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Basket / Serie A

Ron Rowan-Pistoia, nuovo capitolo di una storia dal legame mai spento

Ron Rowan ai tempi della Kleenex Pistoia

Tra le figure coinvolte nella trattativa con gli investitori americani, ripercorriamo la sua carriera dalle origini fino alle gesta in maglia Olimpia

Manca ormai davvero poco al closing della trattativa tra il Pistoia Basket e gli investitori americani. L’ultima tappa in ordine cronologico è stata rappresentata dal via libera per il passaggio delle quote di maggioranza del club biancorosso al gruppo di cinque imprenditori statunitensi.

Un gruppo il cui volto di riferimento è Ron Rowan, ex giocatore dell’Olimpia Pistoia. Una figura legata fortemente al basket pistoiese, cestista molto amato e ancora oggi ricordato con affetto dai tifosi storici del club. Tra il 1989 e il 1992, Rowan fu punto di riferimento della squadra che conquistò la prima storica promozione in massima serie. In attesa del suo secondo sbarco in città, ripercorriamo la carriera di uno dei migliori cannonieri mai visti sui parquet italiani.

GLI INIZI TRA HIGH SCHOOL E COLLEGE

Ronald Lewis Rowan, per tutti semplicemente “Ron”, è un ex cestista statunitense, di ruolo guardia/ala, con origini irlandesi, professionista sia in NBA che in Europa, dove ha legato fortemente il suo nome all’Italia, Paese in cui ha lungamente militato entrando nella storia dell’Olimpia Pistoia e guadagnandosi un posto speciale nel cuore dei suoi tifosi. Fu la piccola cittadina di New Brighton, ubicata all’interno della Contea di Beaver nello stato della Pennsylvania, a dare i natali a Rowan il 23 aprile del 1962.

La sua carriera cestistica ebbe inizio proprio nel territorio natio, precisamente nella Beaver Falls High School. In seguito ad un anno da senior vissuto da star della squadra con una media stagionale di 26 punti, Rowan si promise all’Università di Notre Dame dove si trasferì a partire dal febbraio del 1981. Dopo due anni nel college dell’omonima città dell’Indiana, Rowan fu sospeso dal proprio coach Digger Phelps che non digerì il suo piano di trasferimento a Penn State. Una scelta che difatti gli costò una stagione quando scaduto il “commitment” poté passare alla St. John’s University.

Nella scuola cattolica privata di Queens, New York City, Rowan si tolse le maggiori soddisfazioni a livello collegiale. Nella Grande Mela passò tre anni, dal 1984 al 1986. Nel suo anno da debuttante alla St. John’s, Rowan fece registrare 28 presenze giocando a fianco di campioni del calibro di Chris Mullin, Mark Jackson, Willie Glass, and Bill Wennington, e la squadra chiuse con il record di 31-4. Uno score pressoché ripetuto nell’annata 1985-86, quella da senior, quando Rowan mantenne una media di 14 punti a gara condividendo il parquet con altri grandi campioni quali Walter Berry e Shelton Jones. L’esperienza a New York si chiuse infatti con un 31-5 e l’ingresso nella top 10 dei migliori realizzatori dalla linea del tiro libero dell’università con l’87,1%. Le ottime prestazioni al college gli valsero così la chiamata al Draft 1987 quando i Philadelphia 76ers lo selezionarono al terzo round con la 67ª scelta totale.

LE CHIAMATE DALL’NBA E LE STAGIONI IN CBA

La sua avventura a Philly però duro pochissimo poiché venne tagliato durante il periodo della preparazione estiva. Rowan ripartì così dalla Continental Basketball Association, una lega minore esistita fino al 2009 paragonabile all’attuale G-League, dove con i colori dei Topeka Sizzlers, squadra del Kansas, conquistò il premio di Rookie of the Year siglando una media di 18.8 punti a gara in 44 presenze. Le nuove brillanti prestazioni gli permisero di ricevere una nuova chiamata dall’NBA, questa volta dai Portland Trail Blazers che lo firmarono con un contratto di 10 giorni per valutarne le qualità. Dopo appena 7 presenze e una media di meno di 2 punti a gara, Rowan lasciò nuovamente il massimo campionato statunitense per far ritorno ai Sizzlers dove chiuse la stagione.

Una serie di delusioni dalle quali, grazie alla sua proverbiale dedizione, Rowan si riprese alla grande, trovando di lì a poco il giusto slancio per la seguente eccezionale carriera da professionista in Europa. Vissuti altri due anni in CBA con i Miami Tropics prima e i Cedar Rapids Silver Bullets, fu la chiamata di Venezia a svoltargli definitivamente la carriera.

L’INCONTRO CON L’ITALIA E L’APPRODO A PISTOIA

Nel 1989 infatti Rowan mise piede per la prima volta nel Paese che cestisticamente rappresenterà un cardine fondamentale della sua vita. In 7 partite con la Hitachi Venezia sfiorò una media di 30 punti a gara ma nonostante i suoi enormi sforzi la squadra non riuscì ad evitare la retrocessione in A2. Bastarono però quella manciata di presenze perché l’allora Kleenex Pistoia decidesse di investire su di lui come punta di diamante offensiva per puntare alla massima serie. Quello con la piazza pistoiese fu un rapporto che sbocciò rapidamente in amore.

Per dare un peso del legame tra Rowan e Pistoia è sufficiente sottolineare come l’Olimpia fu l’unica squadra professionistica in cui giocò per tre stagioni e l’unica in cui rimase per più di un anno consecutivamente. Approdato nel 1989, Rowan restò in Toscana fino al 1992 sbriciolando record su record ed elevandosi come uno dei migliori realizzatori mai visti in Italia, quantomeno a livello della seconda categoria nazionale. Pistoia militava infatti in A2 e, anche grazie al suo contributo, al termine di un super triennio conquistò la promozione in massima serie. Dopo un 7° e un 5° posto in stagione regolare, senza riuscire ad effettuare il salto di categoria nel girone dei play-out, la gioia della promozione arrivò al termine della stagione 1991-92. Al 4° posto in stagione regolare seguì il 2° ottenuto nel gironcino dei play-out valevole la promozione in A1. Rowan trascinò a suon di punti gli allora biancoazzurri mettendo in mostra tutte le sue caratteristiche tecniche e umane.

LA PROMOZIONE IN SERIE A

Era il 10 maggio del 1992 quando l’Olimpia conquistò la prima promozione in A1 della sua storia. Lo scenario fu quello di Napoli, nella cornice del vecchio PalArgento. Guidati da coach Cesare Pancotto in panchina, quella strepitosa formazione con leggende quali capitan Claudio Crippa, Giuseppe Valerio, Luca Silvestrin, Dan Gay e appunto Ron Rowan, per citarne alcuni, sconfisse per 55-64 la Depi.

Anche quella sera, la guardia/ala di New Brighton non tradì, bruciando a ripetizione la retina e confermando precisamente la sua media annuale con 31 punti decisivi a far scattare la festa e le lacrime. Rowan chiuse la prima annata con una straordinaria media di 31.4 punti in 40 presenze (56.2% da 2 e 43.2% da 3), riuscendo persino a fare meglio l’anno successivo toccando i 34.1 punti a gara nelle stesse presenze incrementando fino al 60 la percentuale da dentro l’area. Ancora, come anticipato, oltre 31 di media anche nella terza e ultima stagione a Pistoia coronata con un agognato e meritato successo.

Un cestista pressoché immarcabile, duttile, forte fisicamente e con una mano educatissima da dentro e fuori dall’area. Rowan nei suoi tre anni al PalaCarrara fece registrare una serie di record personali clamorosi come quello di migliore realizzatore della storia della società con 3767 punti in 117 partite alla media di 32.2 a gara e l’incredibile record di 20 tiri da due realizzati in una sola partita, su 25 tentativi, in una Fantoni Udine-Kleenex Pistoia giocata l’8 aprile del 1990 nel campionato di A2, partita in cui realizzò anche il suo personale record in Italia di 47 punti in una singola sfida.

L’AFFETTO PER IL “MARINE”

Oltre che per il talento offensivo e le straordinarie capacità realizzative, Rowan è tuttora caldamente ricordato dai sostenitori pistoiesi per il suo temperamento, la sua determinazione e la sua incredibile professionalità, tanto da non aver mai fatto parlare di sé per episodi extra-campo. Introverso e silenzioso, in campo si trasformava facendo emergere la sua personalità vincente. Unendo a questi elementi un fisico roccioso da 196 cm e quasi 100kg di muscoli e i capelli biondi dorati tenuti a volte anche cortissimi, è facile capire il perché il soprannome “Marineprese presto il sopravvento. Un uomo soltanto all’apparenza duro, il quale è riuscito a farsi apprezzare ovunque sia andato per il suo animo buono e rispettoso.

Alle lacrime di gioia per la promozione ottenuta, si mescolano quelle amare per il suo addio da Pistoia. Terminato un triennio ricco di soddisfazioni e serate indimenticabili, Rowan saluta via Fermi lasciando per sempre il suo nome incastonato nella memoria dei tifosi i quali ancora oggi nutrono grande affetto nei suoi confronti. Da qui parte un girovagare continuo di squadre in cui comunque l’Italia resta tappa apprezzata.

ITALIA FINO AL RITIRO

Rowan passa infatti proprio a Napoli, poi Trapani e Reggio Emilia restando nel Belpaese fino al 1994. Nel suo curriculum vi sono poi esperienze in campionati prestigiosi come quello spagnolo, con Léon e Fuenlabrada, e greco dove militò nel Paok con in mezzo un rapido ritorno in CBA per giocare con i Chicago Rockers. Rowan chiuse la sua carriera in Italia vestendo le casacche di Cantù, Trieste e infine Siena, ancora una volta facendo quello che meglio ha saputo fare su un parquet: segnare. Per un totale di 7324 punti in 286 partite disputate in Italia.

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