Connect with us

Volley

Gabriele Gori e la maturità Covid-19: «L’esame di stato? Una liberazione»

Il capitano dell'Avis Volley Pistoia Gabriele Gori

Tra la maturità, la pallavolo e l’amore per l’Avis Volley Pistoia. Il racconto di Gabriele Gori. «L’Avis? Per me come una seconda famiglia»

Un altro giovane atleta dello sport pistoiese – in questo caso parliamo di volley – entra nella storia di quella che sarà ricordata per sempre con la definizione “La maturità al tempo del Covid-19”.

Questa volta è il turno di Gabriele Gori, capitano dell’Avis Volley Pistoia, compagine di Serie D che proprio in questo tanto particolare quanto travagliato anno agonistico aveva partecipato per la prima volta al torneo di carattere regionale a dieci anni dalla fondazione del sodalizio presieduto da Claudia Galigani. Nonché – preme sempre ricordarlo – unica società nella provincia in grado di allestire tutte le formazioni giovanili fino ad arrivare, appunto, alla prima squadra.

Gioia e felicità sono gli stati d’animo dominanti e percepibili dalla voce dell’atleta simbolo dell’Avis Volley che giovedì 25 giugno ha concluso ufficialmente il percorso di studi secondari di secondo grado presso il Liceo Scientifico Statale “Amedeo Di Savoia Duca D’Aosta” di Pistoia.

Un traguardo affatto banale per le note problematiche legate all’emergenza sanitaria che aveva costretto l’intero paese al lockdown, con la naturale conseguenza della chiusura di tutti gli edifici scolastici ed il dilemma sulle modalità di svolgimento degli esami di stato.

Tutto è andato per il meglio e con Gabriele abbiamo colto l’occasione anche per parlare di quella che era stata la stagione dell’Avis Volley in Serie D fino all’ultimo turno giocato in data 22 febbraio 2020.

Gabriele, che sensazione hai provato non appena hai lasciato l’aula dove si è tenuta la prova orale?

«E’ stata una vera e propria liberazione: ho scaricato tutta l’ansia accumulata nei giorni precedenti, quindi, dopo aver svolto la prova decisiva, mi sentivo davvero bene. Meglio sicuramente rispetto al momento che ha preceduto l’orale».

Come hai vissuto i mesi di confinamento, nonché quelli della preparazione all’esame di stato?

«Sono stati mesi un po’ strani, perché ero sempre abituato a vivere a stretto contatto con le mie sorelle. Restando a casa da solo con i miei genitori mi sono ritrovato senza avere molto da fare durante le giornate visto che non c’erano nemmeno gli allenamenti di pallavolo.

La preparazione della maturità? Sono state importanti le lezioni online e gli appunti messi a disposizione, quindi mi sono preparato sempre da solo tranne in un’occasione quando ci siamo ritrovati con alcuni compagni – tra cui Chiara Gori, che abbiamo intervistato in precedenza, nonché amica di Gabriele -, ovviamente nel periodo in cui le restrizioni erano state allentate e quindi c’era maggiore libertà di movimento».

Ti sono mancati compagni e professori nei periodi di chiusura delle scuole?

«Sì, avendo sempre avuto un buon rapporto con compagni e professori diciamo che mi è mancato molto non poter interagire in presenza con loro. Abbiamo dovuto ricorrere a videochiamate per effettuare un ripasso generale ed approfondire argomenti che non erano stati compresi, comunque abbiamo sfruttato i mezzi tecnologici soprattutto per rimanere in contatto tra di noi, non solo per studiare».

Gabriele, parlando di pallavolo, quanto ti è mancato questo sport?

«Il volley mi è mancato tantissimo perché era un modo per scaricare la tensione, quindi si è sentita molto l’assenza di allenamenti e partite: oltre all’aspetto legato allo sport in sé, l’attività in palestra era appunto un’occasione per sfogarsi e ritrovare tranquillità».

Quest’anno inoltre c’è stato il debutto dell’Avis in Serie D: se da un lato non erano arrivati i risultati, però la squadra aveva mostrato segnali di crescita. Che giudizio dai a questa stagione?

«Positivo, sicuramente. Non dobbiamo dimenticarci che si trattava di una squadra giovanissima, dove, insieme ad un altro ragazzo, ero l’unico ad aver fatto la Serie D essendo stato per una stagione in prestito a Firenze, quindi il roster era stato formato insieme ad alcuni atleti del Volley Prato.

Al di là dei risultati, però è stato un campionato importante per farci crescere non solo tecnicamente ma anche sul lato caratteriale, per capire come funziona questo campionato non solo dal punto di vista del gioco, ma anche sotto l’aspetto mentale, ovvero saper fare la cosa giusta al momento giusto».

Gabriele, visti i tanti – anzi, troppi – infortuni a falcidiare il roster, la sospensione dei campionati può essere letta quasi come una soluzione e non come un problema?

«Effettivamente avevamo avuto tanti problemi a causa di malattie, infortuni o atleti che avevano deciso di cessare l’attività. Tuttavia io avrei continuato a giocare volentieri, così come i miei compagni di squadra».

Sei sicuramente uno fra i volti più rappresentativi del gruppo: cosa significa per te l’Avis Volley Pistoia?

«Per me l’Avis Volley significa tanto, perché sono qui da ben nove anni, praticamente da quando è stato creato questo sodalizio. L’Avis mi ha sempre fatto sentire a casa, rappresentando per me una seconda famiglia: qui ho trovato tantissimi amici, instaurando un buonissimo rapporto con chiunque e quindi questa società riveste un significato davvero importante per me.

La prossima stagione? Ovviamente continuerò a giocare qui. Alternerò il mio periodo di atleta a quello di allenatore: avevo iniziato il corso di Smart Coach per allenare i bambini più piccoli, l’S3, quindi proseguirò su questa strada svolgendo altri corsi per seguire anche ragazzi più grandi. Il post-maturità? Mi iscriverò a Firenze alla facoltà di Scienze Motorie perchè mi piace rimanere in ambito sportivo».

Condividi:
Comments
WP Twitter Auto Publish Powered By : XYZScripts.com