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Basket / Serie A

Closing Pistoia Basket: gli americani e l’importanza della pistoiesità

L’arrivo degli americani aprirebbe molte porte al Pistoia Basket, che però sa di non poter fare a meno dello zoccolo duro pistoiese

Di Fabio Fondatori

L’arrivo di una cordata di investitori americani sarebbe un fatto epocale per il Pistoia Basket e in generale per il movimento italiano della pallacanestro. E’ vero che qualcosa di simile è già avvenuto a Trieste (ed è in rampa di lancio a Varese pur con qualche titubanza) ma il basket, tra gli sport business, in Italia è ancora in mano a proprietà locali. Nel calcio, invece, dalla Serie C in su buona parte delle proprietà della società sono estere o con radici lontane dalle città in cui gioca la squadra.

L’arrivo di proprietà straniere nelle piazze sportive più interessanti del belpaese sarà sempre più diffuso. Le crisi economiche che hanno attraversato l’Italia in questi venti anni, alla lunga, lasciano il segno nella ricchezza che può esprimere un territorio, soprattutto di provincia. D’altro canto gli standard per competere nello sport professionistico si sono alzati e, anche solo per mantenere il ranking in Italia, servono risorse straordinarie. L’Italia, poi, più di molte altre nazioni, ha tanto da offrire in termini di investimenti immobiliari e poche barriere normative di fronte alle volontà di conquista.

Insomma, bloccare l’arrivo di capitali stranieri nello sport professionistico italiano è come cercare di fermare il vento con le mani. E non ci sono motivi plausibili per mettersi contro. Almeno fino a prova contraria.

Capitali esteri e proprietà con entusiasmo, competenza e cultura sportiva non possono che far bene. Nel calcio, la Fiorentina è un esempio positivo in questo senso. Con investimenti in strutture di proprietà, strategia e continuità, Commisso ha rilanciato l’identità della Fiorentina, rafforzato gli asset societari e creato le condizioni per una crescita di risultati anche in ambito sportivo. Commisso è un portatore di cultura americana dello sport, come lo saranno i possibili nuovi proprietari del Pistoia Basket. E conforta leggere opinionisti esperti di sport professionistico americano, come Federico Buffa, rassicurare sul fatto che gli yankee vengono solo ad investire. L’occasione, quindi, non andrebbe fatta sfuggire qualora andasse in porto, perché, se le promesse di investimenti fossero mantenute, potrebbe rappresentare un punto di svolta non solo per la storia del Pistoia Basket ma anche per la crescita di tutto il movimento sportivo e dell’economia della città.

Ad oggi non si conoscono con precisione nomi, progetti e strategie di questa cordata di americani. Sappiamo che il promotore dell’iniziativa è Ronnie Rowan, al vertice di una neocostituita holding East Coast Group srl con interesse in investimenti immobiliari in Toscana. Nei prossimi giorni conosceremo meglio i programmi di Rowan e soci, le garanzie che daranno in termini di investimenti e di permanenza, gli obiettivi strategici e sportivi.

E’ evidente che il beneficio più importante dell’operazione sarebbe la “messa in sicurezza” del Pistoia Basket dal punto di vista finanziario e la garanzia di una continuità nella militanza in serie A dopo gli sforzi colossali sostenuti dalla società e dal Consorzio in questo primo anno. L’altro obiettivo, forse ancora più importante, è la salvaguardia del valore che è alla base del miracolo sportivo compiuto da quando il Pistoia Basket esiste e, ancora di più, dopo l’autoretrocessione del 2020. Questo valore risiede nell’identificazione con la città e nel senso di appartenenza di una comunità di persone. Se vogliamo dirlo semplicemente: nella pistoiesità.

Potremmo sembrare provinciali in questo ragionamento ma uno degli effetti dell’arrivo di proprietà estranee alla città è il graduale allontanamento fisico della testa e del cuore della società dalla comunità. La storia, breve perché recente, dell’avvento di proprietà senza radicamento col territorio, insegna che dove è stato fatto spoil system si è persa identità e controllo. Siccome l’equazione investimenti = vittorie non è sempre scontata, c’è il rischio che, alle prime delusioni, la proprietà straniera si disaffezioni e, senza gli affetti e le relazioni interpretate da dirigenti legati al territorio, si potrebbe lasciare una porta aperta all’ingresso di soggetti speculativi com’è avvenuto in altri simboli sportivi della città.

In genere, i grandi capitani d’impresa sanno che quando si acquisisce una società che è in crescita, va confermato il management. Questo non vuol essere un appello alla conservazione ma solo un ulteriore e sincero ennesimo attestato di stima verso dirigenti e imprenditori che, con passione e sacrifici, hanno valorizzato uno dei simboli sportivi della città fino a renderlo attrattivo anche a livello internazionale.

Il coraggio dimostrato nella scelta dell’autoretrocessione, la dignità e l’orgoglio con cui sono ripartiti e l’intelligenza con cui hanno ricostruito sono da manuale del dirigente sportivo. I protagonisti di questo miracolo sono stati l’attuale dirigenza, con la sapienza di Massimo Capecchi alla guida, il Consorzio Pistoia Basket, con le sue 70 aziende e l’entusiasmo di Francesco Cioffi, alcuni imprenditori locali importanti che, negli ultimi anni, hanno contribuito in modo determinante al sostegno della società, un direttore sportivo tanto schivo quanto geniale e competente nelle scelte e nella programmazione, un coach di talento immenso che saprebbe creare gioco e competere anche facendo giocare i giornalisti di Pistoia Sport.

Con uno dei budget più bassi della Lba, Pistoia oggi è salva, sogna i playoff e compete con squadre che, sulla carta, hanno un valore economico dieci volte superiore. E aspira ad un futuro ancora più ambizioso e florido. Tenere insieme tutto (nuova proprietà, governance pistoiese, management vincente, radicamento al territorio e risultati sportivi) è difficile ma, nei film di cowboy, i buoni vincono sempre.    

Buona Pasqua.

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La redazione di Pistoia Sport è composta da un manipolo di valorosi giornalisti e giornaliste che provano a raccontarvi le vicende della Pistoia sportiva e non solo con lo stesso amore con cui le nonne parlano dei nipoti dalla parrucchiera.

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