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Calcio / Prima Categoria

Tempo di bilanci: il diesse Capecchi racconta la stagione dell’Atletico

«Abbiamo rischiato, ma la salvezza è meritata. Pacini? Posso solo ringraziarlo», così Capecchi dopo il termine della stagione

Salvarsi ad un playout, per giunta senza fattore campo, è una bella impresa, ma porta con sé tante settimane di preoccupazioni e duro lavoro. L’Atletico Casini Spedalino lo sa bene. La squadra di mister Marchiseppe prima e mister Pacini poi ha quasi gettato tutto al vento nel finale di campionato, salvo poi riprendersi proprio nella fatidica gara secca. Il direttore sportivo Matteo Capecchi, arrivato poco dopo la promozione del 2023-24, è intervenuto ai nostri microfoni proprio per raccontarci l’annata appena conclusa.

RENDIMENTO ALTALENANTE

Il 2024-25 dell’Atletico Casini Spedalino si potrebbe riassumere in una sola parola: discontinuità. Questa squadra, pur essendosi salvata all’ultimo, ha fornito grandi prestazioni, alternate però a sconfitte a dir poco clamorose. Capecchi, interrogato a riguardo, non ha una risposta ben precisa: «Il calcio spesso è fatto di eventi all’apparenza irrazionali, e noi ne siamo la riprova. La differenza tra rendimento esterno e interno è da non crederci, eppure è stata così per tutto l’anno, a prescindere da allenatore e interpreti. Io una spiegazione logica a tutto ciò non ce l’ho, ma posso dire che secondo me la nostra stagione va divisa in tre parti».

«La prima – spiega Capecchi – è quella che ci vede come la classica neopromossa in difficoltà, costretta a reagire dopo l’impatto con una realtà nuova. Dopo la prima sconfitta col Quarrata è iniziata la seconda fase. Quella partita è stata lo spartiacque della stagione: sapevamo di dover aggiustare qualcosa, ma anche che la strada intrapresa era giusta. E da lì, infatti, è iniziata la risalita fino alla metà classifica. La terza fase inizia più o meno dopo le prime battute del girone di ritorno. In quel momento le cose si sono inceppate un’altra volta, soprattutto da un punto di vista mentale. Le tante sconfitte ci hanno destabilizzato. Questa stagione di alti e bassi è anche frutto di una certa “inesperienza” di tutto il gruppo. La società non aveva mai disputato la Prima Categoria, molti ragazzi erano nuovi e anche la dirigenza è stata rivoluzionata. È però logico che, vedendo il finale, siano stati commessi degli errori. Io in primis avrò modo di imparare cosicché il prossimo anno si lavori meglio».

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UNA PARTITA AL CARDIOPALMA

Assistere ad un playout da spettatore non dev’essere facile, soprattutto se sai qual è la posta in palio. Capecchi ha però un ricordo nitido di quella partita: «Col Sagginale è stata un’altalena di emozioni, dall’inizio alla fine. Venivamo da un periodo terrificante in quanto a risultati, ma ci siamo allenati bene nelle due settimane prima della partita. A differenza di tutto il resto del campionato siamo rimasti sereni. Abbiamo fatto la nostra partita e giocato bene a calcio, rendendo il tutto più facile. Al gol dell’1-0 potevamo farci prendere dal panico, e invece l’abbiamo ribaltata nel giro di poco, chiudendo di fatto ogni discorso nel finale di gara. Come sarebbe finita se avessimo giocato allo Stella? L’aver giocato con un solo risultato a disposizione ci ha tolto tanta pressione di dosso e, infatti, oltre che vincere abbiamo anche espresso un bel gioco».

VINCO E SALUTO

Il gioco spumeggiante, come sottolineato anche da Capecchi, non è stato certo il punto di forza dell’Atletico, eppure la squadra si è salvata con merito. Mister Emiliano Pacini, appena conquistata la salvezza, ha però deciso di salutare a causa di motivi personali. I suoi rapporti con squadra e dirigenza sono tuttavia rimasti intatti: «Tra me ed Emiliano è scattata subito la scintilla. In questi mesi siamo stati molto insieme e abbiamo condiviso gioie e dolori, com’è giusto che sia. Nel finale di stagione anche lui ha sbagliato qualche scelta, come tutti del resto, ma il compito l’ha portato a termine e questo è ciò che conta. Sostituto? Ancora non ne abbiamo parlato. Dopo la salvezza ci siamo presi una settimana di pausa e di festa – a mio avviso più che meritata – In questi giorni sicuramente inizieremo a programmare e l’allenatore sarà il primo punto sull’agenda».

«Vogliamo attuare diverse conferme anche nella rosa – prosegue il diesse -, ma dobbiamo ancora valutare chi tenere e chi no. Sicuramente vorremmo ancora con noi Riccardo Compagnone. È il nostro capitano e senza i suoi gol non saremmo dove siamo oggi. Al mio arrivo all’Atletico lui era già in trattativa con noi, ma io ho insistito per averlo. È un po’ la mia scommessa vinta e ne sono felice. Veniva da un’annata complicata a livello sportivo, ma il suo storico parla da solo. Credo che con noi abbia trovato la sua dimensione ideale e mi piacerebbe vederlo con la nostra maglia ancora per molto».

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Nato nel 2001, laureato in Scienze della Comunicazione. Da sempre grande appassionato di sport e scrittura. Una domenica senza calcio non merita di essere vissuta.

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