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Basket / Serie A2

Sacripanti e Pistoia: un passato da avversari ricco di bei momenti

Coach Pino Sacripanti con Cantù al PalaCarrara (dietro di lui, Metta World Peace)

La Serie A, gli scontri play-off, Nicola Brienza e quel Pistoia-Cantù da cardiopalma: ora “Pino” Sacripanti dovrà scrivere un nuovo capitolo

«A Pistoia ho giocato partite importanti con Cantù, con Avellino, di playoff in Legadue. Mi porto impresso un palazzo stracolmo con un’energia incredibile, sempre difficile da espugnare. Ricordo al mio primo anno ad Avellino: giocammo la terza gara dei quarti playoff, vincemmo Gara-3 e conquistammo la semifinale in un clima infuocato. Si respirava passione vera». Fu con queste parole, rilasciate ai nostri microfoni e alla nostra Elisa Pacini, che coach Stefano Sacripanti introdusse la serie dei quarti di finale play-off di A2 tra la sua Napoli e l’allora Giorgio Tesi Group Pistoia. Parole che già allora rammentavano un passato ricco di incroci, di partite dal peso specifico importante e in momenti clou della stagione. Ma soprattutto che esprimevano una profonda stima, da avversario, verso la piazza biancorossa.

Da oggi “Pino” Sacripanti trasferirà il proprio domicilio in via Enrico Fermi, in quel palazzetto vissuto tantissime volte da rivale con le diverse squadre che, da allenatore già espertissimo, ha condotto verso importanti traguardi. Sarà il successore di Tommaso Della Rosa e l’uomo designato a riportare serenità e continuità nel campionato dell’Estra, con l’obiettivo di traghettarla a quella salvezza che è stata da subito obiettivo stagionale dichiarato del club toscano. Risiederà su una panchina a poco più di un anno dall’aver lasciato quella di Pesaro per motivi personali. Al netto del fatto che la sua ripartenza sarà proprio a Pistoia, il ritorno di coach Pino rappresenta già di per sé una bella notizia per il basket italiano.

In attesa del suo debutto all’Unieuro Arena di Forlì, non resta molto altro che riavvolgere il nastro e ricordare proprio quegli incroci. Che per chi vive e veste il biancorosso sono coincisi con momenti che hanno davvero definito la storia più gloriosa della compagine pistoiese nel massimo campionato. Quasi a creare un legame invisibile, un fil rouge che ha portato, il primo di dicembre 2025, a questa unione d’intenti. Con la speranza che i ricordi insieme aggiungano ulteriore bellezza a quelli da avversari.

CANTÙ, GLI OVERTIME E L’AMICO DEI PANDA

Fredda serata di gennaio al PalaCarrara, dove in una delle stagioni più entusiasmanti di sempre è tempo di giocare la partita forse più attesa di tutto il campionato. E lo sanno i tifosi della Curva Pistoia, che per l’occasione hanno sfoderato una coreografia che lascia poco spazio alle interpretazioni. Spunta un cannocchiale sulla cui lente sono disegnate delle figure umane (fatta eccezione per le teste la cui forma è altrettanto inequivocabile) con tanto di sciarpe rossoblù al collo. Il messaggio, che recita “Vi vediamo poco ma…vi si riconosce al primo sguardo”, è chiaramente rivolto ai tifosi termali che per l’occasione sono tornati nel settore ospiti da accompagnatori dei gemellati canturini.

E quella Cantù la allena ovviamente “Pino” Sacripanti, che in Brianza è nato e cresciuto come allenatore e vi è appena tornato per iniziare un nuovo ciclo dopo l’addio di Andrea Trinchieri. I beniamini di casa sono ovviamente i “Diavoli volanti” della neopromossa GTG, pronti per una delle tante serate in cui c’è da compiere qualcosa di straordinario. Infatti, dopo aver inseguito per larga parte del match e aver subito il talento dei vari Leunen, Ragland e Aradori, Pistoia si guadagna l’overtime con l’appoggio a canestro di Brad Wanamaker. Washington e JJ Johnson, poi, si prendono la scena e i biancorossi staccano un altro bello scalpo.

Ma le emozioni di quel confronto vengono addirittura superate l’anno successivo. Ancora Pistoia-Cantù, ancora Paolo Moretti contro “Pino” Sacripanti, ancora overtime. Il 30 marzo 2015 non è un giorno come gli altri per la pallacanestro italiana, perché questa partita ha già un biglietto da visita importante: debutta, infatti, con la canotta dell’Acqua Vitasnella un campione NBA e miglior difensore dell’anno. Il numero è il 37 e il nome riportato sulla divisa è The Panda’s Friend, o meglio Ron Artest in arte Metta World Peace. Il PalaCarrara ha gli occhi addosso, ma i biancorossi riescono ad estraniarsi e a condurre la gara grazie anche alla miglior versione stagionale di C.J. Williams e ad un Ariel Filloy in modalità cecchino. I brianzoli riescono tuttavia a prolungare la gara oltre i 40′ e a giocarsela punto a punto. Destino vuole che sia proprio Metta a perdere la palla che avrebbe consegnato la vittoria agli ospiti. Sulla rimessa la GTG crea subito per il tiro di Williams: il ferro nega ma, quando la sirena è pronta per suonare, arriva sulla palla l’eroe inaspettato: tap-in di Tony Easley, 88-87 finale e una delle più grandi gioie collettive che si siano vissute in via Fermi.

I PLAY-OFF E L’ALLIEVO

In quel periodo sembra proprio che, nonostante diverse cose cambino, i destini di Pistoia e coach Sacripanti siano comunque portati ad incrociarsi. In via Fermi il nuovo corso di Vincenzo Esposito porta a quella che è stata una delle formazioni biancorosse più entusiasmanti di sempre. Coach “Pino” invece lascia Cantù e si trasferisce nell’ambiziosa Scandone Avellino, portandosi dietro diversi pretoriani come Ivan Buva, Maarty Leunen e infine Joe Ragland a stagione in corso. Gli irpini arrivano in finale di Coppa Italia e chiudono la regular season come terza forza del campionato, spinta dall’MVP James Nunnally, che poi in Europa vincerà praticamente tutto. Il tabellone play-off le farà incontrare nel primo turno.

La serie si chiude con lo sweep della Scandone, ma Gara-3 rimane comunque un classico e una grande uscita di scena per una delle formazioni più sorprendenti della storia recente del campionato italiano. La GTG meriterebbe in effetti di prolungare la serie, sospinta dai punti di Alex Kirk e Preston Knowles e da un PalaCarrara caldissimo. Ma a confermare la spietatezza del Gioco ci pensa Nunnally, che con la sua classe spegne tutto segnando in faccia a Filloy e stabilendo il 92-90 finale al termine dell’overtime. Ancora un altro segno del destino. Ci sarà poi un altra serie play-off e un altro sweep nel 2021, quella contro la Napoli che coach Sacripanti riporterà poi in Serie A: stavolta il palazzetto è vuoto, causa pandemia in corso.

Ma forse per cercare quello più evidente si deve tornare indietro, proprio a quei confronti di Serie A tra Pistoia e Cantù. Al fianco di coach Sacripanti c’è colui che un giorno riporterà i colori biancorossi nel basket che conta. Nicola Brienza è stato lì, in quelle emozionanti serate di basket e in quel PalaCarrara gremito a festa, ruggente, vivo. Quello stesso palazzetto che poi contribuirà a riportare alle presenze di una volta rendendo possibile ciò che era impensabile. E guarda caso proprio infrangendo i sogni della sua Cantù in semifinale. Oggi è il maestro a seguire le orme del proprio allievo, ritornando in panchina dopo un complicato periodo personale. Un nuovo inizio, si spera sia per lui che per Pistoia.

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