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Calcio / Serie C

Pistoiese, 20 anni fa la vittoria con il Cesena. Andrea Bellini: «Ci davano per spacciati»

Il 15 giugno 2000 la Pistoiese batteva il Cesena 3 a 1 nella prima gara di andata per la permanenza in B: Bellini: «La Nord per noi è stata fondamentale»

Dopo il ritorno in serie B nel contestato spareggio di Cremona contro il Lumezzane, la Pistoiese riesce a salvarsi nella stagione successiva (1999-2000), nonostante i 4 punti di penalizzazione, classificandosi al sedicesimo posto, dopo il doppio spareggio salvezza che condanna il Cesena alla retrocessione in Serie C1.

Era il 15 giugno 2000, esattamente 20 anni fa, quando la squadra guidata da mister Agostinelli, batte nella gara di andata il Cesena tra le mura amiche del Melani, mettendo una prima ipoteca alla salvezza. Tra i protagonisti di quell’impresa c’era anche Andrea Bellini, capitano storico della Pistoiese che vanta un primato assoluto nella storia della squadra arancione.

Un capitano con la C maiuscola, un difensore che ha indossato e onorato la maglia arancione per ben 396 volte, mettendo a segno 25 gol nei campionati di Interregionale, C2, C1 e serie B: «Siamo arrivati a quella partita abbastanza carichi – ha ricordato Andrea Bellini – perchè in quella stagione riuscimmo a riacciuffare un risultato quasi insperato e tutti ci davano per spacciati. Il Cesena in classifica aveva diversi punti in più di noi, ma recuperammo lo svantaggio, conquistando l’accesso allo spareggio per la permanenza in B».

L’Olandesina dopo 15 minuti è già avanti 2 a 0 grazie alle reti di Castiglione e Bellotto. La netta supremazia degli arancioni viene interrotta dalla terna arbitrale che cambia momentaneamente l’inerzia della partita. L’assistente, infatti, segnala un fallo di mano molto dubbio in area di Tramezzani e il direttore di gara indica il dischetto: calcio di rigore per il Cesena con Taldo che accorcia le distanze.

Nella ripresa il Cesena rimane in dieci uomini e mister Agostinelli tira fuori dal cilindro la mossa vincente inserendo Corrado Colombo, autore del 3 a 1: «Nella gara di andata in casa facemmo un’ottima gara, cattiva e determinata. Nonostante l’ottimo risultato, quel rigore realizzato da Taldo, permise al Cesena di aumentare le possibilità di una rimonta nella gara di ritorno che infatti, nonostante il successo fosse a portata di mano, l’ affrontammo in maniera un pò contratta, in un clima particolarmente caldo.

Non facemmo una grande partita, piuttosto impostata prettamente sulla difensiva. David Dei salvò il risultato in alcune circostanze con due o tre parate fondamentali e alla fine riuscimmo a difendere il risultato con le unghie e con i denti portando in fondo la salvezza. Tutto sommato è stata meritata, quantomeno per tutto quello che avevamo fatto nell’arco della stagione. Ci abbiamo sempre creduto.

Anche a cose normali non avevamo molto credito, devo dire la verità. Poi con quei quattro punti di penalizzazione, nessuno ci sperava. Per me è stata l’ennesima soddisfazione da incorniciare ma credo anche per tutta Pistoia, visto che al ritorno c’era una miriade di tifosi ad aspettarci e fu veramente una grande festa».

A proposito di tifosi, quanto sono stati decisivi?

«La Curva Nord per noi è stata fondamentale – ha sottolineato Andrea Bellini – Potrebbe sembrare una delle solite frasi banali, ma quando entravi in campo e vedevi quella massa arancione, c’è poco da fare, ti scattava indubbiamente quel qualcosa in più. Ho saputo della chiusura del settore e sicuramente non avere i tifosi dietro alla porta per i giocatori è un grande handicap.

Il calore del tifo è sempre stato importante, anche negli spareggi: li ho fatti tutti – ha sorriso – dall’Interregionale alla B. Quando entravi in campo e vedevi quella curva piena, ti dava una certa carica e quel qualcosa in più che serviva anche per fare questo tipo di partite. La Nord non si è mai tirata indietro e ci ha sempre dato il massimo, senza farci mancare mai il suo apporto».

Riguardo agli ultimi due spareggi (Lumezzane e Cesena, ndr) con la maglia arancione, Andrea Bellini ha evidenziato quanto sia stata importante la forza del gruppo: «E’ stato sicuramente fondamentale. Senza vergognarsi, dico che abbiamo affrontato quegli spareggi con squadre tecnicamente sempre inferiori alle altre. Questo gap è stato sempre colmato da un gruppo forte, ma non come dicono tanti, nelle cene o perchè andavamo fuori insieme, ma perchè il gruppo era forte sul terreno di gioco.

Sì, proprio sul campo, dove veramente il compagno era la persona più importante in quel momento e dove non ce n’era per nessuno. E noi abbiamo vinto grazie a questo tipo di persone e grazie a quel senso di appartenenza nei confronti della maglia e della città. Se c’è questo tipo di cose puoi fare partire un ciclo. E lo dimostra il fatto che dalla D alla B eravamo 7 ragazzi, sempre i soliti, e da lì abbiamo potuto costruire qualcosa di importante».

Cosa fa oggi Andrea Bellini?

«Alleno lo Zenith Audax di Prato nel campionato di Eccellenza. Oramai ho un rapporto bellissimo con le persone di questa società che va al di la del calcio. Abbiamo un buon impianto con un settore giovanile composto da 500 ragazzi».

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Da sempre pretoriano della tribuna del “Melani”, ama il calcio e crede ancora che una palla a scacchi bianchi e neri possa dettare i versi della poesia d’amore più bella del mondo. Anima blucerchiata e al tempo stesso profondo conoscitore di tutto ciò che ruota intorno all’Olandesina, è a Pistoia Sport dal 2019 dove si diverte un mondo insieme a tanti giovani penne del giornalismo pistoiese.

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