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Basket / Serie A

Pistoia Basket, volata prenatalizia con il doppio turno al PalaCarrara

Il Pistoia Basket di coach Carrea riceve Cremona e Pesaro, cercando di sfruttare il fattore PalaCarrara che per tre volte consecutive ha fatto sorridere i biancorossi

OriOra davanti ad un crocevia? La risposta, anche non volendo più pressione di quella che già c’è sul doppio impegno casalingo che aspetta i ragazzi di Carrea contro Cremona e Pesaro, è sì. D’altra parte una serie A godibile e frizzante, con poche cose scontate nonostante la differenza netta di valori tra le prime 6-7 e le altre, si è messa alle spalle la 12° giornata. Guardando al Natale, complice la maratona delle feste in campo, come la volata di fine girone d’andata.

Una volata che per Pistoia vede cinque giornate, tre prima e due dopo l’indigesto turno di riposo del 30 dicembre alla penultima d’andata, di cui solo una in trasferta. “On the road”, su quella strada leggendaria consegnata all’eterno immaginario esattamente 50 anni fa da Jack Kerouac, Pistoia finora non è stata per niente una squadra da “beat generation”.

Nessuna rivoluzione, nessun sussulto, nessuna ribellione alle altre sfere, anzi lontano dal PalaCarrara sono arrivate sette sconfitte su sette gare. L’ultima domenica a Brescia, sul campo di una Leonessa che dopo aver addentato Pistoia, ha sbranato nientemeno che il Darussafaka firmando un’impresa dove c’è tutta l’ambiziosa grinta del comandante Diablo.

D’altra parte va detto che Pistoia è la squadra che di più ha giocato lontano da casa ma anche una delle sole tre formazioni con lo 0 alla casella vittorie esterne. Le altre due sono l’incompiuta Venezia e il fanalino Pesaro. Con tre gare in casa su quattro (le prossime due e l’ultima il 5 gennaio contro la Sassari del Poz) e un’unica trasferta da giocare (il 26 a Masnago), Pistoia può fare un passo avanti. Anche perchè tra le mura amiche, la squadra di Carrea è molto più sfrontata, meno prevedibile, positivamente inquieta e ribelle.

Pronta a sovvertire l’ordine precostituito da gerarchie e ranking. Insomma a Pistoia è un’OriOra “beat” e gli ci vorrà tutto l’ardore sovversivo per cogliere l’opportunità che il calendario sotto l’albero le porge. Meglio se riuscirà ad essere al completo e qui purtroppo c’entra una componente “non allenabile”, come si suol dire, ma decisiva. Ovvero la sfiga. Su dodici gare, l’OriOra di Michele Carrea ne ha giocate al completo solo sei. Ovvero la metà.

Nelle prime quattro gare (assenze di Brandt e Salumu), poi a Milano (assenza di Johnson) e a Brescia domenica scorsa ancora senza Brandt, Pistoia non si è presentata col il suo vestito migliore. Quello che ha sempre avuto, nelle tre vittorie. Ottenute, guarda caso con la squadra al completo. Dove qualcuno gioca più del previsto (il jolly Wheatle) e qualcuno meno (il totem Brandt), per la gestione decisa di Carrea. Carrea che domenica si troverà di fronte Meo Sacchetti, il ct azzurro, simbolo del rilancio della Vanoli post retrocessione/ ripescaggio.

Dopo un inizio incerto (due vittorie in sette giornate), la Vanoli arriva al PalaCarrara dopo cinque successi filati e in rampa di lancio. “Tutti parlano di Crawford, Mangok e Aldridge che ci mancano, ma ci manca anche Pippo Ricci” ha detto con il solito fare sornione alla “Gazzetta” Super Meo. Tutto vero, i big sono partiti. Ma la sua Vanoli è ugualmente una mina vagante per il campionato e un test difficile per l’OriOra.

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Innamorata delle parole, che sono centrali nella sua “dolcemente complicata” vita professionale. In primis per raccontare il basket e lo sport, dalle colonne de Il Tirreno (con cui collabora dal 2003) alle pagine web di Pistoia Sport (che ha contribuito a fondare). E poi come insegnante di italiano agli stranieri.

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