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Prima Categoria: promossi e bocciati della stagione 2024/25

Delusioni e obiettivi falliti non mancano, ma sono arrivate anche soddisfazioni. Che voti dare alle cinque pistoiesi di Prima Categoria?
Questa stagione calcistica, almeno per quanto riguarda le squadre della Prima Categoria nostrana, è stata molto corta. Solamente l’Atletico ha infatti centrato la post-season, e sicuramente ne avrebbe fatto volentieri a meno. Tutte le altre quattro, ad eccezione del CQS, avrebbero invece voluto giocarsi qualche partita in più, ma così non è stato. Vediamo dunque il verdetto finale sulla stagione 2024-25.
CQS PISTOIA (GIRONE A): 7-
13° E SALVO GRAZIE ALLA FORBICE
“Dulcis in fundo”? Non stavolta. Il CQS è infatti la prima squadra ad essere citata in questo elenco, ma è anche quella che si porta a casa il voto più alto. I giallorossi erano tuttavia partiti in modo un po’ claudicante, trovandosi in un limbo alquanto scomodo: sei pareggi nelle prime sei giornate. Quali obiettivi deve porsi una società dopo un inizio del genere? Difficile dirlo, soprattutto se alla settima giornata vinci 3 a 2 in trasferta e agganci la zona playoff. Da lì in poi, però, il buio: ben cinque sconfitte consecutive e zona retrocessione paurosamente vicina. Dopo tre di queste cinque cadute ecco però che arriva una delle svolte della stagione: via Mangoni e dentro Montuori. Il nuovo mister ha avuto parecchie difficoltà all’inizio, ma dopo un rotondo 3 a 0 nel derby col Tempio Chiazzano inizia ad intravedere la luce in fondo al tunnel. Ne consegue una ritrovata fiducia nei propri mezzi e una lenta ma efficace risalita, culminata con un 13° posto a +10 dal Serricciolo 14°. La salvezza matematica è arrivata solamente grazie alla regola della forbice – e per giunta all’ultima giornata – ma l’importante è averla centrata.
Il voto, più che positivo, sta molto nel buon esito della stagione e nella strepitosa fase difensiva. Il CQS ha infatti chiuso con la seconda miglior difesa e addirittura col quarto miglior record esterno di tutto il girone A, collezionando appena nove sconfitte in tutto il campionato. L’altro lato della medaglia, però, parla di un attacco poco concreto e quasi mai incisivo. 32 gol in 30 partite sono pochissimi, soprattutto se si va a vedere alcuni dei nomi presenti nella rosa dei pistoiesi. I tanti, troppi, pareggi nascono soprattutto da qui. Con una miglior finalizzazione sotto porta questa squadra avrebbe sicuramente disputato un altro tipo di stagione, ma è inutile piangere sul latte versato. Nonostante l’addio di Montuori, questa squadra resta una compagine valida, esperta e migliorabile. L’estate, tra conferme, addii e rumors, si preannuncia molto calda.
UNIONE TEMPIO CHIAZZANO: 5
15° E RETROCESSA IN SECONDA CATEGORIA
Bocciatura a dir poco scontata per il Tempio, anche e soprattutto perché è l’unica ad essere scesa di categoria tra le cinque squadre pistoiesi. Gli aspetti negativi sono tanti, ma partiamo da quelli positivi. Innanzitutto, e non potrebbe essere altrimenti, mister Nencini. L’allenatore ex Virtus Montale non ha mai abbandonato la squadra, tenendo il timone anche quando la situazione appariva veramente disperata. La sua esperienza ha inoltre aiutato molto questo gruppo di ragazzi – tutti molto giovani – permettendo loro di crescere e di capire cosa serve per giocare in categorie del genere. Il più grande traguardo di Nencini è però stato quello di arrivare a giocarsi la salvezza fino all’ultima giornata con una squadra che, di fatto, era praticamente retrocessa già a dicembre. La possibilità di fare il playout è sfumata di poco e, nonostante servisse un’impresa per vincerlo, sarebbe stato giusto quantomeno poterselo giocare. Nelle ultime otto giornate erano infatti arrivate ben quattro vittorie – tutte senza subire gol – e un pareggio. Questo disperato tentativo di rimonta, a conti fatti, non è servito a niente, ma perlomeno ha scongiurato la possibilità di finire ultimi e ha reso onore all’integrità del campionato. L’unico altro aspetto positivo è, come citato poc’anzi, la crescita importante dei ragazzi presenti in rosa. Ad agosto quasi nessuno era pronto per giocare una Prima Categoria, mentre adesso una buona parte di loro può stare in campo senza patemi. Senza queste due variabili il voto sarebbe stato più negativo.
Veniamo ora alle note dolenti. Soffermarsi troppo sui numeri sarebbe come sparare sulla croce rossa, ma alcuni vanno indubbiamente citati: peggior attacco e peggior differenza reti del campionato, peggior rendimento esterno e solamente cinque vittorie su un totale di trenta partite. Questa carneficina nasce, indubbiamente, da un allestimento della rosa frettoloso e non consono alla categoria. Il budget era sì limitato, ma andava sicuramente gestito meglio. La squadra è stata infatti assemblata molto tardi e contava un numero spropositato di giocatori appena usciti dagli Juniores provinciali. Ne è conseguito un approccio alle partite difficile dal punto di vista fisico e mentale, reso ancor più complicato dalla mancanza di un vero centravanti di spessore e di un regista in mezzo al campo. Quest’ultimo è arrivato a metà stagione, ma ormai era troppo tardi. Il mercato di riparazione ha infatti apportato modifiche esigue alla squadra, lasciandola di fatto in balia di sé stessa e dei propri limiti. La troppa inesperienza si è trasformata in spensieratezza solamente quando la retrocessione era praticamente scritta, evidenziando ancora una volta quanto questi ragazzi avessero bisogno di alcune figure senior ad affiancarli. La retrocessione è stata giusta, ma va anche affrontata nel modo giusto. Gli insegnamenti da cogliere sono tanti: al Tempio Chiazzano il dovere di farlo.
ATLETICO CASINI SPEDALINO (GIRONE D): 6.5
14° E SALVEZZA OTTENUTA AI PLAYOUT
Forse la squadra più incostante di questo campionato, nonché l’unica ad aver continuato a giocare oltre le trenta partite minime. L’Atletico arrivava in Prima Categoria come la più classica delle neopromosse, eppure sembravano esserci gli estremi per fare una stagione più che soddisfacente. L’obiettivo, come più volte dichiarato, era la salvezza, ma alcune prestazioni individuali e di squadra sembravano lasciar spazio alla possibilità di sognare in grande. L’inizio era stato decisamente problematico, poiché nelle prime sette gare era arrivata una sola vittoria e ben quattro sconfitte, peraltro tutte senza segnare nemmeno una rete. Dopo la delusione nel derby col Quarrata è però scattata la scintilla: la prestazione offerta era stata buona e l’Atletico ha iniziato a credere nei propri mezzi. Marchiseppe disse: «La nostra stagione inizia qui!», e di fatto aveva ragione. Quattro vittorie nelle successive cinque e gruppone di metà classifica agganciato.
Peccato però che le montagne russe erano appena iniziate: l’allenatore del titolo in Seconda Categoria si dimette dopo il clamoroso 1-4 col Maliseti Seano e, con la squadra ancora sotto shock e in zona playout arriva Emiliano Pacini. Il mister ex Giovani Via Nova inizia molto bene e i giocatori sembrano seguire le sue idee. Il Casini inizia a giocare in modo più spigliato e le vittorie non tardano ad arrivare, alcune anche con risultati alquanto sorprendenti. Nel finale di campionato, però, ecco che gli ingranaggi si inceppano di nuovo: arrivano cinque sconfitte nelle ultime sei gare e i playout diventano realtà. Fortuna vuole che questa sia sempre stata una squadra da trasferta: fattore campo ribaltato e Sagginale che retrocede nonostante il gol del momentaneo vantaggio.
La fotografia di quest’anno è proprio questa: quarto miglior rendimento esterno del campionato, dietro solo a Calenzano, Jolo e Settimello, e addirittura peggior rendimento interno. A questi livelli non ci sono né trasferte interminabili né tantomeno folle oceaniche ad assistere alle partite casalinghe, quindi il dato è abbastanza inspiegabile. È però significativo se si pensa alla grande incostanza di risultati avuta dell’Atletico, perennemente in bilico tra metà classifica e zona playout. Altra buona notizia arriva dall’annata strepitosa di capitan Compagnone: 18 gol in campionato e uno, decisivo, nella finale playout. Il bomber ex Quarrata veniva da un anno molto difficile a livello realizzativo, ma all’Acs sembra essere tornato sui propri consueti standard. L’obiettivo della società deve essere ovviamente quello di riconfermalo per il prossimo anno, ma anche di fare in modo che il peso dell’attacco non ricada tutto sulle sue spalle. Sì perché il numero 10 arancio-blu ha segnato più del 50% delle reti totali dello Spedalino. Affidarsi alla propria punta di diamante è un conto, esserne dipendenti è ben altra cosa e, alle volte, la sensazione è stata proprio questa. Altro aspetto da non sottovalutare è la tenuta difensiva: la peggiore di tutto il campionato insieme a Virtus Rifredi e Prato Nord. Stiamo parlando di un girone – il D – livellato verso l’alto e con tante squadre forti, ma cinquanta reti subite sono uno sproposito. La sufficienza piena è però più che meritata: la salvezza è arrivata, le basi per ripartire bene ci sono e il gruppo squadra è di qualità. Adesso c’è solo da capire quali saranno le ambizioni in vista del prossimo anno.
QUARRATA (GIRONE D): 5.5
5° POSTO, MA I PLAYOFF SFUMANO A CAUSA DELLA FORBICE
Anche quest’anno, alla fine dei giochi, il Quarrata è rimasto a bocca asciutta. L’accesso ai playoff è stato mancato un’altra volta ed è successo nel modo forse più amaro possibile: all’ultima giornata e per via della forbice con la Folgor Calenzano. Sì perché i mobilieri il quinto posto l’avrebbero anche centrato, ma i dodici punti di distacco dal secondo posto hanno fatto scattare una regola tanto giusta quanto crudele. E pensare che la stagione era partita coi fuochi d’artificio: girone d’andata entusiasmante e girone di ritorno iniziato col botto. Le due vittorie esterne – contro uno Jolo fin lì imbattuto in casa e col CF – avevano portato il Quarrata a -7 dal Settimello poco prima dello scontro diretto, peraltro da giocare in casa. Quella partita è stata forse una delle migliori di tutto l’anno, ma i neroverdi si sono dimostrati più maturi e pronti a vincere. Il pareggio finale ha tagliato le gambe ai quarratini, da lì in poi calati vistosamente. Mentre nelle successive tre gare arrivavano altrettanti pareggi, il Settimello volava, allungando il proprio vantaggio di giornata in giornata fino a rendere la vittoria del campionato solamente una pura formalità.
Sfumato il sogno Promozione, al Quarrata non restava che cementare il secondo posto, all’epoca saldamente sotto controllo. Eppure, per qualche strano motivo, la squadra di mister Diodato si è sciolta come neve al sole ed è finita addirittura quinta. La strepitosa rimonta dell’Albacarraia, la ripresa dello Jolo e la concretezza della Folgor Calenzano hanno fatto il resto. Questo crollo verticale trova riscontro nei numeri – una sola vittoria nelle ultime sette gare – ma per avere una spiegazione occorre riflettere. Com’è possibile che una squadra come il Quarrata, forte tanto nei singoli quanto nel collettivo, abbia dilapidato un vantaggio del genere? Difficile dirlo. Forse dopo aver visto svanire il sogno di vincere il campionato la cattiveria agonistica è venuta meno. Magari la squadra aveva la pancia già piena, e si sentiva sicura di disputare i playoff grazie al lavoro fatto nei mesi precedenti.
Una risposta vera e propria non c’è, ma un dato salta subito all’occhio: le poche reti segnate da gennaio in poi. Fino al clamoroso 0-4 subito dal Prato Social Club il bilancio segnava 25 gol in 20 partite. Pochi per una squadra che vuole vincere il campionato, ma ben distribuiti. Nelle ultime dieci gare sono arrivati però soltanto dieci gol. Nonostante la media sia simile, il peso delle partite è ben differente. Vincere ad ottobre non è come farlo ad aprile, e i gol sono inevitabilmente mancati più di quanto fosse lecito aspettarsi. Anche perché, senza togliere niente a nessuno, il reparto offensivo del Quarrata era, almeno sulla carta, tra i migliori in assoluto della categoria. Restano comunque le grandi prestazioni difensive, sia a livello tattico che soprattutto a livello agonistico. La mano di mister Diodato è stata evidente fin da subito, e di fatti la sua riconferma è già arrivata. Il percorso fatto, e di conseguenza il voto finale, paga a caro prezzo le ultime settimane, tragiche sotto il profilo sportivo. La buona notizia è che in casa giallorossa verrà data continuità al progetto, sia per quanto riguarda lo staff che la rosa. Il prossimo anno, però, non sono più ammessi errori del genere: il Quarrata deve arrivare almeno ai playoff.
AM AGLIANESE (GIRONE D): 5.5
7° E NIENTE PLAYOFF
L’anno zero della nuova Aglianese è stato molto al di sotto delle aspettative, almeno per quanto riguarda i risultati prettamente sportivi. La volontà iniziale, più volte ribadita da società e staff tecnico, era non tanto quella di vincere, quanto quella di mettere delle basi e, sotto questo aspetto, sono stati fatti sicuramente dei concreti passi avanti. Eppure, nonostante ciò, la rosa allestita era, almeno sulla carta, una formazione determinata a competere per i piani alti della classifica fin da subito. Un altro aspetto che ha fatto storcere il naso a molti è stata la gestione e l’allestimento, almeno iniziale, del gruppo squadra. L’aver messo un alto numero di veterani ha forse creato il classico problema del “troppi galli in un pollaio”, e a metà stagione sono stati molti sia gli addii che i nuovi arrivi. Mister Matteoni, confermato alla guida del club anche l’anno prossimo, aveva iniziato tutto sommato bene la stagione, toccando i giusti tasti a partire dalla vittoria in rimonta con l’allora poco smagliante Albacarraia. La sfida con lo Jolo, peraltro davanti ai tantissimi tifosi del Bellucci, è però finita con un sonoro 0-3, aprendo di fatto la crisi neroverde. Prima di allora gli ex Amici Miei viaggiavano stabilimente nella zona alta della classifica, ma dopo sono arrivati a rasentare la zona playout. La dirigenza sapeva di non potersi permettere un tracollo del genere ed è intervenuta con decisione sul mercato.
Le due vittorie consecutive nei derby con Quarrata e Atletico Casini Spedalino avevano acceso nuovamente le speranze playoff, ma Folgor Calenzano e Albacarraia hanno immediatamente gettato acqua sul fuoco. La fiamma si è però riaccesa nel rush finale, soprattutto grazie alle roboanti vittorie con Settimello e Quarrata, entrambe fuori casa e per 3 a 2. A due giornate dal termine i neroverdi avevano dunque in mano il proprio destino e, vedendo il calendario, sembravano tra i favoriti per l’accesso alla post-season. Poi, però, qualcosa si è rotto, ancora una volta. Prima l’inciampo con l’Atletico, poi la clamorosa sconfitta con la Virtus Rifredi, ultima e già retrocessa. La débâcle coi fiorentini è sicuramente figlia della gara precedente, ma resta il fatto che in 180 minuti sono stati buttati via i risultati e le fatiche delle precedenti 28 partite.
Lorenzo Mazzetti, attualmente presidente del club, aveva le idee chiare in vista dei possibili playoff: «Se li facciamo giochiamo per vincerli, altrimenti tanto vale stare a casa e riprogrammare la prossima stagione». Eppure, nonostante avesse messo le mani avanti, non sarà stato sicuramente soddisfatto dell’esito finale. I rumors, in questi giorni di calma apparente, sono numerosi, soprattutto per quanto riguarda l’Aglianese. L’allenatore, come detto poc’anzi, è già stato riconfermato, ma tra dirigenza e squadra sono attesi diversi cambiamenti. Due, principalmente, gli aspetti su cui si dovrà lavorare in vista del 2025-26: l’inserimento di qualche giovane di talento e una miglior gestione del gruppo durante i momenti di difficoltà. Il primo punto non è certamente impossibile, anzi. Trovare qualche ragazzo promettente che dia un po’ di imprevedibilità e freschezza, soprattutto sulle fasce o in mezzo al campo, è più che fattibile. Il difficile, semmai, è dargli fiducia quando la palla scotta, ma questo è un problema che c’è in ogni categoria. Il secondo punto è invece molto più delicato, anche perché riguarda il temperamento dei singoli giocatori. Eventi come la lunga squalifica di Cutini fanno immaginare un ambiente in cui i nervi sono a fior di pelle perfino quando si vince, e una squadra che vuole farlo davvero non può permetterselo. Il voto non è dunque una bocciatura piena, ma il classico “so che puoi fare di meglio“. Ad Agliana le strutture ci sono, l’interesse de tifosi e il progetto pure, adesso mancano solo i risultati.
