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Basket / Serie A2

Pistoia punta sulla continuità. L’ex Ramagli: «Quei valori sono una base di partenza»

«Aggiungere un giocatore potrebbe far fare un passo in più alla squadra» le parole dell’ex tecnico biancorosso sulle scelte di Pistoia

La scorbutica semifinale con Pistoia è tra gli snodi decisivi della stagione trionfale della sua Tezenis Verona. Lo dice Alessandro Ramagli, da poco rientrato a Livorno, dopo settimane no stop di festeggiamenti in cui tra un ricevimento ufficiale e la mega festa al Parco Ottocento (1500 risotti e altrettanti poster autografati serviti ai tifosi), la Tezenis ha vinto pure lo scudetto dilettanti battendo l’altra neopromossa Scafati.

Con la quarta promozione nella massima serie, Ramagli ha rotto la maledizione della Scaligera che torna in A1 dopo vent’anni e le tante delusioni di anni da eterna incompiuta. Dopo Pesaro, Biella e Virtus Bologna, il coach livornese ex Pistoia Basket rilancia un’altra grande piazza. Del suo di rilancio, di riscatto in quell’A1 lasciata malamente con l’esonero proprio in via Fermi nel 2019, non vuole nemmeno sentir parlare. «Uno sportivo pensa a vincere, non a riscattarsi» ci dice con la solita franchezza di un professionista quotato ed esperto. Quella con cui ha incassato i fischi (“normale rivalità senza astio”) del popolo biancorosso per cui, nonostante la sciagurata stagione insieme, ha sempre avuto parole di grande stima.

Coach, qual è stato il segreto della sua Verona?

«Il nostro segreto è non aver mai pensato troppo a dove potevamo arrivare- dice Ramagli- non eravamo i più accreditati e non ci siamo auto accreditati. Prima pensavamo a cancellare la penalizzazione, poi a prendere il miglior piazzamento playoff, poi quando arrivi in fondo capisci di avere valori da mettere in campo e ci hanno creduto soprattutto i ragazzi».

Qualcuno non si ricorda che la sua squadra ha trionfato partendo da -3…se dovesse raccontare la stagione in poche immagini, quali sceglierebbe?

«Abbiamo iniziato con due ko di un punto, con un americano a mezzo servizio. Poi c’è stato il brutto infortunio dei due play, di cui uno ha finito anzitempo la stagione (Penna, ndr). Qualcosa è cambiato quando nella gara in casa contro Scafati alla fine del girone di ritorno, abbiamo vinto dopo esser stati sotto di venti all’intervallo. Nei playoff Mantova e Pistoia sono state brave ad allenarci bene e farci capire che dovevamo fare ancora meglio. Tanto da giocare la finale  con un livello superiore rispetto ad Udine, che forse è arrivata con più facilità in finale pensando di avere un comodo lasciapassare verso l’A1».

Che sensazione le hanno dato i fischi del PalaCararra, piovuti anche sull’altro ex, il suo capitano anche lui toscanaccio Rosselli?

«Ho avuto la tipica accoglienza di un avversario che è pure ex che è stato lì in una stagione brutta e sfortunata. Tra l’altro è stata una serie giocata anche sulla comunicazione, un fischio più, un fischio meno…La  verità è che con l’ambiente pistoiese ho mantenuto un buon rapporto sia con persone del club, con i tifosi, col capitano e con lo staff di Brienza c’è stato un rapporto di grande sportività. C’era forte rivalità ma senza astio».

Torna in A1 dopo quella “brutta e sfortunata” stagione pistoiese, ha voglia di riscatto?

«Se penso al ritorno in A1 non penso davvero al riscatto, me lo avevano detto anche quando sono tornato a Verona, chiedendomi se lo avevo fatto riscattarmi . Io penso che torniamo in A1 e sarà bellissimo e durissimo. Saremo una Cenerentola ma conosco bene il ruolo».

Condivide la scelta di continuità di Pistoia verso la prossima stagione di A2?

«Confermare l’impianto della squadra è una scelta intelligente, la squadra funzionava in campo e fuori. Un americano è già stato individuato, mantenere la coppia di ali con Wheatle sarebbe importante. Ai miei amici pistoiesi dico che non è mai facile , né scontato confermarsi. Quei valori sono una base di partenza ma ci vogliono tante cose, anche fortuna e se posso permettermi una piccola risorsa in più per allungare la rosa rispetto all’anno scorso. Aggiungere un giocatore potrebbe far fare un passo in più alla squadra».

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Innamorata delle parole, che sono centrali nella sua “dolcemente complicata” vita professionale. In primis per raccontare il basket e lo sport, dalle colonne de Il Tirreno (con cui collabora dal 2003) alle pagine web di Pistoia Sport (che ha contribuito a fondare). E poi come insegnante di italiano agli stranieri.

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