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Calcio / Serie C

Pistoiese, con Lehmann sei la prima a parlare tedesco

Tra le quindici proprietà straniere nei professionisti italiani, la Pistoiese sarà la prima teutonica nel nostro calcio

Con il passaggio delle quote di maggioranza della Pistoiese dalla Holding Arancione della famiglia Ferrari alle aziende dell’imprenditore tedesco Stefan Lehmann per la prima volta una squadra pistoiese parlerà straniero. Ma non sarà l’unica novità. Infatti nel calcio italiano per la prima volta si è affacciato un imprenditore tedesco. Dopo la diffusione a macchia d’olio delle proprietà americane l’arrivo di Lehmann proverà a risollevare le quote europee nel nostro calcio.
Ma andiamo con ordine.

Se per tanti la prima società tra i professionisti a non parlare più italiano fu la Roma nel 2011, non è del tutto vero.
Infatti nei dilettanti qualche mese prima in riva alla laguna qualcosa era cambiato. Mauro Pizzigatti, presidente del Football Club Unione Venezia – club che al tempo militava in serie D – nel febbraio 2011 aveva ceduto le quote al gruppo di imprenditori russi capeggiati dall’ex colonnello Yuri Korablin. Già la stagione seguente sarà proficua perché nel campionato 2011/12 la società lagunare verrà promossa in Lega Pro. Per Korablin sarà un’esperienza quinquennale che si chiuderà con l’addio al club nel 2015 e la morte l’anno seguente.

Tornando alla squadra della Capitale la famiglia Sensi a metà dell’agosto di quell’anno riuscì a finalizzare la cessione della società giallorossa alla cordata statunitense composta da Thomas DiBenedetto, Richard D’Amore, Michael Ruane e James Pallotta. Il loro operato a Roma si concluderà nell’estate del 2021 con la cessione al gruppo Friedkin senza aver sollevato alcun trofeo. La Roma americana sembrò comunque essere una mosca bianca tra gli sguardi di Moratti, Berlusconi e di Della Valle che però iniziarono a fiutare il vento straniero.

Infatti passarono solo due anni che nel novembre 2013 si realizzò la vendita anche dell’Inter con Massimo Moratti che aprì a Oriente. Fu una svolta storica per la società di Milano, ceduta al magnate indonesiano Erick Thohir, proprietario della International Sports Capital. L’esperienza indonesiana durerà meno di tre anni, concludendosi nell’estate 2016 con la cessione delle quote al gruppo Suning presieduto dal cinese Zhang. Sarà una cessione fruttuosa: dopo 5 anni infatti la società nerazzurra tornerà a primeggiare in Italia con la vittoria del campionato 2020-21.
Dal 2015 in poi almeno una squadra nei tre primi campionati di calcio sarà ceduta ad imprenditori stranieri.

Iniziò il Bologna che con l’avvocato newyorkese Joe Tacopina e l’imprenditore canadese Joe Saputo impresse un marchio nordamericano ai rossoblu, “sbolognesizzando” la squadra dato che proprio con la nuova società si dimise anche Gianni Morandi dalla carica di presidente onorario.
Nell’aprile del 2016 quote della Triestina passando nelle mani del triestino Mario Vittorio Biasin fecero diventare automaticamente straniere la società data la cittadinanza australiana del presidentissimo, cugino dell’ex calciatore Mauro Milanese.

Il 2017 fu l’anno del Milan perché dopo 31 anni e 29 trofei anche Silvio Berlusconi lasciò uno dei primi amori alla società lussemburghese Rossoneri Sport Investment capitanata dal cinese Li Yonghong. I dubbi che sorsero fin dai primi movimenti si realizzarono già l’anno seguente quando la società per inadempienze passò nelle mani del fondo d’investimenti Elliot Mangement Corporation che la detiene tutt’ora.

A pochi chilometri di distanza il 2017 fu l’anno chiave anche di un’altra lombarda, il Como, che subì il corteggiamento di Akosua Puni – moglie del calciatore Essien – che dopo l’acquisto della società provocò ai comaschi più di una bega. Questi riuscirono a riprendersi grazie alla SENT Entertainment, società inglese di media e intrattenimento, che rilevò il club nell’aprile del 2019, portandolo dalla serie D all’attuale serie cadetta. Anche stavolta un calciatore ci aveva messo lo zampino ovvero l’ex centrocampista del Chelsea Dennis Wise, dal 2021 amministratore unico della società.

Tre le toscane finite in mani straniere la prima a fare il grande passo fu la Fiorentina nell’estate 2019 con l’arrivo dell’italo americano Rocco Commisso che con la sua Mediacom e il suo carattere istrionico è diventato fin da subito un personaggio. Pisa e Siena seguirono all’inizio tra il 2020 e il 2021. I bianconeri vennero ceduti nell’estate del 2020 al soggetto “Noah Siena“, facente capo al fondo d’investimento armeno Berkeley Capital CJSC, riconducibile alle famiglie Gevorkyan e Gazaryan. I neroazzurri invece sono stati acquisiti a gennaio 2021 dall’americano Alexander Knaster e dalla sua Pamplona Capital Management.

Nel frattempo anche il Parma e lo Spezia avevano cambiato nazionalità. Gli emiliani hanno dovuto ringraziare l’americano Kyle Krause che ha acquisito la società nel settembre del 2020 mentre gli spezzini dal febbraio 2021 sono di proprietà del MSD Capital (Usa) di Robert Platek.

Proprio il 2021 è stato l’anno più proficuo per le cessioni dato che anche Spal, Genoa e Cesena in pochi mesi hanno subito trasformazioni epocali. I ferraresi sono stati l’ennesimo obiettivo di Joe Tacopina, divenuto presidente nell’agosto del 2021, un mese prima della storica svolta rossoblu. Infatti dopo 18 anni Enrico Preziosi è stato costretto a cedere la società all’ennesima cordata americana – la 777 Partners di Steven Pasko e Josh Wander – che ha posto come presidente il primario dell’ospedale San Raffaele di Milano Alberto Zangrillo. L’ultima società a cambiare nazionalità è stato lo storico Cesena. Infatti dopo oltre 80 anni è terminata così la tradizione che voleva il club bianconero sempre in mano a proprietari romagnoli e presidenti tutti cesenati.

Con l’arrivo a Cesena dell’americana JRL Investment Partners LLC di Robert Lewis e John Aiello le società italiane in mano a imprenditori stranieri risultano quindi essere 15 tra A, B e C. Con le 10 proprietà americane e una canadese rimane l’America la patria principale che la fa da padrone nel nostro continente contro le due europee (armena e inglese), l’unica cinese e l’oceanico italoaustraliano triestino. Largo quindi alla prima tedesca che cercherà di conquistare la piazza di Pistoia, stanca e rassegnata dopo l’era Ferrari, ma forse non ancora propensa a far sfornare al Valiani wurstel e crauti.

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Assurdo amante della storia (da prenderci due lauree) e del calcio (da confondere van Basten con van Gogh), considera ancora il televideo più veloce di alcune app. Per lui la domenica senza calcio è un lunedì venuto male.

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