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Basket / Serie B Nazionale

Fabo, il pagellone della Coppa Italia: apoteosi per tutti i rossoblù

Dalla difesa barsottiana a un super Chiera passando per la grinta di Giancarli e la bomba di Dell’Uomo: i voti a questi 2 giorni targati Fabo

Il successo della Fabo Herons a Roma in finale di coppa Italia contro la Libertas Livorno ha portato per la prima volta la coppa a Montecatini. Doveroso quindi celebrare i protagonisti di questa impresa.

ALBERTO BENITES 10: Tra semifinale e finale probabilmente gioca probabilmente le sue gare più belle da quando è a Montecatini. Con le treccine e il cappello da cow boy potrebbe esser scritturato per un film di Tarantino. Quelle romane sono due gare in cui mangia in testa a tanti giocatori forse più accreditati di lui, ma incapaci di esser razionali nei momenti più importanti. Alberto invece è lucido: l’assist in finalissima per Dell’Uomo, i 14 punti con un minuzioso 5/9 dal campo, i 6 rimbalzi totali e la grinta per uno Sgobba caduto non possono che valere il voto più alto per l’ex Vigevano.

DANIELE DELL’UOMO 9: Dalla C al trionfo nella B nazionale, Daniele ha ogni giorno che passa il cuore sempre più tinto di rossoblù. In un mondo in cui si riduce tutto a immagini e statistiche, crediamo che la tripla del “Bello e impossibile” della curva degli aironi sia stato il momento in cui la coppa ha preso l’A1 per Montecatini. Già prima il buon Daniele aveva segnato 12 punti, sgomitando con Fratto e riportandosi a casa ben 23 punti totali nel weekend romano.

NICOLA NATALI 9: La linea dinastica Gino-Nicola della famiglia Natali è uno dei motivi che hanno fatto tornare ad innamorare tante persone del basket a Montecatini. L’esperienza del quasi trentaseienne ha fatto il resto nella due giorni romana insieme alla calma che nei momenti di difficoltà ha sempre avuto la meglio sull’irrazionalità e sull’emozione che poteva prevalere tra i suoi compagni. Apre la finale con un gioco da tre, riportando alla fine della fiera 19 punti in due giorni. Capitano e trascinatore, il suo sorriso nelle esultanze finali è largo e bellissimo come la maglietta celebrativa che indossa suo figlio Giovanni. La dinastia continua?

MARCO GIANCARLI 7: Come cattiveria e garra non è mai secondo a nessuno. La vicinanza con Aprilia, sua città natale, gli fa scontare contro Roseto quell’emozione che nella finale ha già scacciato. I tre rimbalzi in una gara come questa sono pesantissimi, oscurando qualche leggerezza in fase di costruzione costata cara. Su tutti spicca quello nel secondo quarto: in mezzo a Ricci e Allinei si getta come Ulisse tra i ciclopi ripulendo il pallone che Chiera infila da tre per il 38 a 34.

GIORGIO SGOBBA 7: L’emozione di giocarsi questa prestigiosa opportunità davanti ai tanti parenti e amici arrivati dalla sua città gioca un po’ d’emozione al GGG, Grande Gigante Giorgione. Opaco nella semifinale con 1/5 dal campo, sembra rinato in finalissima grazie anche al mental coach Benites che lo guida nei momenti di difficoltà, spronandolo sempre a rialzarsi anche dopo una palla persa o una stoppata subìta. Nel match con Livorno però il bacio alla tabella e la bomba vengono oscurate dalle triple fallite nel finale. Le sue urla di dispiacere in panchina però testimoniano l’attaccamento a questa maglia per un ragazzo che sa sempre come migliorarsi.

MARCO ARRIGONI 8: il man of the match per molti della semifinale perché la rimonta contro gli abruzzesi è in gran parte opera di quest’uomo che con 11 punti, 4 assist e 12 rimbalzi ha regalato un sogno alla città di parte Fabo. Un problema alla mano patito contro Roseto lo costringono a una finalissima di secondo piano in cui 5 rimbalzi hanno sempre la sua firma. Prima di uscire per falli, a 2.30 dalla fine mette la sua firma sul +5 Fabo, accompagnando i suoi al successo, il terzo personale in questa manifestazione.

ANTONIO LORENZETTI 6: Impossibilitato a potersi esprimere sui soliti alti livelli, mette la firma anche lui a questa coppa con un canestro, un assit e un rimbalzo in quasi 13 minuti di gioco. La condizione non è al meglio, ma l’urlo di Antonio ha risuonato anche a Roma.

ADRIAN CHIERA 8: L’uomo più pericoloso secondo mezza serie B è ormai marcato a vista e le praterie al tiro della scorsa stagione sono un vago ricordo. Se però il 2/7 in semifinale faceva storcere il naso ai fan di Adrian, i suoi 15 punti contro la Libertas sono di un’altra pasta. Tira fuori dal cilindro due magie nel pitturato da posizione impossibile che solo lui può inventarsi. Non sazio, mostra al pubblico romano firmando 3 bombe che il numero 6 a Roma lo possono indossare anche i fantasisti e non soltanto i rudi difensori.

MATEJ RADUNIC 7: Non ha brillato in finalissima perché le sue 6 conclusioni su 21 minuti sono veramente poche, ma partecipa alla festa nel finale con il canestro del +9. Il suo compito da protagonista l’aveva svolto poco più di 24 ore prima quando i 17 punti in semifinale (tra cui 16 in 10 minuti) l’avevano prepotentemente indirizzato al cappello da pistolero contro Roseto.

IL COACH

FEDERICO BARSOTTI 10: Risponde alle critiche di chi non vedeva più la sua mano difensiva in questa squadra battendo proprio con la difesa una Libertas che fa dell’attenzione nella retroguardia il suo marchio di fabbrica. Vince la prima coppa da termale come Natali e nel post gara le soddisfazioni maggiori sono per i Biscolla Boys, i veri e propri sostenitori di Federico da quando è tornato ad allenare nella sua città.

La gallery della finale

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Assurdo amante della storia (da prenderci due lauree) e del calcio (da confondere van Basten con van Gogh), considera ancora il televideo più veloce di alcune app. Per lui la domenica senza calcio è un lunedì venuto male.

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