Cronaca
Pistoia verso la “fase 2”. Tomasi: «Più attenzione a bar e ristoranti. Ripartano i cantieri»
Il sindaco di Pistoia Tomasi: «Crediamo che ci sia necessità di un coordinamento migliore tra i diversi livelli di governo»
Seconda conferenza stampa, da marzo, per il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi, che ha riepilogato le criticità – esposte tramite una lettera al presidente della Regione Enrico Rossi – riguardo a questo periodo di chiusura e stallo in attesa della “fase 2”.
La lettera a Rossi
«Crediamo che ci sia necessità di un coordinamento migliore tra i diversi livelli di governo, ovvero che si definisca quadro certo e stabile con norme chiare e che si possa superare i codici Ateco» così inizia la lista dei suggerimenti. «Non è possibile che a un Dpcm del Governo segua un’ordinanza della Regione che modifica tempi e normative e che poi ce ne sia una del sindaco. È quello che è avvenuto con cartolibrerie e negozi per bambini. Lo dico senza criticare: ogni regione ha necessità diverse, ma ci deve essere chiarezza per far lavorare bene i sindaci». «Inoltre, le regole – prosegue Tomasi – devono essere commisurate alle attività a cui si indirizzano. Altrimenti si grava ancora di più sui piccoli commercianti per costi e ulteriore burocrazia. Bisogna fare presto e bene perché l’economia non può reggere un altro mese così. L’80% delle persone che hanno chiesto buoni spesa erano sconosciute ai servizi sociali: la situazione è più grave di quanto si possa pensare». Per il primo cittadino di Pistoia, al fine di evitare ingiustizie, è fondamentale anche un coordinamento tra Regione e prefetture: ad esempio ci sono esercizi chiusi in una provincia e aperti in un’altra. È il caso dei fiorai, che a Prato lavorano e nel pistoiese no.
Il comparto Sala, un tema delicato
«La ristorazione – spiega il sindaco – è un componente importante del nostro centro storico, che dopo due mesi di chiusura si è evoluta nel delivery. Oggi chiede di poter far anche take away o ritiro su appuntamento. Ricordo che sono comunque dei palliativi e non permettono di rimanere in piedi, in tanti non riapriranno. Sono preoccupato perché anche i proprietari dei fondi iniziano ad avere un atteggiamento non tollerabile mentre il paese è in ginocchio». Nella lettera è anche indicata la possibilità di far vendere ad asporto a tutti gli esercizi di somministrazione di cibi e bevande, al pari delle attività commerciali alimentari.
Far ripartire i cantieri
«Serve una ripartenza immediata dei cantieri edili – scrive Tomasi a Rossi – non c’è periodo migliore per fare i lavori, soprattutto quelli pubblici. Impianti sportivi, strade, scuole: bisogna che la Regione e il Governo mettano in piedi un meccanismo che permetta alle ditte vincitrici degli appalti di venire, anche da fuori, e riprendere in mano quel che avevano interrotto».
In questo senso il sindaco chiederà anche di poter riaprire i bed ad breakfast per ospitare le persone che hanno necessitò di venire in città per lavoro. «Con la riapertura di Hitachi e delle aziende dell’indotto in tanti si sposteranno e servono posti dove pernottare». Lo stesso si può dire degli operai delle ditte che dovranno, a un caso, tornare a Pistoia. A proposito di Hitachi, non era stata convocata dalla Regione nel primo incontro con le aziende e ci siamo adoperati noi. Se la Toscana mette a disposizione i test sierologici non farli vorrebbe dire vanificare gli sforzi fatti. Questo non ha niente a che vedere con le decisioni di Hitachi a livello nazionale, riguarderebbe solo il nostro stabilimento»