Cronaca
A 91 anni se n’è andato Carlo Galli, uno degli eroi di Wembley
Il termale Carlo Galli, autore di 110 gol in Serie A, è scomparso a 91 anni: fu protagonista anche in Nazionale insieme ad Amos Mariani
Di Roberto Grazzini
Chissà quante volte da ragazzi avranno ripetuto quel movimento tecnico su campi improvvisati, segnati dal secondo conflitto mondiale e poi sullo spelacchiato campo di via Leonardo da Vinci dove sono cresciuti calcisticamente, accanto alla ferrovia, sbucciandosi le ginocchia agli ordini di Attilio Ferraris, trainer del Montecatini datato 1945-47, prima di diventare due splendidi atleti, prendere strade e carriere diverse ed esser consacrati nella leggende in virtù di un’epica impresa compiuta sul finire degli anni 60. Stiamo parlando di due bagnaioli doc come Amos Mariani, co – protagonista della storia che andremo a raccontare e del coetaneo Carlo Galli che per un doveroso e voluto scherzo del destino, ci ha lasciato nel giorno del derby della capitale, sua città adottiva, all’età di 91 anni. ” Testina d’oro” era un ariete d’area di rigore che segui le orme dello zio Remo, antesignano delle grandi glorie pedatorie nate all’ombra delle Terme. Carlo vestì in giallorosso tra il 1951 e il 1956 per poi indossare la casacca biancoceleste della Lazio dal 1963 al 1966, anno nel quale appese le scarpe al chiodo.
In mezzo, una lunga ed onorata carriera a partire dall’esplosione nel Palermo, e le seguenti esperienze con Milan, Udinese e Genoa, segnando caterve di gol, senza contare le reti in azzurro ed il magico pomeriggio del 6 maggio 1959. Dentro il catino dello Stadio dell’Impero, nome ufficiale di Wembley, il tempio indiscusso del football britannico , la temperatura era alle stelle. Inghilterra – Italia non è mai un’amichevole, figuriamoci allora. Per la prima volta gli azzurri, sempre sconfitti in terra anglosassone nel mezzo secolo precedente, hanno il privilegio di affrontare la nazionale dei tre leoni non in un campo qualsiasi bensì nel loro salotto buono. Mister Ferrari punta su una formazione operaia schierando davanti due montecatinesi veraci, Carletto Galli ed Amos Mariani. Quest’ultimo con Brighenti, anche lui in campo, forma il tandem offensivo del Padova. All’entrata in campo sono in 90000 sugli spalti, dei quali tanti italiani emigrati con la divisa da cameriere o da uomo di fatica e i lucciconi agli occhi. Anche per loro non è un’amichevole.
Si comincia male perché pur giocando alla pari dei “maestri”, l’Inghilterra passa due volte con Bradley e col giovane (ora sir) Bobby Charlton. Cosa successe nell’italico spogliatoio al riposo è avvolto nel mistero. Fatto sta che Brighenti a inizio ripresa accorcia le distanze con una fiondata di sinistro. L’Italia ci crede, Segato appoggia a Galli che, senza guardare, serve in profondità Mariani… Già, il movimento fatto quasi ad occhi chiusi, sapendo esattamente dove andrà la sfera di cuoio. Lo scaltro Amos sfrutta al meglio l’assist dall’amico della spensierata adolescenza, la guizzante conterranea ala destra si accentra, scarica il pallone fra il palo ed il portiere: 2-2 e tabù sfatato. E adesso, lassù in Paradiso, cari angeli, state attenti alle finte di corpo ed ai colpi di testa…