Calcio / Serie D
“Tutti per uno e uno per tutti”: la vera forza della Pistoiese è il gruppo
La Pistoiese vola con rotazioni, identità e gestione: la mano di Andreucci trasforma una rosa ampia in un’unica squadra
C’è un filo che lega ogni partita della Pistoiese targata Antonio Andreucci, indipendentemente da chi scende in campo. L’identità è sempre la stessa. Molte rotazioni, undici spesso rivoluzionati, ma squadra che gioca, pensa e reagisce con un’unica testa. “Tutti per uno e uno per tutti” non è più uno slogan, ma una realtà tecnica e mentale. In un organico così profondo e ricco di qualità, il rischio sarebbe quello di perdere coesione o creare gerarchie rigide. Invece il lavoro dell’allenatore sta facendo la differenza: esperienza, calma nei momenti chiave, fiducia diffusa e valorizzazione totale della rosa. La Pistoiese assomiglia sempre di più a una squadra vera, compatta, costruita sul principio che ogni giocatore è importante, nessuno escluso. Una squadra che non cambia anima, anche quando cambia interpreti. Il match di Asti lo ha confermato pienamente: cambia il portiere, cambia la difesa, cambiano gli esterni, persino una nuova coppia d’attacco. Eppure, la personalità e la gestione sono state da squadra matura. Dalla sicurezza alla presenza tra i pali di Valentini, all’esordio stagionale dal primo minuto, alla conferma di Costa Pisani con una gara di personalità ed equilibrio: tutti i protagonisti scesi in campo al Censin Bosia hanno fatto la propria parte.
Accardi e Venturini hanno offerto l’ennesima prestazione solida e a centrocampo sono arrivate risposte importanti. Qualità e coraggio da parte di Brugognone, tra i migliori in campo, come lo stesso Bastianelli, spina nel fianco degli avversari e al primo gol in arancione. Garanzia dagli esperti Alluci, Boschetti e Rossi, tutti ampiamente all’altezza. In attacco, Diallo ha confermato quanto possa essere devastante quando ha spazio, mentre Adriano Montalto, al debutto dal primo minuto, ha impressionato non solo per il gol, ma per il modo di stare in campo: semplicità, pulizia tecnica, dialogo continuo coi compagni. Lo si è visto in più occasione dare consigli e indicazioni ai più giovani. E ai nomi già citati che sono scesi in campo dal primo minuto a Asti, si aggiungono anche i “titolari che sostituiscono i titolari”: Campagna, Alagna, Gennari, Kharmoud. E poi c’è il giovane Genovese, anche lui all’esordio con la maglia arancione.
Tutti giocatori affidabili, pronti, parte integrante di una rosa che non ha punti deboli. È quasi difficile parlare di singoli: nessuno prevale sull’altro, ognuno entra in campo con lo stesso peso, la stessa responsabilità, la stessa qualità. Ogni squadra forte, però, ha un filo conduttore e nel caso della Pistoiese è la gestione di Andreucci. L’equilibrio mentale che trasmette, dentro e fuori dal campo, è diventato parte della struttura della squadra. Mai un eccesso nei momenti positivi, mai panico quando in quelli di sofferenza. Tutto passa dalla convinzione che il gruppo, unito, possa superare ogni ostacolo. Ed è proprio il gruppo la vera arma degli arancioni. Chi entra dà il massimo, chi resta in panchina vuole spingere i compagni, chi ha meno minutaggio risponde sempre presente quando chiamato in causa. Una mentalità che non si improvvisa ma che si costruisce. Parlare di “corazzata” può sembrare prematuro ed è lo stesso Andreucci a predicare equilibrio. Ma una cosa è chiara: la Pistoiese sta diventando una squadra completa, difficilissima da affrontare, solida, organizzata e sempre dentro la partita. Il percorso è ancora lungo, la strada tortuosa, il campionato insidioso ed equilibrato. Ma la direzione è quella giusta e quando una squadra diventa una cosa sola, tutto il resto, risultati compresi, diventa una naturale conseguenza.







