
Dalle stelle alle stalle in una sola settimana; appare spesso incerto nei suoi interventi, forse a causa anche del forte vento che disegna traiettorie strane al pallone. Un solo intervento apprezzabile quando devia in angolo una punizione di Cossu. Sull’azione susseguente arriva però la rete della vittoria sarda con l’estremo difensore arancione che smanaccia il pallone che finisce comunque in fondo al sacco.

Ancora una gara sottotono per il capitano. I giocatori dell’Olbia gli vanno via da tutte le parti e lui quasi mai riesce ad opporsi. Una vera e propria controfigura del giocatore che conoscevamo.

E’ l’unico del reparto difensivo ad uscire con la sufficienza dall’incontro. Mette le pezze nelle topiche procurate dai compagni di reparto. Di più non possiamo chiedergli.

Prestazione scialba ed incolore del difensore autore di una prestazione anonima in linea con la stragrande maggioranza dei compagni. Al minuto 37 della prima frazione è co-autore dell’azione da “Vai col liscio” assieme ad Albertoni che per poco non mette i sardi in condizione di segnare.

Sia come esterno alto che come difensore di sinistra (quando la difesa passa a 4), non brilla ne’ per continuità, ne’ per precisione. Forse anche la giornata confusionaria dei compagni non l’aiuta a fare bella figura. Ha 21 anni, un futuro davanti a sè per dimostrare l’effettivo valore tecnico.

No, proprio non ci siamo. Il “vecchio” Guglielmotti è rimasto tra le pagine del libro dei ricordi di questo campionato. Non spinge più sulla fascia di pertinenza (forse anche a causa dell’impostazione tattica dettata da mister Atzori), e non rientra adeguatamente in fase difensiva, lasciando praterie per gli avversari. ( dal 55’ Colombo 6-); Entra quando finalmente la squadra passa alla difesa a 4 e con tre attaccanti. Non per caso, anche se per pochi minuti, la squadra gioca meglio. Si innervosisce nel finale rischiando il cartellino giallo.

Questa volta il motorino arancione toppa la gara; confusionario e mai lucido nei suoi interventi, si lascia superare dagli omologhi di reparto sardi. Un passo indietro rispetto alle precedenti prestazioni.

Per impegno è l’unico del centrocampo a meritarsi la sufficienza anche se nel finale perde alcuni palloni di troppo. E’ autore degli unici tiri in porta pericolosi (uno per tempo), il secondo dei quali viene neutralizzato bravamente dall’estremo difensore sardo.

Impegno ce ne mette tanto, prendendosi anche alcune punizioni, ma ad una punta si chiede soprattutto di tirare in porta e, possibilmente, fare centro, caratteristiche queste che sembrano sconosciute al numero 32 arancione. (dal 50’ Gyasy 5,5); recuperato dopo l’infortunio di metà settimana, si nota esclusivamente nel primo minuto di recupero della seconda frazione con un tiro che Van der Want gli devia in angolo. Troppo poco.

Cerca la porta con tiri da lontano (in alcuni casi anche in maniera eccessiva) che non impensieriscono il portiere sardo. Non è aiutato dal compagno dell’attacco, facendo, o cercando di fare, in certi momenti, reparto da solo


Ci mette tanto (troppo!) del suo nell’inguardabile primo tempo della squadra. Assetto tattico opinabile, continui cambi di formazione sia in attacco che a centrocampo che non fanno altro che mettere in confusione un undici già in giornata di scarsa vena. Quando ricorre ai ripari mettendo la difesa a 4 ed i tre in avanti, qualcosa migliora. Ma è un fuoco di paglia. Valeva la pena mischiare ulteriormente le carte in una gara “soltanto” da pareggiare per ottenere la salvezza?.
IL MIGLIORE: VAN DER WANT 7
Portiere sardo-olandese, viene chiamato in causa due volte nel corso della gara, ed in entrambi i casi risponde presente neutralizzando le conclusioni di Benedetti e Gyasi. Cosa chiedere di più per portare a casa tre punti di platino?
Portiere anche lui, si fa cacciare direttamente dalla panchina, dal Direttore di gara per avere proferito (forse) una parolina di troppo nel contesto di una gara bruttissima ma al contempo correttissima.