Connect with us

Basket / Serie A

Michele Carrea, un allenatore in cammino: ecco chi è il nuovo condottiero del Pistoia Basket

Michele Carrea

Michele Carrea lascia Biella e firma un biennale con il Pistoia Basket: scopriamo meglio chi è il nuovo coach biancorosso, che prende l’eredità di Paolo Moretti

Michele Carrea è il nuovo allenatore del Pistoia Basket. Under 40, debuttante in Serie A, ma con alle spalle già una carriera in cui ha saputo ritagliarsi tante soddisfazioni, prendendosi spesso i giusti riconoscimenti, come testimoniano anche gli ultimi quattro anni a Biella, nei quali è riuscito a portare per tre volte la squadra ai playoff, altrettante volte alle finali di Coppa Italia LNP, oltre ad aver vinto il titolo di miglior allenatore della Serie A2 nella stagione 2016/2017. Certamente l’esperienza piemontese gli tornerà utile anche da queste parti, del resto quello è un posto dove è bello fare basket perché c’è la quiete della provincia ma la grande passione di una piazza che ama questo sport e negli ultimi anni è stata abituata a palcoscenici più prestigiosi. Insomma, un microclima molto simile a quello del PalaCarrara.

Carrea può essere definito in tanti modi, forse uno dei più azzeccati è quello di allenatore in cammino. L’immagine, magari strana per il mondo della pallacanestro, rende però bene l’idea. Del resto il nuovo allenatore dell’OriOra è uno che è partito presto e da lontano, facendosi tutta la gavetta prima di meritarsi questa grande occasione nella massima serie. Classe ’82, come allenatore ha iniziato all’Urania Basket a l’età di 22 anni. Formatosi professionalmente a stretto contatto con i giovani, nel 2008 ha assunto l’incarico di allenatore nel settore giovanile della Junior Casale Monferrato prima di trasferirsi a Siena e poi a Codogno, all’Assigeco Casalpusterlengo, club per il quale ha ricoperto il ruolo di tecnico delle giovanili e assistente in Prima Squadra. Nel 2012 ha guidato la formazione Under 19 di Casalpusterlengo alla conquista della Coppa Italia di categoria e nel 2014 al prestigioso titolo di Campione d’Italia. Poi il quadriennio a Biella.

Il nuovo coach di Pistoia è in cammino anche perché è uno che non ha una sua filosofia da seguire ad ogni costo. Si adegua. Lo dimostra il suo percorso a Biella dove quasi ogni anno è stato costretto a ricominciare, a ridisegnare la squadra, a trovare un nuovo stile di gioco da cucire addosso ai suoi ragazzi, esalandone le caratteristiche e provando a mascherarne i limiti. Ha proposto sia il basket frizzante e veloce delle squadre toste in difesa che recuperano palla e si gettano in contropiede, così come quello più compassato e ragionato di chi sa di avere le armi per far male e cerca con pazienza e fiducia di innescare le proprie bocche di fuoco nella situazione più ottimale. Grinta, cuore e un ruolino di marcia interno invidiabile sono state caratteristiche costanti delle sue ultime annate. Carrea, come i veri camminatori, non ama urlare. Riesce a farsi capire in altri modi, ragionando, levigando i pensieri e le parole, così come il gioco, provando e riprovando fino a dargli una forma e una sostanza. Il tutto cercando di essere moderno, perché da sempre lavora tanto e bene con i giovani, perché è social e perché è uno di quelli che ha capito quanto è importante oggi comunicare con l’ambiente circostante.

I suoi maestri non sono dei giganti delle panchine o dominatori da Eurolega, ma allenatori molto bravi che hanno scritto pagine importanti in tante piazze italiane venute alla ribalta negli anni passati. Il primo con cui ha iniziato è Cesare Riva, mentre Andrea Zanchi è quello che lo ha lanciato nel mondo dei grandi quando era a Casalpusterlengo. Poi, per sua stessa ammissione, gli altri con cui ha lavorato e da cui ha cercato di carpire segreti sono Marco Calvani, Marco Crespi, Giancarlo Sacco e Simone Lottici. Tutta gente che spesso ha fatto fortuna con la praticità e la difesa, minimi comun denominatori che verosimilmente ritroveremo anche nella prossima OriOra. E poi Carrea è un allenatore in cammino perché ama letteralmente farlo. La scorsa estate ad esempio, dopo aver completato il mercato e prima del raduno della squadra, si è messo sulle spalle uno zaino e armato di un bastone e di un cappello di paglia è partito per il Cammino di Santiago: da Villar De Mazarife fino alla cattedrale di San Giacomo in piazza Obradoiro.

Adesso la strada lo ha portato a Pistoia, in Serie A, mettendolo davanti ad una sfida per lui inedita e affascinante. Sarà il pilastro di un nuovo progetto e avrà il compito di ridare entusiasmo e stimoli ad una piazza fiaccata dall’abitudine e sfinita dal logorio dell’ultima stagione. Un compito arduo, ma che è nelle sue corde. E lo farà camminando, a passo lento, lui avanti e, si spera, tutti gli altri al suo fianco.

Condividi:

Originario di Montecatini, giornalista, dal 2005 scrive su Il Tirreno e dal 2014 anche per Pistoia Sport. Ama in maniera viscerale lo sport e le sue storie. Nel tempo libero cerca di imitare le gesta sportive dei campioni, con scarsi risultati. Tattico "ad honorem" della redazione.

Comments
WP Twitter Auto Publish Powered By : XYZScripts.com