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Calcio / Serie C

Dalla Fermana ai motori di Imola: quattro mesi di gaffe e scivoloni

Sul campo la Pistoiese è retrocessa, ma anche nelle dichiarazioni dei dirigenti la “salvezza” non è stata proprio centrata

A pochi giorni di distanza dalla retrocessione della Pistoiese sono ancora moltissimi i nodi da sciogliere in casa arancione a proposito della prossima stagione. La proprietà con un comunicato ufficiale pare aver dato garanzie, anche attraverso le (poche) parole pronunciate da Stefan Lehmann nel post-partita di Imola. Tra tutti gli altri dirigenti però nessuno ha proferito parola nei giorni seguenti la retrocessione, destando non pochi dubbi e anche qualche polemica tra i tifosi arancioni. Gli stessi dirigenti però nei mesi precedenti avevano parlato eccome, tra clamorose gaffe e sciagurate frasi proferite durante le conferenze pre e post-partita. Tutto comincia in una fredda mattinata di metà gennaio, quando il direttore generale Rino Caruso, presentandosi per la prima volta al “Melani” di fronte ad una cinquantina di giornalisti, pronuncia la tragica sentenza. «Il nostro unico progetto è la salvezza della Fermana» afferma l’ex Trapani per ben due volte nel giro di un minuto, attirando l’ironia e i meme di tutta Italia. La sorte aveva anche abbinato i gialloblu alla Pistoiese per i playout, prima della restituzione dei due punti all’Imolese. La Fermana poi, proprio come la Pistoiese, è retrocessa perdendo gli spareggi con la Viterbese: diciamo che Caruso non ci aveva proprio preso.

Dopo il mercato invernale caratterizzato da più di dieci acquisti nell’ultimo giorno della sessione, erano stati posti dei dubbi – legittimi – sulla qualità dei giocatori arrivati. A spegnerli subito ci aveva pensato l’amministratore delegato Alessandro Gammieri, definendo a più riprese il diesse Gianni Rosati come “un’istituzione del calcio” e “un maestro di calcio”. Gammieri aveva anche risposto in modo piccato allo scetticismo generale, spiegando come i giocatori arrivati dal mercato fossero tutti di grande valore. A conti fatti, Seculin, Marcucci, Suciu e Bocic hanno realmente dato un apporto positivo alla squadra, tutti gli altri decisamente meno. Per non parlare poi di quella che Rosati definì “la ciliegina sulla torta del mercato”: Zdenek Folprecht. Dopo la telenovela Barillà il ceco è arrivato a Pistoia con grandi attese, fallendo miseramente e contribuendo alla retrocessione con la scriteriata espulsione rimediata ad Imola. Prima della partita col Pescara il tecnico Alessandrini, nel tentativo di elogiare quanto fatto dalla squadra, parlò di una “cavalcata importante”. Evidentemente però la squadra subito dopo è caduta da cavallo, viste le tre sconfitte su quattro gare incassate dopo la dichiarazione.

Nel corso dei mesi lo stesso Rosati si è più volte esibito in veri e propri show, con dichiarazioni talvolta ben oltre il limite. Dopo la gara col Pescara il diesse arancione si sbilanciò sui playout dicendo che sarebbe stato soddisfatto di “affrontare l’Imolese con due risultati su tre a disposizione”. Peccato che mancasse da giocare l’ultima partita contro la Lucchese, sfida che ha poi visto gli arancioni uscire sconfitti con successiva perdita del vantaggio del campo per i playout. Dopo la fine della stagione regolare Rosati ha accusato duramente la regolarità del campionato, ipotizzando “un complotto tra Viterbese e Imolese”, senza specificare di quale natura. In ultima battuta, ma non per importanza, ha specificato come “Imola sia conosciuta per i motori, Pistoia per il calcio”. Risultato? Imolese salva, Pistoiese in D. In conclusione, dopo tante parole a vuoto, questa città e soprattutto questi tifosi meritano risposte chiare e veloci.

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