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Basket / Serie A

Pistoia, la rabbia è naturale: i ragazzi di Brienza non sono questi

Nel post gara parole dure ma necessarie. L’ira è ora da trasformare in furia agonistica per tornare subito se stessi

Un Nicola Brienza così arrabbiato non si era forse mai visto in questo ormai triennio sulla panchina del Pistoia Basket. L’atteggiamento dei suoi ragazzi, sul parquet «fin dalla palla a due senza testa», proprio non gli è andato giù. Più che comprensibile, tanto per la forma recente quanto per le ambizioni. La sconfitta con Treviso lascia l’amaro in bocca più di molte altre. Non tanto per il risultato in sé, quanto per come questo sia maturato.

ASSENZA DI CONCENTRAZIONE

Una Pistoia «molle» l’ha definita Wheatle. Un pieno controsenso rispetto a tutto ciò che conosciamo di questa squadra. Solitamente affamata, aggressiva, intensa, la Estra vista contro la Nutribullet ha peccato sotto tutti questi aspetti. Un calo di tensione – dopo tre vittorie consecutive – sì prevedibile ma anche preventivabile. I biancorossi sono apparsi scollegati, fuori focus. La colpa se l’è presa lo stesso tecnico – «le responsabilità della sconfitta sono tutte mie» – dimostrando di essere un fuoriclasse della panchina anche a livello comunicativo.

Perfetto il suo pensiero espresso in conferenza stampa. Prima i meritati complimenti all’avversaria, poi una rabbia naturale perché tutti siamo consapevoli di cosa questa squadra sia capace se gioca il “suo” basket. Parole dure, colorite ma necessarie. L’obiettivo salvezza è vicinissimo ma l’aritmetica ancora non offre garanzie. Lecito poi essere amareggiati per un’occasione persa in ottica play-off. Un sogno giustamente accarezzato. Non un traguardo annunciato ma la chance di coronare una stagione che diventerebbe «leggendaria».

Il tecnico si è preso sulle spalle il macigno del KO, comportandosi come giustamente un allenatore deve fare in momenti come questi. Sollevando i suoi ragazzi da ogni peso, provando a restituire loro un minimo di serenità. Già da domani sarà tempo di pensare alla visita nella corte del colosso Virtus. Un’altra disputa da Davide contro Golia in cui servirà rivedere quel carattere da underdog decantato durante la stagione. «Bava alla bocca e sangue agli occhi», la ricetta di Pistoia per vincere non è cambiata, va solo applicata di nuovo dopo un weekend negativo.

L’ILLUSIONE DEL TERZO QUARTO

E pensare che – nonostante tutto – a metà terzo quarto l’inerzia pareva davvero essere ribaltata. Pistoia era appena tornata in vantaggio e toccava il +3 con Varnado. In difesa stringeva le maglie e riusciva a difendere per due possessi in fila, dopo aver perso la lotta a rimbalzo. Riconquistata palla, lancio lungo di Willis per Wheatle ad inchiodare il +5. Pochi attimi più tardi due errori da 3 in sequenza con Moore e Varnado e la partita scivolava di nuovo via dalle mani. Un’ulteriore conferma della mancanza di connessione alla gara.

Brienza nemmeno ha voluto soffermarsi troppo sul basket giocato perché questa sconfitta parte da più lontano. Come accade dopo una batosta, l’imperativo sarà ora tramutare la rabbia in furia agonistica. Lo sanno i giocatori, sicuramente i primi delusi dalla propria prova. Troppo poco quanto visto negli ultimi secondi di match. Troppo largo ormai lo strappo da ricucire e quel -1 che – differenza canestri a parte – paradossalmente fa ancora più male per quale sarebbe potuto essere l’esito della sfida con una concentrazione maggiore.

UNA NUOVA SCOSSA

Il match di Bologna è la classica partita che non ha bisogno di motivazione. Pistoia affronterà una delle migliori squadre d’Europa nella loro rovente arena. Un palazzetto dal clima infuocato visto anche il massiccio esodo previsto dalla città. Sono infatti almeno quattro i pullman pronti per viaggiare in direzione del capoluogo emiliano. Un impegno eufemisticamente ostico per il quale le aspettative di vittoria è normale siano inferiori rispetto al solito.

Tutto al contrario invece per quanto riguarda la performance. Brienza e i suoi ragazzi in primis avranno desiderio di dare una risposta decisa e tornare subito a essere loro stessi. In questi casi, l’unica cosa utile diventa provare a trovare un lato positivo. Una strigliata del genere può far scaturire una nuova e prorompente scossa. Davanti gli ultimi sei impegni per chiudere un’annata strepitosa, chissà, magari oltre il prossimo 5 maggio.

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