Calcio / Serie D
Pistoiese, Taibi guarda avanti: «Andreucci è pronto, alzeremo l’asticella»

Inizia una nuova era per la Pistoiese: più risorse e la voglia di tornare tra i professionisti. Taibi: «Io il primo responsabile. Non sono attaccato a poltrone e contratti»
Una conferenza stampa densa di contenuti, quella andata in scena nella mattinata di oggi nella sala stampa di via delle Olimpiadi. Il direttore sportivo della Pistoiese ha tracciato un quadro completo del presente e del futuro della società, partendo dall’annuncio che segnerà il prossimo passo del club: «La settimana prossima presenteremo il nuovo allenatore Antonio Andreucci». Con questa dichiarazione, Massimo Taibi ha aperto ufficialmente la nuova era della Pistoiese. Un profilo scelto per competenza, preparazione e conoscenza approfondita della rosa: «Mi ha fatto molto piacere vedere che era già a conoscenza dei punti di forza di questa Pistoiese. Ha visto tutte le nostre partite, ha lavorato in questi mesi all’ombra, ma con serietà e grande professionalità». Con il nuovo tecnico, cambierà anche l’approccio: «Un allenatore deve essere vincente, sapere dove va, essere trasparente. Non deve essere amico dei giocatori, ma una guida. Serve che sia polivalente, lavoratore, conoscitore della categoria e rispettoso delle regole».
Il DS ha poi aperto una finestra importante sul futuro: «Aumenteremo il budget e vedremo dove riusciremo ad arrivare, cercando di alzare ulteriormente il livello sia in campo che nei quadri dirigenziali, tant’è che sono in contatto con due persone di Pistoia che potrebbero aiutarmi in sede di mercato e non solo. Io non sono ancorato a poltrone o contratti, ci ho sempre messo la faccia. Sono il primo responsabile di questo progetto». Parole cariche di responsabilità, ma anche di gratitudine: «Ringrazio Fabio Fondatori per il contributo dato in un grande caos, e Iorio che sta dando tutto sé stesso per riportare dove merita questa piazza che ambisce al professionismo. Finché Pistoia non sarà in Serie C non sarò contento».
Per quanto riguarda la rosa, la programmazione è già avviata: «Prima di parlare di conferme volevo aspettare il tecnico così da potermi consultare con lui. Simeri, Maldonado, Kharmoud, Bertolo, Accardi hanno un contratto anche per l prossima stagione, sono giocatori che ad Andreucci piacciono e da loro partiremo per impostare i dialoghi in vista del 25/26. Ripartiremo con 7-8 elementi importanti più i giovani già bloccati, che sono quattro/cinque e che ci permetteranno di fare un upgrade rispetto all’anno scorso, quando sui giovani ci eravamo mossi tardi, trovando comunque ragazzi di qualità che hanno fatto un ottimo campionato».
La seconda parte della conferenza ha riguardato il rapporto con l’ex tecnico Villa, non salutato “ufficialmente” dal diesse in conferenza ma solo dal club tramite comunicato stampa, e di conseguenza le riflessioni su quanto accaduto nell’ultima fase della stagione: «Un allenatore non può avere nella riconferma la forza della squadra. Ho avuto allenatori che con un triennale hanno perso lo spogliatoio e altri, come Miramari al Forlì questa stagione, che con un anno solo hanno stravinto il campionato. Non credo che il contratto abbia influito sulle sconfitte, bensì il calo di rendimento degli ultimi due mesi è da trovare in altri fattori».
Dal punto di vista tecnico, Taibi ha voluto inoltre ribadire la sua politica di non interferenza: «Non ho mai interferito con allenatori come Baroni o Aglietti, e non l’ho fatto nemmeno quest’anno in Serie D. Sono andati via giocatori come Caponi, sostituito da Maldonado, e Cardella, sostituito da Simeri. Ma è indubbio che siamo mancati in fase offensiva, e i numeri lo confermano. Non avrei mandato via Larhrib e Balleello, ma era volontà dell’allenatore e mi sono adattato di conseguenza. Le situazioni particolari sono state quelle di Corvino, che è andato via per gravi problemi familiari e di Lauria, un giocatore voluto da Giacomarro che, dopo il suo addio, è stato anch’esso liberato».
Spazio anche ad un bilancio sincero e senza fronzoli dell’annata appena terminata: «Volevo anche fare un punto su questa annata, lunga, faticosa e difficoltosa, ma anche con buone cose. Ci tenevo a fare un sunto di quel che è stato. Fino al 15 giugno non avevamo nulla: sede, campi, settore giovanile. Quando abbiamo iniziato a muoverci ho trovato scetticismo, sia tra i giocatori che tra gli addetti ai lavori. Non è stato facile far capire a tutti che l’aria a Pistoia era cambiata».
Nonostante le difficoltà, qualcosa è stato costruito: «Ho fatto quel che era possibile: ho contattato il nuovo allenatore, preso oltre 25 over, senza quote e organizzato il ritiro in una location improvvisata. Nei primi due mesi ci sono state partenze legate a frizioni con Giacomarro e così ho deciso di cambiare allenatore. Con Villa abbiamo inserito 3-4 giocatori di spessore e, con il miglioramento dei risultati, abbiamo capito che potevamo arrivare ai playoff. Eravamo a -5 dal Ravenna». Ma dopo la sconfitta del 26 gennaio al Benelli, qualcosa si è rotto: «Dopo quel ko, la squadra ha avuto un calo. Nelle ultime sei partite ho visto una squadra stanca, che seguiva poco il tecnico. Così è arrivata la decisione di cambiare ancora».
