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Basket / Serie A

Daniele Magro: «Quanti ricordi con Pistoia in Serie A. Il mio coro un vanto»

Doppio ex di Pistoia-Sassari, oggi alla Juvi Cremona, Magro segue ancora i biancorossi: «I ragazzi ci tengono tanto a far bene. Domani bella sfida»

Tre diversi capitoli tinti di biancorosso. Tre diverse esperienze tutte speciali ed uniche a loro modo. Si torna sempre dove si è stati bene, si dice, e lo sa bene Daniele Magro. Cinque anni a Pistoia spalmati in tre diverse parentesi tra Serie A1 e A2. Una città diventata ben presto uno dei suoi luoghi del cuore, assaporata appieno fino all’ormai storica notte di Torino.

In estate, per una terza volta, i percorsi del nativo di Padova e del Pistoia Basket sono proseguiti in differenti direzioni ma il legame con l’ambiente e il coeso gruppo della scorsa stagione resta tutt’ora inossidabile. Magro è restato in A2, accettando l’offerta della Juvi Cremona dove peraltro poco dopo si è accasato anche Gabriele Benetti, altro eroe della promozione biancorossa.

LA SCELTA DI CREMONA

«Non volevo allontanarmi troppo da casa e quella di Cremona è stata subito una valida opzione – ha raccontato Magro -. Mi avevano raccontato della sua tranquillità, di come la società abbia una struttura forte e stia crescendo in fretta. Un progetto che mi ha convinto, qua credo di poter svolgere al meglio il mio lavoro».

«Qui a Cremona si sta bene – ha proseguito – . È un ambiente sereno, non richiede tanto da un punto di vista di ambizioni ma piuttosto un enorme impegno e rispetto per la maglia ogni volta che la indossi. Lo staff di coach Bechi è preparato ed esigente, le strutture sono ottime e la squadra si sta amalgamando sempre meglio. Siamo un bel gruppo con ampi margini di miglioramento».

Una buonissima partenza quella della Juvi Cremona, il cui score in classifica recita 5-4, soprattutto per quello che è l’obiettivo posto ad inizio stagione. «Abbiamo vinto tutte le sfide contro avversarie simili a noi e lottato fino alla fine con le squadre più attrezzate del girone. La partenza è stata molto buona ne siamo tutti soddisfatti. L’obiettivo resta quello di salvarsi perché con sei retrocessioni basta davvero poco per ritrovarsi nella zona calda, anche se un pochino ci siamo mangiati le dita per qualche risultato scappato contro le big».

LA FINALE PROMOZIONE

A Cremona Magro ha trovato in panchina coach Luca Bechi. Proprio il tecnico livornese durante un’intervista concessa al nostro sito, spese parole al miele per il centro azzurro definendolo dopo il 2-0 maturato al PalaCarrara il giocatore che stava spostando gli equilibri. E chissà, forse proprio dopo averlo osservato dagli spalti in quell’occasione, Bechi si convinse nel chiamarlo poche settimane più tardi.

«In quel periodo stavo veramente bene e le cose stavano andando tutte per il verso giusto. Stavamo bene assieme come gruppo, erano tanti i fattori in quel momento. Sicuramente a livello personale ero in un ottimo periodo di forma ma il risultato è sempre frutto di un lavoro di squadra, staff compreso. C’è tanto che non si vede prima dei 40′ sul parquet».

Di tutta la finale, il ricordo più luminoso non può che essere ricondotto alla liberazione dell’ultima sirena, dopo la quale è scattata la festa. Momenti scivolati via lasciando spazio a gioia e soddisfazione per il coronamento di una stagione sensazionale. Un momento però, anche per riposare dopo una stagione lunga e faticosa.

«Il mio ricordo è che mentre tutti facevano festa al ritorno in pullman da Torino io mi sono addormentato. Ero cotto, sfinito, tutti gli altri invece non riuscivano a stare fermi. Avevo bisogno di una pennica prima del rientro a Pistoia… (ride, nda). Durante gli ultimi 30 secondi della partita ogni tanto capitava di guardarci tra di noi, guardare il punteggio e il cronometro che continuava a calare. Il pensiero in quel momento era “Sta veramente succedendo?”. Una sensazione fantastica di incredulità, strana e soddisfacente allo stesso momento. Abbiamo raccolto il frutto di una intera stagione di semina ed è stato ancor più bello di quanto potessimo immaginare».

UN GRUPPO ANCORA AFFIATATO

Nella lista dei fattori più incisivi del trionfo di Pistoia in A2 vi è sicuramente ai primi posti la forza di un gruppo coeso e affiatato. Fatto di amici prima che di cestisti. «Si capisce quanto fossimo uniti l’anno scorso dal fatto che ancora oggi la nostra chat di gruppo è molto attiva – ha ammesso Magro – . Mi tengo sempre in contatto con i ragazzi e sto seguendo tutte le partite. Mi hanno raccontato del periodo complicato vissuto in preseason, le difficoltà nell’allenarsi per i vari acciacchi, la soddisfazione per le vittorie nelle ultime giornate così come la rabbia per il successo sfumato a Varese. I ragazzi ci tengono davvero tanto a fare bene. Credo sia una stagione importante per chiunque all’interno della società».

L’APPROCCIO DI PISTOIA ALLA SERIE A1

Un impatto complicato con quattro sconfitte di fila, poi la rinascita con due successi consecutivi prima dello stop di Reggio, condizionato dall’influenza. Il bilancio per Pistoia in termini di prestazioni è assolutamente positivo, con lo scalpo a Venezia a dare la consapevolezza di poter vincere contro chiunque in un campionato così livellato. Di particolare importanza però per Magro è stato il trionfo del PalaPentassuglia che sbloccò difatti la stagione di Pistoia.

«Ci sono vittorie inaspettate o quantomeno da parte di squadre sulla carta meno quotate. Mi è capitato di andare a vedere la Vanoli contro la Virtus, dove è successo proprio questo. Alle formazioni che fanno le coppe capita di arrivare più stanchi al weekend – ha spiegato il pivot che alla Reyer ha vissuto ben 5 anni di carriera -. Resta comunque aver vinto contro Venezia. Una squadra davvero tosta, con una panchina lunga e un’ambizione altissima da tanti anni. È stata una bella scossa di felicità. Forse però ancor più importante è stato vincere a Brindisi. Quando affronti una squadra in difficoltà il rischio è quello di scendere in campo col sangue agli occhi e poi gestire male la gara. A mio avviso non è stata affatto una vittoria banale».

LA SFIDA CON SASSARI

Domani, domenica 19 novembre, con palla a due alle ore 12, Pistoia ospiterà Sassari al PalaCarrara. Come è stato per la sfida contro Venezia, anche con la Dinamo per Magro sarà una gara, sebbene vista fuori dal parquet, da doppio ex. In Sardegna, il centro passato anche da Milano e Roma ha giocato nel biennio 2018/20 in Serie A1 collezionando ben due trofei: la Supercoppa italiana nel 2019 e il suo primo e fin qui unico trionfo internazionale con la FIBA Europe Cup 18/19.

«Con Sassari sarà una partita sicuramente importante vedendo la classifica attuale – ha spiegato – . Per una squadra che non naviga nelle sue solite acque è un attimo sentire la pressione e scivolare. Anche loro hanno avuto un inizio difficile causa infortuni, tra cui quelli capitati a Bendzius e Diop recentemente. Sfortuna a parte è una squadra di qualità, difficile da battere. Il PalaCarrara poi lo conoscono tutti. Sarà sempre tosto giocarci per qualsiasi squadra, credo sarà davvero una bella sfida».

I RICORDI CON PISTOIA IN SERIE A

Il palazzetto di via Fermi per Magro è stata casa anche sul massimo palcoscenico nazionale. Con i biancorossi “Pippo” – così simpaticamente rinominato dal pubblico – ha militato in Serie A nella stagione 14/15 con Paolo Moretti in panchina e per due anni consecutivi con coach Vincenzo Esposito dal 2016 al 2018. Tra i tanti ricordi, indelebili restano i momenti in cui la curva lanciava il coro a lui dedicatogli: “Pippo is on fire!”.

«Ciò di cui vado più fiero in assoluto, già dai tempi della Serie A, era il fatto che fossi l’unico giocatore con un coro personalizzato – ha ammesso – . È sempre stato un mio vanto. Poi ci sono state coreografie bellissime, ricordo le sfide con Cantù, l’approdo ai play-off. Fu meraviglioso giocarli a Pistoia perché furono vissuti con un calore unico. Riuscire ad allungare la stagione per un pubblico che aspetta impazientemente di tornare al palazzetto per vivere certe sensazioni è stato qualcosa di speciale. Il tifo poi ci ha sempre sorretti anche nei momenti più difficili. La gente percepisce i tuoi sforzi ed è sempre bello sentire questa energia».

Magro ha poi proseguito raccontando nello specifico le annate vissute in Toscana, tra stagioni buone e meno buone, in cui senza dubbio il culmine fu raggiunto con il 7° posto nella regular season 16/17 valsi i quarti di finale play-off contro la Reyer Venezia. «L’anno con Paolo Moretti fu particolare – ha raccontato – . Ci furono alcuni problemi con diversi cambi nel roster, forse io non ebbi il mio anno migliore ed in generale ci mancò continuità. A dire il vero il rapporto con lui non è mai decollato fino in fondo ma nonostante tutto non posso parlarne male come allenatore, ha sempre ottenuto risultati molto buoni. Quell’anno alla fine ci salvammo e proprio qui alla Juvi Cremona ha ottenuto un’altra permanenza in categoria lo scorso anno».

«Ad Enzo devo tanto per diversi motivi – ha continuato – . Lo ho avuto due anni a Pistoia e per metà stagione proprio a Sassari. Con lui mi sono trovato molto bene, Ha un carattere molto forte e un bel modo di pensare la pallacanestro anche se forse non è per tutti. Anche con Nicola mi sono trovato davvero bene – ha infine aggiunto parlando anche di coach Brienza – . Ci siamo sempre venuti incontro in tutte le situazioni e i comportamenti da avere in campo. Sono stato contento di aver fatto due anni con lui e con il suo staff, senza Tommaso e Luca non sarebbe stata la stessa cosa. Hanno fatto tutti un grande lavoro».

GLI AUGURI PER LA STAGIONE

Concentrato sull’avventura alla Juvi Cremona ma con un occhio – e il cuore – ancora rivolto verso Pistoia. Magro non può che augurare il meglio non solo per la sua attuale squadra ma anche per i biancorossi.

«L’importante è sempre dare il massimo, cercare di trovare continuità e sfruttare al meglio qualsiasi occasione ti capita davanti. Non ci sono trucchetti. La speranza ovviamente è che entrambe le squadre facciano una grande stagione, ottenendo i rispettivi obiettivi e magari togliendosi qualche bella soddisfazione e regalandone ai tifosi. Questa è una delle sensazioni più belle che un giocatore può provare oltre ai risultati personali e di squadra».

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