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Calcio / Dilettanti

Ultimo giro di giostra per Lorenzo Cecchi: il centrocampista si ritira dal calcio giocato

Uno scatto di Cecchi con le maglie di Cuneo, Pistoiese, Nocerina, Mantova e Triestina

Dopo essersi svincolato dal Quarrata, Cecchi ha deciso di ritirarsi. Il saluto di amici e colleghi: «Persona unica e giocatore straordinario»

Di Michele Flori, Andrea Gherardini e Andrea Guasti

L’addio al calcio giocato può essere vissuto in molti modi. C’è chi, in maniera più filosofica, accetta di aver dato il massimo in uno sport che impone tanti sacrifici ma che è anche in grado di regalare enormi soddisfazioni. C’è chi, invece, ci pensa, poi cambia idea, poi la cambia nuovamente, finché non è il fisico ad imporre di appendere le famose “scarpette al chiodo”. E poi c’è chi, come Lorenzo Cecchi, fino a pochi giorni fa centrocampista del Quarrata (a cui si era legato in estate dopo due stagioni al Maliseti, in Promozione), compie una scelta istintiva, pensandoci su qualche ora o al massimo un paio di giorni.

«I RICORDI MIGLIORI? VE NE DICO TRE»

È lo stesso Cecchi a spiegarci i motivi della propria decisione. «Quando è stato esonerato l’allenatore Francesco Fabbri (lo scorso 27 febbraio, ndr) ho chiesto alla società la rescissione del contratto proprio perché legato al mister da un fortissimo rapporto sia di amicizia che familiare, essendo mio cugino. Poi lui è stato richiamato ma io, avendo già rescisso, non potevo essere tesserato nuovamente. Avevo comunque deciso di ritirarmi a fine campionato a causa di qualche infortunio di troppo accusato nelle ultime stagioni. Di fatto, dunque, questo rappresenta un addio anticipato d’un paio di mesi rispetto a quanto programmato, ma non è assolutamente un dramma. Anzi, proverò ad approfittarne dando una mano a Francesco durante gli allenamenti e sperando di aiutare la squadra nelle ultime partite».

Oltre 250 partite in Serie D, due campionati vinti con Pistoiese e Cuneo, un segno tangibile lasciato in ogni piazza calcata: questo e molto altro è stato Lorenzo Cecchi. «Spero di aver lasciato un ricordo positivo a tutti i miei compagni – dice Lorenzo. In cuor mio penso di aver sempre dato il massimo per farmi apprezzare prima come persona che come giocatore. I ricordi più belli? Non è facile, ne dico tre ma in ordine cronologico e non di preferenza. Sicuramente la promozione in Serie C con la Pistoiese nel 2014…fu il mio primo campionato vinto con un gruppo unico e in una città meravigliosa. Poi direi la Serie D vinta col Cuneo l’anno seguente, nel 2015, dopo un inizio non facile in cui cambiammo anche allenatore. Infine c’è la stagione 16/17 alla Triestina, con cui arrivai ai playoff e vinsi la finale che ci permise di essere ripescati in C. In quella finale, al “Nereo Rocco”, c’erano 6mila persone: è il momento di calcio più “vero” che ho vissuto in carriera».

Alcuni “flash” di Cecchi in maglia arancione

Tante emozioni e vittorie, ma anche qualche rimpianto e un legame speciale con un allenatore su tutti, Massimo Morgia. «Il rammarico più grande penso sia stato non aver conquistato il campionato col Mantova nel 2019. Facemmo più di 80 punti e avremmo vinto qualsiasi altro girone, se non fosse che nel nostro trovammo il Como dei record. Quell’anno, per l’appunto, come allenatore c’era Morgia, che per me è sempre stato una figura di riferimento. Col mister ho condiviso il successo a Pistoia e le annate a Nocera e Chieri, oltre appunto a quella a Mantova. Una persona fantastica oltre che un tecnico di una competenza e di un’umanità straordinaria. A lui devo moltissimo, è l’allenatore che mi ha dato più fiducia in carriera. Quando ha potuto mi ha portato sempre con sé, tant’è che mi avrebbe voluto anche a Siena nel 2014 e a L’Aquila nel 2016. Ancora oggi ci sentiamo spesso: non posso far altro che dirgli grazie per tutto».

GLI ANEDDOTI DI AMICI, COMPAGNI DI SQUADRA E ALLENATORI

«La caratteristica principale che volevo fra i miei giocatori era legata soprattutto alla sfera umana – racconta Massimo Morgia – e Lorenzo ha incarnato perfettamente il mio prototipo di calciatore ideale. Nello sport, e soprattutto nel calcio, si ottengono risultati solo se si hanno a disposizione uomini che aiutano a formare una vera squadra. In campo mi ha sempre dato grandi gioie: si sposava alla perfezione con la mia idea di calcio aggressivo, offensivo e tecnico, fatto di giocatori pensanti. Uno dei ricordi più belli è sicuramente la rete al Foligno che ha quasi determinato la promozione della Pistoiese fin dal girone di andata: con quel successo prendemmo il largo sulla seconda in classifica. Peccato che ci fosse una nebbia così fitta che dalla panchina non vedemmo neanche il gol, ma fu comunque una grandissima gioia».

«È sempre stato un professionista esemplare – dice l’amico di una vita Francesco Fabbri – arrivando prima di tutti agli allenamenti. Era un centrocampista che vedeva poco la porta, ma compensava con una superba visione di gioco. Il nostro rapporto è nato Scandicci in Serie C e poi, dopo tanti anni, nel 2021 ho deciso di portarlo con me al Maliseti in Promozione. In estate l’ho nuovamente convinto a seguirmi a Quarrata..il prossimo passo è farlo giocare nella mia Smettese per la Coppa Vannino che faremo in estate. Come persona ha sempre avuto il sorriso sulle labbra, anche nei momenti meno semplici. Mi ricordo che due anni fa, in un Amici Miei-Maliseti, lui giocò pochissimi palloni ma a fine partita ebbe l’umorismo di dirmi: “Franci, ti porto la borsa, almeno oggi faccio qualcosa”».

Fabbri e Cecchi si sfidano in un Jolly Montemurlo-Pistoiese della stagione 13/14

Gambadori-Cecchi: quando in maglia Pistoiese i due centrocampisti decidevano di giocare seriamente non ce n’era per nessuno. «Quante avventure abbiamo passato con Lorenzo – ricorda l’attuale tecnico della Lastrigiana. Una persona vera con dei valori importantissimi, quasi unici nel mondo del calcio, ancor prima che un ottimo calciatore e compagno di squadra. È un ragazzo che nello spogliatoio ha sempre portato un enorme ottimismo e tanta positività, sapeva contagiarti con le sue good vibes. Anche nei momenti difficili sapevi di poter contare sempre su Lorenzo. E poi è stato anche un grande amico fuori dal campo: mi ricordo bene di una serata insieme in cui ci siamo divertiti parecchio...».

Capitan Gambadori in maglia Pistoiese, nell’anno del ritorno tra i professionisti

Il portiere Lorenzo Cuorvo, compagno di squadra di Cecchi sia a Maliseti che a Quarrata, racconta un curioso aneddoto: «Quando ho incontrato per la prima volta Lorenzo, nel 2021, giocavo a calcio a sette con Edoardo Bastogi, che a sua volta lo conosceva molto bene. Mi disse: “È forte, ma ha tanti problemi fisici e secondo me in Promozione non dura neanche due mesi”. Poi Lorenzo ha fatto una stagione pazzesca e anche grazie a lui abbiamo ottenuto dei risultati formidabili qualificandoci ai playoff. Nella sfida contro la Larcianese di Bastogi, tra l’altro, Cecchi fece un fallo proprio ai suoi danni, con Bastogi che poi fece gol eliminandoci. Diciamo che quel giorno si è chiuso un cerchio tra i due, che ovviamente sono ancora oggi grandi amici».

Fabbri, Cuorvo e Cecchi (tutti e tre in piedi) in maglia Maliseti (crediti foto: sito ufficiale Maliseti)
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Nato nel 1999, studia attualmente scienze politiche. Amante del calcio e delle statistiche, non perde mai l'occasione di passare la domenica sui campi da gioco del territorio pistoiese.

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