Calcio
Sordo e l’Aglianese di Allegri: «Non mi è mai venuto a cercare»

Nell’intervista alla Gazzetta dello Sport, Gianluca Sordo ha parlato anche dell’esperienza all’Aglianese: «Il mondo del calcio mi ha abbandonato»
Una rispettabilissima carriera dall’inizio degli anni Novanta a metà dei Duemila. Poi, nel 2005, in un’aggressione in un locale lo portò al coma e ai successivi problemi fisici irreversibili. C’è un massiccio velo di tristezza nella storia che Gianluca Sordo, ex centrocampista tra le altre di Torino e Milan, ha raccontato in un’intervista alla Gazzetta dello Sport. Una brutta vicenda di cronaca che non solo lo costrinse a lasciare il calcio, ma che ne ha compromesso anche la vita fuori dal rettangolo verde. E, a deluderlo maggiormente, è stato proprio quel mondo di cui, fin da giovanissimo, aveva sempre fatto parte.
Nel raccontare la propria carriera, Sordo si è soffermato anche sull’ultima esperienza in ordine cronologico, quella all’Aglianese nella Serie C2 2003/2004. 27 presenze e 2 reti con il club di Agliana che, grazie al successo all’ultima giornata ai danni del Sansovino, riuscì a conquistare la salvezza diretta senza passare dai playout. L’allenatore quell’anno era Massimiliano Allegri, che appesi gli scarpini cominciò subito ad allenare proprio sulla panchina neroverde. Dell’ex allenatore di Milan e Juventus, Sordo ha parlato così, come riportato sulle colonne della Gazzetta.
«All’Aglianese era alla sua prima esperienza mentre io ero il giocatore più anziano. Gli davo una mano, in campo si era creato un bel rapporto, era tutto un “Gianlu, Gianlu, Gianlu”. Poi in un mese di terapia intensiva non si è mai fatto vedere o sentire. Tutti sapevano quello che mi era accaduto, ne avevano parlato tv, radio e giornali. Non ero andato in Groenlandia, stavo lì a pochi minuti d’auto da lui, una persona con cui avevo condiviso le giornate fino a qualche mese prima. Mai un lunedì dopo le partite che sia venuto a salutarmi».
