Calcio / Prima Categoria
Tempo di bilanci: Nencini fa il punto sul 2024/25 del Tempio Chiazzano

Mister Nencini si sofferma anche sul futuro, ma non si sbilancia: «L’intenzione è quella di restare, in questi giorni parlerò con la società»
La stagione appena conclusa non è stata sicuramente tra le migliori, né per il Tempio, né per mister Nencini. Nonostante ciò, non tutto è da buttare, anzi. L’allenatore ex Virtus Montale è intervenuto ai nostri microfoni non solo per tirare le somme, ma anche per provare a fare un po’ di chiarezza sul suo futuro.
UN EPILOGO ORMAI NOTO
«Speravo di centrare la salvezza, ma le difficoltà mi erano chiare fin da subito». Esordisce così Alessandro Nencini, mister dell‘Unione Tempio Chiazzano, retrocesso nonostante il disperato tentativo di rimonta finale. «La rosa è stata assemblata tardi e ci siamo dovuti accontentare. Ben sedici ragazzi venivano da una juniores provinciale e molti di loro nemmeno sapevano che campionato fosse la Prima Categoria. Salvarsi sarebbe stato un miracolo, è inutile negarlo. La rincorsa iniziata nel girone di ritorno è stata molto bella proprio per questo. Questa squadra le prestazioni le ha sempre fatte, ma è mancata nei risultati. Contro le migliori squadre del girone A abbiamo quasi sempre giocato bene, ma alla lunga la mancanza di esperienza veniva fuori. Avevamo grossi problemi invece contro le squadre “sporche“. Quando c’era da fare la guerra soffrivamo: a livello fisico e mentale non tutti erano pronti. I nostri più grandi limiti? Al di là della troppo giovane età media ti dico i pochi gol segnati e i numerosi errori dei singoli in fase difensiva».
POCHI RINFORZI
Un altro grande problema del Tempio Chiazzano è stata la profondità della rosa, non tanto a livello numerico, quanto piuttosto a livello qualitativo. Il mercato di riparazione, in questo senso, ha aiutato ben poco: «Non mi aspettavo grandi mosse da parte della società e così è stato. Il budget era molto limitato e la situazione, almeno all’epoca, sembrava veramente disperata. Sono stato giocatore anch’io: so quanto è difficile in questi casi convincere i giocatori a sposare un progetto del genere. Inoltre chi arrivava doveva calarsi subito nel ruolo di leader, e non tutti ne sono capaci. L’unico ad averci dato una grandissima mano sotto questo aspetto è stato Dervishi. Era in uscita dal CQS e ha sposato la nostra causa con un entusiasmo sorprendente. Mi ha fatto una bellissima impressione, sia come giocatore che come uomo. La sua squalifica nel finale di campionato è stata molto pesante, soprattutto a livello di esperienza. Nei momenti in cui il pallone scottava i ragazzi si appoggiavano a lui. Inutile dire che, perdendo quel riferimento in mezzo al campo, gli equilibri sono venuti meno. Società assente? No, ma numericamente eravamo troppo pochi per affrontare nel modo giusto una Prima Categoria. Il prossimo anno questo problema non si ripeterà: ci saranno tanti cambiamenti».
UN FUTURO TUTTO DA SCRIVERE
La lunga carriera da allenatore di Alessandro Nencini è destinata a durare ancora qualche anno, ma non ci è ancora dato sapere dove: «Io ovviamente vorrei restare al Tempio anche il prossimo anno. La categoria per me non è mai stata un problema. La scorsa stagione l’ho passata alla Virtus Montale in Seconda, quindi ritornarci non sarebbe certo una novità. Sono molto legato al gruppo di Chiazzano e non vorrei commettere un’altra volta l’errore di lasciarli a percorso appena iniziato. Ho lavorato duramente quest’anno, insegnando tutto ciò che potevo a questi ragazzi. Da parte loro ho sempre ricevuto disponibilità, serietà e compattezza. La giovane età è stato un grande limite per la nostra stagione calcistica, ma dalla prossima sarà un punto di forza: in pochi possono vantare un’età media così bassa abbinata a una così grande esperienza acquisita sul campo. Da cosa dipende la mia permanenza al Tempio? Da diversi fattori. La società dovrà fare le sue valutazioni, e così anch’io, ma la volontà di continuare insieme sembra esserci da ambo le parti. A quanto so ci saranno diversi cambiamenti quest’anno, ma del resto, dopo una retrocessione del genere, non potrebbe essere altrimenti».
UN GRUPPO GIOVANE, MA DI TALENTO
I miglioramenti fatti da questi ragazzi sono evidenti, ma la strada per diventare giocatori di categoria è ancora lunga. Mister Nencini lo sa e, nonostante il pessimo epilogo di questa stagione, è pronto ad insegnargli ancora molto: «Un’annata del genere è difficile da digerire, ma ti lascia anche tanti insegnamenti. Nel calcio in tanti guardano solo il risultato, ma a volte bisogna andare oltre. Quando si perde va tutto male, mentre quando si vince va tutto bene. Non è così. Anche dopo un successo ci saranno sempre cose da migliorare. Calcisticamente una retrocessione “rode”, soprattutto per chi come me vuole vincere anche in allenamento, ma bisogna anche riconoscere i propri limiti. Ad agosto i nostri ragazzi erano troppo acerbi per affrontare un campionato del genere, ma alla fine dell’estate li ritroverò cresciuti, come uomini e come calciatori. D’Angelo, il nostro portiere, ne è il perfetto esempio. È un 2002 ma ha dimostrato grande valore e personalità. Anche il resto del reparto arretrato ha qualità: Palmariello, Taddei, Nugoli, Magnolfi e Andrea D’Angelo possono stare tranquillamente in queste categorie. Quest’ultimo si è rotto la rotula ad inizio anno e l’ho recuperato soltanto a poche giornate dalla fine: la sua assenza è stata pesantissima. Dal centrocampo in su voglio citare invece i due fratelli Ceccarelli, Patrick e Manuel, ma anche e soprattutto Paolantonio e Corsini. Loro due sono stati le nostre punte di diamante e hanno disputato una stagione strepitosa. A tutti questi ragazzi ti aggiungo il già citato Dervishi: se resterò alla guida del Tempio l’intenzione sarà quella di confermare tutti questi ragazzi».
