Basket / Serie B Nazionale
Una sola Montecatini? Vertici al tavolo ma il tempo stringe

Al momento, dopo l’incontro tra le parti, l’opportunità non è stata colta. Un gesto coraggioso ma che porterebbe ad un upgrade istantaneo
Una sola Montecatini, creata dall’unione delle peculiarità e delle eccellenze delle due realtà attuali. Il futuro della pallacanestro all’ombra delle terme potrebbe avere uno snodo cruciale da questo gesto, coraggioso ma necessario. Specie all’indomani del doloroso ko degli Herons nello spareggio promozione con Mestre, che ha fatto svanire quell’A2 che avrebbe sicuramente ridisegnato i rapporti di forza in città.
Città che, qualora non dovesse succedere nulla in questi pochi giorni di tempo che precedono la deadline dell’iscrizione, dovrà mettersi a cuore di spendere (altri) due milioni di euro per tenere due squadre in Serie B che combatteranno ai vertici e si divideranno – magari non in parti eque – risorse, opportunità e affetto dal territorio. Ma Montecatini è sempre stata una sola. E chi oggi si trova da una o dall’altra parte della barricata vent’anni fa era spalla a spalla a tifare rossoblù e quindici anni fa piangeva perché la città era rimasta senza basket di livello.
Oggi ci sono quattro realtà della provincia ai primi tre piani del basket nostrano (prima anomalia), di cui due realtà montecatinesi in Serie B Nazionale. Eppure basterebbe che i rispettivi vertici fossero convinti di farne una sola e tutti ritornerebbero sotto lo stesso tetto, con una realtà fatta e finita che avrebbe un pubblico, un budget e un organigramma già in grado di stabilizzarsi senza troppa fatica anche in A2. Lo hanno capito in tanti in città e soprattutto lo ha capito in Sindaco Claudio Del Rosso, che nelle scorse settimane aveva già parlato chiaro e che venerdì scorso ha messo al tavolino i vertici dei due club per guardarsi negli occhi e confrontarsi.
Nelle prime 72 ore di questa settimana, almeno a quanto filtra, l’opportunità non è stata colta e il tempo stringe. Almeno a parole, la sponda Pallacanestro Montecatini al tavolo della scorsa settimana sembrerebbe aver manifestato una apertura quantomeno ad approfondire, mentre non è dato sapere quale siano gli intendimenti in casa Fabo Herons.
Quel che è certo è che sulla carta, con una struttura e un organigramma che premino meriti, talenti e punti di forza di tutti, si otterrebbe un upgrade istantaneo per la città e la sua pallacanestro. Pensare che tutto ciò sia impossibile è una visione figlia di chi ha interesse o convenienza a mantenere uno status quo in cui i singoli vengono prima del vero bene che dovrebbe essere il basket cittadino. In fondo si tratterebbe di rimettere insieme qualcosa che ai tempi dell’ultima A2 è sempre stata un’entità unica, non quindi di unire realtà e storie da sempre divise come nel caso della disastrosa fusione del basket livornese nel 1991.
Come farlo? Con il buon senso e la vera volontà. C’è già tutto, per altro con due club che hanno ognuno i pezzi mancanti giusti per completarsi a vicenda. Le criticità oggettive è ragionevole pensare che siano poche, nodi da scogliere ma su cui un’eventuale intesa non è impossibile. Prendere il meglio da entrambe avrebbe una forza e una ricaduta tale che non potrebbe mai esserci se si arrivasse ad una sola Montecatini dei canestri per abbandono, stanchezza o crisi di una delle due. Al momento mancano due elementi: la volontà e il tempo. Sul primo aspetto si può lavorare, il secondo non fa sconti. E quindi se anche nel 2025/26 le squadre al via saranno due, allora che si lavori fin da subito per fare in modo che quantomeno sia l’ultima stagione di divisione nella città delle terme.
