della tifoseria arancione, non solo per i suoi gol ma soprattutto per la sua capacità di buttare in ogni partita il cuore oltre l’ostacolo.

Che ricordi hai del tuo trascorso a Pistoia?

«I ricordi di Pistoia sono sempre vivi. Roberto Maltinti è sicuramente la prima persona che ricordo. E’ stato un grande, in quegli anni ci ha aiutato tantissimo e tutti insieme abbiamo fatto tante cose belle. A Pistoia poi ho molti amici, Bellini, Nardi, Gutili e tanti altri. Naturalmente porto nel mio cuore la gente e i tifosi che non scorderò mai».

La Curva Nord oggi è chiusa. Quanto è fondamentale avere i propri tifosi dietro la porta e quanto lo è stato ai tuoi tempi?

«Ti rivelo una cosa che non sa nessuno: ogni domenica quando giocavamo in casa andavo in Curva Nord, stavo lì a guardare il campo dall’alto proprio dove i tifosi vedevano la partita. Era un emozione incredibile salire quando non c’era nessuno, prova ad immaginare quando c’erano tutti! Non ti dico poi quando andavo ad esultare sotto di loro, ti spingevano, ti aiutavano, erano una vera forza. Credo che quella sia stata una delle più belle annate della Pistoiese. E’ un ricordo sempre vivo in me e mi dispiace tantissimo che oggi non possono aprire la Curva, perchè i tifosi meritano di sostenere la squadra dal loro settore».

Da un po’ di anni il Melani non è più gremito come lo era una volta. Hai un messaggio per i tifosi?

«Hanno il ricordo vivo dei momenti belli, delle squadre che hanno dato a loro soddisfazioni, quindi bisogna ricreare quella linea guida, dare un qualcosa per poterli portare allo stadio e sicuramente loro non mancheranno. Ho vissuto quei momenti e ho il ricordo della gente che aspettava la domenica per andare alla partita e sentivi la città vibrare. E’ logico che bisogna ricreare quell’entusiasmo che c’era una volta e sono sicuro che i tifosi arancioni non tradiranno mai la Pistoiese. Nei tre anni che sono stato lì ci sono stati vicini, sempre con affetto e al di là dei risultati ci hanno sempre sostenuto. Mi ricordo perfino al campo di allenamento (Turchi, ndr) vedere tutta quella gente che veniva anche sotto la pioggia era una cosa bellissima, vivevano ogni momento insieme a noi. Adesso secondo me c’è il bisogno di legarsi l’uno all’altro e cercare di capire che bisogna venirne fuori con entusiasmo e con la voglia di fare qualcosa di nuovo. Quando ti limiti sempre a fare i campionati di C, è logico poi che il tifoso vuole di più. Io dico sempre che fuori dal campo c’è il leone e il leone sono i tifosi che hanno sempre voglia di qualcosa in più, perchè hanno fame».

Quali sono le differenze della serie C di oggi e di ieri?

«Oggi ci sono dei giovani bravi ma altri meno, quindi dovendo fare del minutaggio la qualità viene a mancare. Anche all’ epoca avevi il minutaggio ma le società andavano a prendere ragazzi bravi, forti che poi alla fine sono venuti fuori con una carriera ad alti livelli. Della Pistoiese posso fare i nomi di Doni, Zanini, Manfredini e tanti altri che insieme al sostegno di noi poveri “vecchietti”, avevamo creato un gruppo solido e unito».

Cosa fa oggi Pino Lorenzo?

«Alleno le giovanili del Cesena Calcio. Ho le categorie 2005 e 2007, quasi 50 bambini che devo portare su e cercare di fare crescere. E’ logico che la voglia di allenare anche in un campionato di Serie C è tanta, magari chissà anche in una città che conosci. Era e rimarrà il mio sogno..».

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Da sempre pretoriano della tribuna del “Melani”, ama il calcio e crede ancora che una palla a scacchi bianchi e neri possa dettare i versi della poesia d’amore più bella del mondo. Anima blucerchiata e al tempo stesso profondo conoscitore di tutto ciò che ruota intorno all’Olandesina, è a Pistoia Sport dal 2019 dove si diverte un mondo insieme a tanti giovani penne del giornalismo pistoiese.

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