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Volley

Irene Mostardini tra maturità, play-off e il futuro americano

Irene Mostardini dell'Upv Buggiano
Irene durante una fase di gioco

Mese delicato per Irene Mostardini, libero dell’Am Flora Buggiano che in pochi giorni si gioca la maturità e i play-off per andare in serie B2

Irene Mostardini sorride, si asciuga il sudore e si stringe metaforicamente la fascetta attorno alla testa come Rambo. Questo giugno sarà impegnativo per lei, sia dal punto di vista scolastico che dal punto di vista sportivo. La maturità alle porte e il doppio confronto con l’Ariete Prato le impongono un’attenzione mai avuta prima. «Entro il prossimo weekend dovrei aver fatto l’esame» esordisce Irene «ma dovrei saperlo lunedì, proprio tra gara-1 e gara-2 dei quarti di finale». Sono giorni palpitanti per lei, tra uno sguardo al pallone da difendere, a tutto il programma da ripassare e a un futuro negli USA. Ma andiamo con ordine.

DAD, VOLLEY E MASCHERINE

Dal pensiero iniziale di fare tutta la stagione in presenza si è passati alla DAD per poi finire a scuola: che anno è stato?

«Destabilizzante senza dubbio» conferma Irene «perché dopo un inizio in classe siamo passati ad alternare periodi a casa con altri a scuola. Onestamente però la DAD l’ho adorata perché evitare gli spostamenti mi porta a recuperare molto tempo. Infatti quest’anno oltre alla scuola e alla serie C allenavo sia a Buggiano l’Under 15 e l’Under 12 che a scuola dove insegnavo la pallavolo ai bambini di prima e seconda superiore nell’alternanza scuola-lavoro».

Accidenti, quindi il volley ti pervade a 360 gradi?

«Eh davvero, facendo il liceo sportivo è naturale! A chi pensa però che sia un liceo molto “pratico” si sbaglia perché abbiamo tante ore di teoria e quest’anno non è stato facile. Dal vivo infatti è coinvolgente, ma col professore di fronte a un computer si perdono tante piccole cose. Inoltre quando siamo stati in presenza la mia classe è stata trasferita in un distaccamento a Pieve a Nievole dove ogni volta per andare in palestra c’era da spostarsi. Un’altra difficoltà ha riguardato la pratica: sia la mia classe che quando insegnavo ai più piccoli erano obbligatorie mascherine e distanziamento. In questo modo è molto difficile insegnare qualsiasi sport».

Esatto: durante l’anno com’è stata la vita con la mascherina e la mancanza di contatto con i compagni?

«Tutto molto diverso e tutto molto difficile perché andava contro un ambiente di socializzazione come dovrebbe essere quello scolastico. Non potersi avvicinare al compagno, non potersi alzare durante la ricreazione nè potersi prestare il materiale scolastico e spendere il 90% delle ore al banco è stato veramente difficile. Fortunatamente nella mia classe non ci sono mai stati alunni positivi e abbiamo tirato dritto senza quarantene e preoccupazioni».

L’esame è alle porte: come si svolgerà e quali sono le tue paure?

«Il giorno della prova orale ognuno di noi esporrà il proprio elaborato (nel mio caso la Tecarterapia) e in seguito o riesci a collegarci tutte le materie oppure da un’immagine proiettata dovrai iniziare i tuoi collegamenti. Se posso dire di esser tranquilla su scienze motorie dove potrei anche non studiare, a fisica sono nel panico! La DAD mi ha permesso di arrivare all’esame con otto, ma onestamente so di saperne veramente poca…».

Dimmi la verità: è più stressante entrare in battuta sul 21-21 o ripassare tutto il programma di fisica?

«Dipende sicuramente dalla situazione e in che ruolo devo entrare. Se mi capita di entrare in battuta come alzatrice vado nel panico! In quel caso meglio a scuola dove in qualche modo posso cavarmela: ad alzare sono più in difficoltà…».

Le tue esultanze sono spesso immortalate nelle foto: esulti così anche a scuola dopo un gran voto?

«Sì, esulto così in ogni frangente, non riesco a trattenere le emozioni. Non riesco ad essere molto calma anche quando riportano i compiti o finisce un’interrogazione. Probabilmente è dovuto anche al mio ruolo: essendo libero devi riuscire ad esultare e liberarti anche quando ha segnato la compagna. Anche perché se aspetti di esultare per un tuo punto ne passa di tempo…».

UNA STAGIONE DA TERMINARE… AL MEGLIO

Passiamo al Buggiano: come hai gestito l’alternanza con Del Rosso in alcune fasi della stagione?

«Fin dall’inizio non c’è mai stata una definizione chiara di chi dovesse giocare, ma stiamo sempre all’erta per farci trovare pronte quando è il nostro turno. Il rapporto con Agnese è ottimo, molto difficile tra due atlete dello stesso ruolo che si disputano una sola maglia. Per entrambe quest’anno era il primo da titolari in serie C. Lo scorso anno facevo la seconda a Chiara Maggiani, ma lei aveva alle spalle un’esperienza enorme con palcoscenici anche di B2».

«Sulla stagione in corso» prosegue Irene « dico di essere positiva ed ottimista per il finire di campionato. Tranne l’inizio della seconda fase dove abbiamo avuto qualche difficoltà dovuta all’assenza di due pilastri come Goretti e Bettaccini, abbiamo sempre macinato gioco. Da quel momento di difficoltà in cui ci siamo buttate giù psicologicamente, siamo rinate anche nelle gare in trasferta. Gara spartiacque quella di Arezzo dove a un passo dal baratro ci siamo rialzate e inanellato solo vittorie».

«Già in precedenza avevamo avuto un momento di appannamento poco prima di Pasqua quando in seguito a due sconfitte consecutive alcune atlete furono colpite dal Covid e ci siamo fermati. Fortuntamente non è stato niente di grave, abbiamo fatto gruppo, ci siamo compattate e risalendo la classifica ci siamo prese una secona posizione e i quarti di finale che meritavamo».

Fa più paura l’Ariete Prato o la slide che spunterà il 19 all’esame di stato?

«La paura è solo per la slide! Per Prato invece più che di paura parlerei di riscatto perché vogliamo rifarci dopo la brutta gara giocata nella prima fase in casa loro. Già da quel momento avevo capito che loro erano una squadra forte e mi aspettavo di ritrovarli in fondo. Insieme pensavo ci fosse anche Viva Volley, ma il numero incredibile di infortuni che hanno avuto gli ha tagliato le gambe. Ariete sia fisicamente che in fatto di esperienza non vede l’ora di asfaltarci, ma anche noi abbiamo i nostri punti di forza…».

IRENE A STELLE E STRISCE

Infine dopo la maturità che progetti hai?

«Intanto la prossima stagione mi iscriverò a Scienze Motorie poi dalla stagione successiva andrò a studiare in America».

Questa decisione da dove è saltata fuori?

«Su Instagram avevo adocchiato un’associazione che metteva in contatto delle pallavoliste con i coach americani e c’era la possibilità di vincere una borsa di studio per studiare lì dato i costi. Dopo essermi iscritta senza dirlo a nessuno, ho fatto qualche telefonata, alcuni test d’inglese e mi son messa in contatto con squadre americane. Per conoscerti oltre alle dimostrazioni dal vivo (gli showcase), fisicamente impossibili in questo periodo storico, vi è quella di postare video delle tue partite tramite i quali ti valutano. Fortunatamente sono stata scelta, ma al momento non so ancora per quale università. Credo che la decisione arriverà verso l’autunno».

Complimenti allora! Come si struttura l’abbinamento volley-università negli USA?

«Negli Stati Uniti è molto diverso da qua, non solo per il costo, ma proprio per il concetto di sport che hanno. A me piacerebbe diventare preparatore atletico e sono sicura che in Italia non ci sono tanti sbocchi come all’estero. Sul piano pallavolistico là ci sono due divisioni importanti come la NCAA e la NAIA, a loro volta suddivisi in tre divisioni per livello d’importanza. L’università in cui studi è quella in cui giochi».

Con un futuro così roseo alle porte è inevitabile non farle il tripo degli auguri: per la maturità, per i play-off di serie C e per l’avventura americana!

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Assurdo amante della storia (da prenderci due lauree) e del calcio (da confondere van Basten con van Gogh), considera ancora il televideo più veloce di alcune app. Per lui la domenica senza calcio è un lunedì venuto male.

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