Connect with us

Basket

Nel nome di Kobe

Scatta oggi il 1° Memorial Kobe Bryant, protagonista il basket ma sopratutto le emozioni per il ricordo di uno dei più grandi campioni di sempre

Il colpo d’occhio delle prime foto circolate tra le chat dei soliti beniformati, con il campino di Cireglio rimesso a nuovo e lustrato con un iconico fondo giallo-viola Lakers, fa già venire i lucciconi. Era previsto per l’agosto 2020 l’omaggio al Black Mamba del paesino sulle colline pistoiesi dove il futuro campione abitò con la famiglia tra l’87 e l’89. Poi sono arrivati due rinvii a causa della pandemia, ma per il 1° Memorial Kobe Bryant, Cireglio tutta ha lavorato per un omaggio in grande stile al suo compaesano più famoso. Quello per cui gioire, esaltarsi, passare tanti notti insonni per seguire l’Nba in cui con i Lakers ha scritto la storia, commuoversi quando già icona mondiale in un San Jacoppo di qualche anno fa, tornò a Cireglio nelle sue vacanze italiane. Quel mito, quel campione per cui non solo Cireglio non ha smesso di piangere da quel maledetto 26 gennaio 2020. Meno di un mese dopo l’Italia si sarebbe chiusa per il lockdown, di lì a poco tante cose sarebbero cambiate (forse) per sempre dal virus ma il dolore per la prematura scomparsa di Kobe nell’incidente aereo in cui è morta anche la sua piccola Gigi e altri sette innamorati della palla a spicchi è intatto. Come intatta, nonostante un mondo in ostaggio del Covid, è la spontaneità con cui si susseguono gli omaggi al campione in ogni angolo del globo.

Da oggi a martedì tocca a Cireglio che in questi anni ha aperto porte e offerto caffè a giornalisti e fans dell’asso dei Lakers curiosi di rivederlo bambino nei racconti dei ciregliesi. Telecamere e microfoni che senza dubbio si riaccenderanno su questa frazione della prima collina, fino alla serata di martedì in cui alla presenza di tanti nomi illustri tra cui coach e giocatori del Pistoia Basket, con l’intitolazione del campino del paese a Kobe Bryant. Nel giorno in cui avrebbe compiuto 44 anni. Non si riconosce tanto l’hanno rifatto bello (maniche arricchiate e olio di gomito dei ciregliesi e tanti volontari) quel campino tra i castagni, dove se la palla va fuori te la vai a cercare nel bosco, da cui puoi spiare la città in lontananza, in cui l’allenamento è compreso nel prezzo perché ci si arriva solo a piedi e con una bella discesa (all’andata) che diventa una faticosissima salita al ritorno. Quel rettangolo di gioco nascosto agli sciatori che d’inverno risalgono la Modenese per andare all’Abetone, che è una delle tappe della geografia del cuore di quell’italiano di nome Kobe, come lo definì nel suo libro Andrea Barocci nel 2015. Uno di quei tanti posti in cui Bryant junior è cresciuto, nella sua infanzia e preadolescenza italiana al seguito del fenomenale Daddy Joe, e dove da quel maledetto gennaio si cerca ovunque il ricordo vivo di Kobe. Come nelle palestre di Reggio Emilia, tra le strade di Rieti e Reggio Calabria, dove i Bryant vissero, adorati da tutti e non solo per i mirabolanti numeri in campo di babbo Joe. “Con questo evento vogliamo rendere omaggio a quello che ha dato insieme alla sua famiglia al paese- dice Alessia Pierattini– e un riconoscimento per quella visita quasi 10 anni fa in cui ci fece capire che non si era mai scordato di Cireglio e di noi”.

Il programma del Memorial (si gioca da oggi a martedì dalle 18 in poi) sarà ovviamente all’insegna del basket, ma le sfide a canestro e le gare di tiro saranno naturalmente impastate di emozioni. Pensando a Kobe il bambino che formalmente a Cireglio abitava nella villetta di via di Ciriceto, strada (tanto per cambiare) in salita che porta al vecchio metato per l’essiccazione delle castagne, il “pane” dei montanari, ma di fatto stazionava al campino fino a buio. Kobe che sfidava gli altri ragazzi ciregliesi, sfidando senza paura anche i più grandi che non erano poi mica così felici di farsi battere da quel ragazzino smilzo e longilineo che già accarezzava la retina in modo incredibile . Kobe in porta nelle partite di calcio, Kobe e la sua famiglia che sembrano divi di Hollywood e si mischiano alla gente di Cireglio per le feste, vedi la prima comunione del futuro collezionista di anelli Nba fatta nella chiesa del paese. Al campino di Cireglio quel furetto instancabile si portava dietro i compagni di classe delle Mantellate e quelle delle giovanili della Maltinti, per cui si spalancavano naturalmente le porte di casa Bryant e per cui mamma Pamela faceva le torte di mele. Kobe che fa sempre canestro nell’intervallo delle gare di serie A, Kobe che gioca nella squadra dei ragazzi più grandi, Kobe e la bicicletta rossa, pegno di una scommessa vinta con il già presidentissimo Robertone Maltinti dopo che quell’adorabile birbante cattura l’attenzione delle telecamere  all’All Star Game di Roma del 1987 in rigorosa divisa Olimpia. Kobe che gioca col babbo al Trofeo Piattelli, regalando la fama a sua insaputa per chi (Federico Biagini) quel giorno un po’ incredulo si trova a marcare un bambino che tira e segna in faccia ai grandi. Kobe ghiotto di lasagne ma anche di cialde di Montecatini (la verità fa male lo so) offerte dopo il torneo da coach Ialuna.

Kobe che a Reggio Emilia vuole “giohare” sempre e supplica in toscano coach Menozzi (“io fo canestro”) che ogni tanto deve far giocare anche gli altri. Kobe che ha già vinto tutto, ha un seguito di 50 persone, ma gira a piedi il villaggio olimpico andando a tifare gli atleti italiani. Kobe e la maglia del Milan, Kobe che gira con una carovana di 50 persone, fa vacanze blindate ma affitta un pulmino e sale le curve verso l’Appennino, per salutare gli amici delle interminabili giornate a Cireglio. Kobe e la foto ad un cartello stradale diventato cimelio e purtroppo libro di dediche all’amico campione strappato a tutti da un destino infame. “Andammo al campino e lui rimase molto male del degrado in cui versava” ricorda Alessia. “Mi chiese come mai era ridotto così e mi disse che lui ci avrebbe aiutato a rimetterlo, perché qui voleva tornare anche con le sue figlie per fargli conoscere dov’era cresciuto”. Per i ciregliesi, con la Pro Loco in testa, rimettere ora quel campino è stato come portare avanti la volontà di Kobe. Per nuove maratone di basket, calcio ed amicizia fino a che c’è giorno.

Condividi:

Innamorata delle parole, che sono centrali nella sua “dolcemente complicata” vita professionale. In primis per raccontare il basket e lo sport, dalle colonne de Il Tirreno (con cui collabora dal 2003) alle pagine web di Pistoia Sport (che ha contribuito a fondare). E poi come insegnante di italiano agli stranieri.

Comments
Sponsor
Sponsor
Sponsor
Sponsor
Sponsor
Sponsor

Seguici su Facebook

WP Twitter Auto Publish Powered By : XYZScripts.com