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Basket / Serie A

Coach Ferrari racconta Ogbeide: «Ragazzo puro. Pistoia piazza giusta»

Coach Mattia Ferrari (Foto Facebook Rinascita Basket Rimini)

Mattia Ferrari, coach di Rimini, ha fornito un’analisi completa di Derek Ogbeide: «Valori umani, atletismo e fisico. Tanti margini e pochi limiti»

Quattro giorni fa il Pistoia Basket ha ufficializzato il primo straniero che comporrà il roster 2023/24, quello del ritorno in Serie A1. Un colpo corrispondente al nome di Derek Ogbeide. Classe 1997 nativo di Lagos (Nigeria) e con passaporto canadese, Ogbeide ha militato a Rimini lo scorso anno, affrontando Pistoia nel Girone Rosso di A2.

Alla RivieraBanca fu portato l’estate passata da coach Mattia Ferrari, il quale, dopo averlo fortemente voluto, lo ha esaltato nel suo sistema aiutandolo ad elevarsi come uno dei migliori centri dell’intero campionato. Un’annata chiusa anzitempo per l’infortunio alla spalla di aprile ma comunque con numeri esaltanti. In regular season ha messo a referto 16,1 punti di media con il 58,7% al tiro da due e 8,9 rimbalzi a partita. Dati da miglior rimbalzista del girone al pari di Carl Wheatle, suo prossimo compagno di squadra.

PER FERRARI OTTIMI RISULTATI A RIMINI

Per avere un quadro accurato ed una valutazione totale su Ogbeide, tanto da un punto di vista tecnico quanto umano, abbiamo contattato proprio coach Ferrari, da poco riconfermato per la terza stagione consecutiva sulla panchina di Rimini.

Nato a Milano, Ferrari vanta 15 stagioni da capo allenatore, guidando tra le altre Junior Casale e Legnano, con ben 10 qualificazioni ai play-off e 2 promozioni. Una delle quali ottenuta proprio con Rimini due stagioni fa vincendo i play-off di Serie B. Da neopromossa quest’anno Rimini ha raggiunto i play-off di A2, uscendo ai quarti di finale.

Tra le sue medaglie al valore, seppur lui stesso resti modesto sul fatto, la grande capacità di lanciare lunghi di livello in A1. Ultimo di una lunga serie per l’appunto Derek Ogbeide. «Negli ultimi anni credo io sia uno dei coach che ha lanciato più lunghi in A1 – ha detto -. Prima di Ogbeide ci sono stati Pacher, Pinkins, Mosley e Krubally, tra l’altro passato anche da Pistoia. Mosley dopo Latina sembrava dovesse smettere, dopo averlo avuto poi ha giocato a Trieste e ha fatto l’Eurocup con il Partizan. Un mio piccolo vanto che lascia il tempo che trova ma difatti cinque lunghi che hanno fatto carriera in A e non solo».

VALORE UMANO PRIMA CHE TECNICO

Assieme ad una vecchia conoscenza di Pistoia come Jazz Johnson, Ogbeide ha composto una delle coppie di stranieri più forti e connesse dell’A2. Un uragano di atletismo e muscoli che i biancorossi subirono sulla propria pelle in quel del PalaFlaminio. Il centro chiuse l’ultimo match di regular season con 21 punti e 12 rimbalzi catturati, mettendo in grossa difficoltà i lunghi di un Brienza pur privo di Varnado.

Prima di valutarlo da un punto di vista tecnico e fisico però, coach Ferrari punta ancor prima l’attenzione sull’uomo Ogbeide. Una persona dall’alto valore umano oltre che un grande cestista e professionista. «Derek è un ragazzo puro e onesto, dai grandi valori umani – ha esordito -. Possiede intelligenza e discreta cultura. Un ragazzo con cui poter parlare in modo aperto e sincero, fare discorsi maturi. Ha una sua profondità e complessità nell’affrontare le situazioni».

L’OGBEIDE ATLETA E CESTISTA

«Ha un atletismo e una coordinazione di base molto importanti, soprattutto considerando le sue caratteristiche fisiche. Parliamo di un centro di 2 metri e 6 per oltre 100kg. Ha una struttura imponente con una capacità coordinativa e di corsa non comune per uno della sua stazza» , ha proseguito Ferrari passando al lato atletico e tecnico.

«Tecnicamente è molto bravo a bloccare e rollare al ferro, anche cambiando gli angoli di blocco. Ha ottimo gioco spalle a canestro, specialmente con la sua mano sinistra ma non disdegna il semi gancio con la destra. Ha possibilità a mio avviso di ampliare ancor più il suo bagaglio tecnico perché ha mani con buon tocco. Possiede inoltre gran rapidità con i piedi per virate e passi d’incrocio. È migliorato molto al tiro libero e credo abbia anche margine per ampliare il suo range. Ha mano e meccanica giusta per segnare anche qualche long-two, da gomito, mezzo angolo o post alto. Porta palla avanti come un piccolo grazie a piedi davvero leggeri per la sua struttura. In generale gli piace toccare molto la palla e questo lo aiuta anche a rimanere connesso alla gara».

Dalle spiccate e varie doti offensive, nonostante i margini di miglioramento restino elevati, Ogbeide incontra forse qualche difficoltà in più difensivamente dove pur sa farsi valere in determinate situazioni. «Ha capacità di fare show e cambi sul pick and roll mentre qualche difficoltà in più sorge nel contenimento. Come dicevo ha piedi molto rapidi e può sfruttarli sia nei cambi che per fare indietreggiare la palla. A mancargli credo sia ancora il tempo dell’intervento e della stoppata vicino a canestro. È un ottimo rimbalzista, ha propensione al rimbalzo ma credo possa essere ancora più alta. In difesa ne cattura tanti, in attacco gli manca ancora il secondo sforzo dopo aver tentato il primo salto sulla palla».

IL SALTO DI CATEGORIA

All’alba della sua prima stagione in A1, uno dei fattori che più tengono banco nel puntare su Ogbeide è quello del salto di categoria. La questione forse più gettonata resta capire se un salto dall’A2 all’A1 possa essere assorbito e rendere l’ex Rimini un cestista da subito performante.

«Ogbeide è un ragazzo molto intelligente. Ha solo bisogno di tempo per capire le differenze nel salire di categoria – ha affermato Ferrari -. Sono sicuro che Pistoia sia la piazza giusta per aspettarlo e farlo sviluppare quindi credo sarà un bel matrimonio. Avrà bisogno di un po’ per esaudirle ma è un giocatore che ascolta e tende a seguire molto le richieste dell’allenatore. Ci vorrà pazienza, tollerando errori e pause ma pretendendo anche tanto da lui. Lui sa bene che questa è una grande occasione e sono sicuro arriverà con la convinzione di poter essere protagonista. Avrà bisogno di essere guidato e Pistoia è il luogo giusto perché lui possa crescere e arrivare».

Proseguendo con il duo Brienza-Sambugaro e confermando alcuni elementi della passata stagione non è da escludere un percorso continuo anche in termini di gioco. La Pistoia vista in A2 è una squadra che ha spesso sottomesso gli avversari con intensità e aggressività. Livelli che giocoforza dovranno alzarsi con il passaggio all’A1, sia per i biancorossi che per Ogbeide.

«Da un punto di vista atletico e fisico non avrà problemi ad adeguarsi ad un gioco aggressivo e intenso. All’inizio dell’anno con noi ebbe qualche problema di falli ma anche perché non era abituato a giocare molto. In Turchia il suo minutaggio si assestava attorno ai 20 minuti e non fu tenuto anche per questo motivo. Da noi credo sia maturato sotto questo punto di vista, se all’inizio era intenso a malapena per 25′ alla fine dell’anno poteva tranquillamente giocarne 35 essendo sempre performante».

I POSSIBILI LIMITI DI OGBEIDE

Detto di qualche possibile difficoltà in più per quanto concerne la difesa di contenimento, il limite forse maggiore di Ogbeide riguarda la sua esperienza. Dall’Università della Georgia è arrivato lo sbarco in Europa nell’AEK Larnaca di Cipro dove dopo un anno di ambientamento ha avuto una seconda stagione eccezionale con vittoria di campionato, coppa e titolo di MVP. Nel 2021 l’approdo al Konyaspor in seconda lega turca, con il quale vinse il campionato. Alla mancata conferma seguì la chiamata di Rimini dove quest’anno ha militato in A2.

Nonostante la pur sempre giovane età, 26 anni compiuti a marzo, possiamo parlare di un giocatore con già diversi titoli in bacheca ma difatti avendo sempre giocato in campionati di livello inferiore rispetto all’A1. Leghe in cui grazie al suo imponente fisico è sempre riuscito a fare la differenza. Niente però da non poter superare con pazienza e lavoro.

«Tra i limiti credo ci sia il fatto che è sempre stato abituato a giocare in campionati dove il suo fisico faceva la differenza – ha spiegato Ferrari -. La scorsa estate abbiamo fatto qualche amichevole contro società di A1 e giocando per esempio contro Kravic, lungo di Pesaro, ebbe qualche difficoltà. Si trovò un giocatore di stazza simile alla sua e bravo difensivamente. Sicuramente è qualcosa a cui dovrà abituarsi e in questo senso credo sarà fondamentale il precampionato ed in generale l’approccio alla categoria superiore».

«Ha fatto un’esperienza in una massima serie, la sua prima in Europa all’AEK nel campionato cipriota. Terminato il secondo anno non è stato confermato ed è ripartito nella seconda lega turca, al Konyaspor. Squadra dopo la quale l’ho preso io a Rimini. In entrambi i club ha vinto titoli ma non sono campionati del livello dei nostri, forse nemmeno dell’A2 – ha aggiunto -. È un ragazzo in piena crescita, ha ancora tanto da imparare ma ha una struttura fisica, tecnica e mentale grazie alla quale può dire la sua in A1».

INFORTUNIO E CURIOSITÀ

Alla sua prima stagione di A2 con Rimini, Ogbeide stava viaggiando a medie molto vicine alla doppia doppia prima dell’infortunio subito con Latina. Una lesione di Bankart alla spalla destra lo ha obbligato a chiudere l’anno ad aprile per potersi operare. Uno stop pesante che difatti non gli ha permesso di giocarsi i play-off ma dal quale Ferrari è convinto tornerà ancor più forte.

«Quando è andato via da noi fece una visita di controllo ed era già clinicamente guarito dall’infortunio. Dopo è tornato negli USA, nel suo college di Georgia dove lui aveva già spedito la cartella clinica – ha spiegato -. Essendosi laureato lì potrà sfruttare riabilitazione e allenamento estivo qualora ne avesse bisogno, si tratta di un bene che rimane per sempre ai giocatori laureatisi all’Università. Lui aveva chiamato con anticipo fissando con trainer e fisioterapisti per seguire il suo percorso. L’ho sentito una volta negli ultimi tempi e mi ha detto di star bene. È un ragazzo molto ottimista, sempre col sorriso sulle labbra. A volte un po’ emotivo ma il suo approccio positivo vi conquisterà. Dove c’è un problema lui cerca la soluzione. Sono convinto che arriverà pronto».

Un fatto che sottolinea una volta di più la professionalità e la cura dei dettagli di Ogbeide, subito pronto a tornare in pista in vista della nuova stagione. Caratteristiche, assieme alla sua potenzialità tecnica e atletica, già viste da un vecchio compagno di college passato anche dall’Italia.

«Al college condivideva il ruolo con due scelte NBA e per questo non era granché considerato – ha raccontato Ferrari -. Proprio nei Georgia Bulldogs condivise lo spogliatoio con J.J. Frazier, play-guardia visto in Italia anche a Treviglio, il quale quando lo prendemmo chiamò il mio assistente, che conobbe appunto in Lombardia, affermando come avessimo in squadra il miglior centro dell’A2. Effettivamente Derek ha fatto un campionato di livello assoluto, non so se da migliore del campionato ma sicuramente importante».

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