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Basket / Serie A

Cosa è successo al Pistoia Basket tra terzo e quarto periodo contro Reggio

Nello spunto tattico del nostro Federico Guidi proviamo a capire la mutazione del Pistoia Basket durante la sfida con Reggio Emilia, che Esposito ha definito “inspiegabile”

Il Pistoia Basket ha perso con Reggio Emilia a causa di quarto periodo sciagurato, in cui ha dilapidato il vantaggio accumulato e non ha saputo gestire il ritorno degli avversari. Più che analizzare il finale di una gara quasi punto a punto, in cui la rimonta del Pistoia Basket è fallita anche per qualche libero sbagliato di troppo e scelte offensive senza senso, la chiave di volta della partita va cercata a cavallo tra il terzo e il quarto periodo. Qui infatti la gara ha cambiato volto, con l’inerzia che è passata in breve tempo dalle mani dei toscani a quelle dei reggiani. Non è facile capire cosa sia successo, proviamo però a cogliere qualche spunto interessante per leggere la partita e individuare le differenze più eclatanti tra gli ultimi cinque minuti del terzo quarto e i primi cinque del quarto periodo.

IL QUINTETTO Nella parte finale della terza frazione la The Flexx Pistoia ha rimpinguato il suo bottino con quattro italiani in campo. Laquintana, Mian, Gaspardo e Magro hanno giocato insieme e con questo assetto Pistoia ha difeso davvero forte, riuscendo a mettere enorme pressione sul pallone e obbligando gli avversari ad attaccare dai lati, impedendo facili penetrazioni per vie centrali. Ad inizio del terzo periodo coach Esposito ha utilizzato un quintetto più abituale, quello con almeno tre stranieri in campo, il risultato in difesa però è stato più deludente perché Reggio ha trovato linee di penetrazione più facili e anche a rimbalzo la squadra pistoiese ha faticato, lasciando secondi tiri agli avversari.

GLI HIGHLIGHTS DI THE FLEXX PISTOIA – GRISSIN BON

LAVORO DI SQUADRA Un altro aspetto che è cambiato di colpo è stato l’atteggiamento dei giocatori in campo. Nel terzo quarto si è vista molta più voglia di non concedere spazio agli avversari, di tenere con scivolamenti difensivi, recuperando di fatto anche alcuni palloni importanti. Oltre ad avere meno aggressività e più energia, i giocatori di Pistoia nell’ultima frazione poi sono stati anche meno generosi in campo. Nella parte finale del terzo quarto infatti si sono visti molti raddoppi e aiuti difensivi, molta più voglia di contenere gli avversari insieme, coralmente. Dopo invece si è passati ad un lavoro più individuale che non ha reso allo stesso modo del precedente, permettendo a Reggio Emilia di piazzare un break di 11-0, parziale che alla fine ha pesato in maniera decisiva sull’economia e sul risultato del match.

SPAZIATURE PER ATTACCARE Anche in attacco si è visto un modo diverso di muovere il pallone. Soprattutto nella parte finale del terzo periodo il quintetto con quattro italiani è stato molto bravo a muovere il pallone e portare fuori i lunghi avversari, facendo svuotare il pitturato e poi sfidando nell’uno contro uno i piccoli con penetrazioni fino al ferro. Lo stesso non è accaduto ad inizio del quarto periodo, quando in campo c’erano Moore, Ivanov e McGee. Soprattutto il bulgaro è rimasto troppo ancorato nel pitturato e con lui anche il suo marcatore, togliendo di fatto spazio per penetrazioni degli esterni. Anche qui poi c’è stata meno collaborazione fra i singoli, con il pallone che non ha avuto più la stessa fluidità nel passare da un compagno all’altro. Infine anche il lavoro sporco, come ad esempio i blocchi, non è stato della stessa qualità, con i giocatori troppo concentrati su se stessi e poco sulla squadra.

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Originario di Montecatini, giornalista, dal 2005 scrive su Il Tirreno e dal 2014 anche per Pistoia Sport. Ama in maniera viscerale lo sport e le sue storie. Nel tempo libero cerca di imitare le gesta sportive dei campioni, con scarsi risultati. Tattico "ad honorem" della redazione.

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