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Calcio / Serie D

Aglianese, i numeri dell’involuzione: finale stagionale da «velo pietoso»

Campagna acquisti estiva, cambio in panchina, rivoluzione invernale e rendimento horror negli ultimi mesi: Aglianese, cosa ti è successo?

Difficile pensare ad un modo peggiore per chiudere l’annata. Quattro gol subiti, zero fatti, undicesimo posto in classifica e tanti rimorsi. Questo il riassunto della surreale domenica dell’Aglianese, schiantata 4-0 da un Forlì famelico, più cattivo e concentrato rispetto alla banda di Baiano. Il campionato 23/24 va quindi in archivio con un piazzamento estremamente deludente, considerando soprattutto quelle che erano state le ambizioni sbandierate dalla dirigenza in estate. 

A rendere ancor più emblematico il percorso sottotono dei neroverdi sono i numeri riguardanti la media punti della squadra, la peggiore degli ultimi cinque anni. In questo campionato l’Aglianese ha infatti collezionato 1,28 punti a partita, peggio degli 1,31 del 2019/2020, dei 2,14 del 2020/2021 e degli 1,32 delle stagioni 21/22 e 22/23. La domanda, allora, sorge spontanea: com’è possibile che con un progetto così ambizioso si sia giunti a toccare il punto più basso dell’ultimo quinquennio? Senza dubbio ha inciso una campagna acquisti estiva di grande spessore solo sulla carta, con giocatori blasonatissimi che però non hanno reso come sperato. Ciò ha fatto andare in scena un girone d’andata estremamente negativo, influenzato anche dalla preparazione iniziata in ritardo a causa del cambio di dirigenza avvenuto in estate.  

Per ovviare al percorso altalenante della prima parte di campionato, in inverno era andata in scena una vera e propria rivoluzione, i cui frutti si sono però visti solamente per un periodo estremamente breve, ad inizio 2024. Anche il cambio in panchina, inoltre, non ha mutato più di tanto il volto della squadra, con Baiano – subentrato a Maraia – che non è riuscito a far attecchire le proprie idee sul lungo periodo. Negli ultimi mesi, infatti, Marino e compagni sono quasi sempre apparsi senza mordente, troppo flemmatici e involuti sotto il piano della manovra tecnico-tattica (anche contro il Forlì, ad esempio, si sono visti un sacco di errori individuali). Sette sconfitte nelle ultime nove uscite rappresentano un ruolino di marcia da «velo pietoso», così come ha ammesso anche il direttore operativo Fabio Taccola

Come detto a più riprese, il fatto di non aver avuto più niente per cui lottare non può e non deve rappresentare un alibi, anche perchè le lacune dell’Aglianese non sono certo una novità degli ultimi tempi. Ad essere mancata, infatti, è stata soprattutto la continuità, elemento imprescindibile per raggiungere determinati risultati. La grande discontinuità è stata il filo conduttore del campionato dei neroverdi, convincenti a fasi alterne anche dal punto di vista delle prestazioni. I clamorosi autogol, le marcature sbagliate e l’imprecisione cronica sotto porta sono solo alcune delle conseguenze, acuitesi oltre misura dopo aver chiuso definitivamente il discorso primo posto e playoff.

E proprio a proposito del Forlì, quella di domenica è stata la peggior sconfitta interna dell’Aglianese dal ritorno in Serie D del 2018. Mai, da quella data, i neroverdi erano caduti davanti ai propri tifosi con quattro gol di scarto. Solo in un’altra occasione il tabellino aveva recitato 4-0, contro la Pianese, durante la stagione 18/19, ma quella volta l’Aglianese giocava in trasferta. Anche questo dato rende bene l’idea del modo in cui sia sia arrivati al termine della stagione…senza più obiettivi concreti, senza più motivazioni tangibili e, quindi, estremamente scarichi da tanti punti di vista. I biancorossi, di contro, hanno ringraziato, triturando la squadra di Baiano fin dalle battute iniziali. 

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