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Calcio / Serie C

Panelli, dai dilettanti alla Serie C. Che ricordi con Aglianese e Montecatini!

Tommaso Panelli a 360°: dalla promozione sfiorata con l’Aglianese alla Serie C col Rimini. Il difensore: «È un sogno che si avvera»

Partire dal basso, costruirsi fra i dilettanti e infine spiccare il volo verso il professionismo. Questo potrebbe essere un ottimo riassunto per descrivere la vita calcistica di Tommaso Panelli, difensore classe 1994 attualmente in forze al Rimini in Serie C. Tommaso, infatti, ha cominciato la carriera nello Scandicci, per poi girare fra Gavorrano, Castelnuovese, Fortis Juventus e ancora Scandicci. Nella stagione 2017-2018, poi, il giovane centrale approda alla Sestese, cambiando casacca l’anno dopo accasandosi al Montecatini. Da qui l’Aglianese e infine il Rimini, di cui, dopo aver vinto il campionato di Serie D l’anno scorso, è colonna portante. Il legame con il calcio della nostra provincia, però, è indissolubile, e a confermarlo è lo stesso Panelli, che si racconta fra gioventù, maturità e affermazione nel professionismo.

UN SOGNO CHE SI AVVERA

Partiamo dal presente Tommaso. Questo è il tuo primo anno tra i professionisti dopo tanta gavetta, com’è arrivare a giocare in Serie C?

«È sicuramente una grande emozione, per me è un sogno che si realizza. Ho dovuto aspettare il mio momento ma alla fine il lavoro ha pagato, opportunità del genere non vengono regalate. Ovviamente ci sono tante differenze con il mondo dilettantistico, in primis per quanto riguarda la qualità dei giocatori. Ogni rosa comprende 3 o 4 individualità sopra la media, calciatori capaci di fare la differenza. In ogni partita ci misuriamo con avversari fortissimi, andando a giocare in piazze molto blasonate. L’altra grande differenza, infatti, sta nell’organizzazione che hanno le varie squadre. Alcune di queste sono società storiche con un seguito incredibile, si respira un’aria diversa insomma».

C’è qualche giocatore in questa Serie C che ti sta impressionando?

«Il livello è molto alto, anche nel nostro spogliatoio ci sono calciatori incredibili come Vasco Regini, che ha giocato in serie A con la Sampdoria per tanti anni. Ma non solo lui, in difesa con me Nicholas Allievi e Nicolò Gigli sono altri due mostri sacri. Condividere il campo con questo tipo di persone ti fa crescere sotto tanti punti di vista. Può sembrare contraddittorio ma più un calciatore è forte e più è umile. Questo ti permette di imparare molte cose, soprattutto per quanto riguarda il profilo umano. Se invece dovessi fare il nome di un avversario che mi ha lasciato a bocca aperta direi Mbakogu del Gubbio, anche lui con un passato in serie A. Ciò che mi ha colpito dell’attaccante nigeriano è la struttura fisica, è veramente un giocatore incontenibile».

Per ora hai disputato 8 partite, di cui 6 da titolare, e in queste 6 il Rimini ha sempre vinto tranne l’ultima in cui ha pareggiato: ti aspettavi un impatto simile? 

«Aspettarmelo no, diciamo che ci speravo. Essere parte di una rosa forte mi ha sicuramente aiutato, i miei compagni hanno velocizzato il mio processo di ambientamento con il professionismo. Credo di aver compreso insieme alla squadra cosa vuole il mister, questo ci permette di fare belle prestazioni. Quest’ultime vanno di pari passo con quelle personali, alla base di tutto c’è il gruppo che è sempre più importante dei singoli. Ancora però non abbiamo fatto niente. L’inizio di stagione è stato sicuramente positivo ma la strada è ancora lunga, dovremo esser bravi a rimanere concentrati sul campo partita dopo partita».

DOLCI RICORDI

Durante la stagione 2020-2021 eri all’Aglianese, e in quell’anno la squadra sfiorò la promozione. Che ricordi hai di quel periodo?  

«Parto col dire che senza la parentesi all’Aglianese probabilmente oggi non sarei al Rimini. Dopo l’Eccellenza, infatti, i neroverdi mi diedero l’opportunità di rimettermi in mostra in un campionato importante come la Serie D. La prima stagione (2019-2020, ndr) non fu facile, poi nella seconda andò tutto a gonfie vele. I ricordi sono tutti positivi, le persone e l’ambiente erano eccezionali. Non so se quello sia da considerare effettivamente l’anno della svolta a livello personale, però sicuramente far parte di una squadra come l’Aglianese, costruita per vincere il titolo, ti fa crescere tanto».

Noti delle somiglianze fra quell’annata e questa che stai vivendo col Rimini?

«Parliamo comunque di due squadre forti, seppur in categorie diverse. In entrambi i casi, per poter giocare, è necessario avere una mentalità differente. Penso sia questo il segreto per una squadra vincente. Oltre alle qualità tecnica, infatti, ci vuole qualcosa in più. A questi livelli bisogna rimanere concentrati tutta la settimana senza staccare mai la spina. Non esiste l’io, l’unica cosa che conta è il gruppo. Non a caso le cose che ho imparato ad Agliana me le porto dietro tutt’ora».   

Hai risentito qualcuno dei tuoi vecchi compagni?

«Certamente, sono rimasto in contatto con tutti. Sento spesso i miei ex compagni proprio perché in quello spogliatoio si era venuta a creare un’atmosfera magica. Ci aggiorniamo costantemente su come stiano andando le nostre carriere, il calcio serve anche a creare legami come questi. Ovviamente parlare di Aglianese non può che farmi tornare in mente anche quella bruciante sconfitta all’ultima giornata, ma nello sport non ci sono solo le vittorie. Ad ogni modo conservo un bagaglio di ricordi bellissimi che porterò per sempre con me».

IL LEGAME CON PISTOIA

Tommaso, nella tua carriera hai giocato anche nel Montecatini. Come andò quell’annata?

«Alla grande. Ricordo che all’inizio della stagione 2018-2019, l’obiettivo era centrare una salvezza tranquilla, poi addirittura arrivammo quinti dietro a vere e proprie corazzate. Così come per l’Aglianese, ho mantenuto i contatti anche con i compagni del Montecatini, posso spendere solo belle parole. Tra l’altro so che adesso i biancazzurri stanno facendo un ottimo campionato di Promozione, sono molto contento perché se lo meritano. Dopo ogni partita, infatti, corro ad aggiornarmi su risultati e classifiche. Mi piace continuare a seguire le vicende dello sport pistoiese».

Anche perché fra i dilettanti ci sono anche tuo fratello e tuo cugino…

«Esattamente. Mio fratello Matteo, oltre ad essere avvocato, è anche un giocatore del Monsummano. Mio cugino Gabriele, invece, gioca nei Giovani Via Nova. Per l’appunto domenica si affrontano proprio Monsummano e Via Nova, infatti mi sarebbe piaciuto tantissimo andare a vedere il match. Purtroppo, però, giocando martedì il derby col Cesena in Coppa Italia non mi è possibile tornare. Ad ogni modo quando ho tempo vado spesso ad assistere dal vivo alle partite di mio fratello. Questo perché il legame col calcio dilettantistico, nonostante adesso sia fra i professionisti, è un qualcosa di indissolubile».

Hai detto che tuo fratello fa l’avvocato oltre a giocare a pallone…per te c’è mai stato un momento in cui dover scegliere fra la carriera calcistica e quella lavorativa?

«Sì nel 2016, seppur per un breve periodo, smisi col calcio. Dopo le due retrocessioni con Castelnuovese e Fortis Juventus aprii un locale e iniziai a lavorare lì. Ad un certo punto però mi accorsi che mi mancava troppo il calcio e allora decisi di tornare allo Scandicci in Serie D. Quello è stato sicuramente uno dei periodi più importanti della mia vita, da lì qualcosa è cambiato. Col senno di poi la scelta di riprendere col calcio ha pagato, e non potrei esserne più felice».

Nel tuo futuro c’è il desiderio di tornare a Pistoia in pianta stabile?

«Beh sicuramente a Pistoia ho tutti i miei affetti. Per tanti anni ho vissuto a Larciano, dove tutt’ora torno per trovare la mia ragazza. La mia infanzia è legata a Larciano e al pistoiese, quando ho tempo vado a riabbracciare tutti. Ricordo che il trasferimento all’inizio non fu facile perché significava cambiare completamente routine. La mia famiglia, però, mi ha sempre sostenuto in ogni scelta e questo ha reso tutto più facile. Per il momento voglio cercare di concentrarmi solamente sul Rimini. Mi piacerebbe affermarmi fra i professionisti e costruirmi un mercato in questo campionato».

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