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Ciclismo

L’UC Pistoiese presenta il 2021. Panconi: «Obiettivo fare 65-70 gare»

UC Pistoiese Galigani e Bartoli
Leonardo Galigani col consigliere dell'UC Pistoiese Bruno Bartoli (dalla pagina Facebook ufficiale della formazione ciclistica)

L’UC Pistoiese, al suo novantunesimo anno d’attività, riparte con tante conferme e un esordiente pistoiese: Leonardo Galigani

L’Unione Ciclistica Pistoiese riparte forte di un bell’organico e con la speranza di poter contribuire all’ampliamento del calendario. La squadra Under 23 ed Élite presieduta da Andrea Panconi inizierà la stagione 2021 con 13 iscritti, con molti ragazzi confermati e alcuni volti nuovi. Un’abbondanza che potrebbe anche aumentare come ci ha detto Panconi: «Potrebbe esserci un’aggiunta a breve. Tuttavia dobbiamo guardare prima come si evolve la situazione sponsor, perché in un periodo così non possiamo dare nulla per scontato».

CONFERME E NUOVI VOLTI

Tra gli esperti l’UC Pistoiese ha confermato i due stranieri: il colombiano David Camargo e il bulgaro Preslav Balabamov, i quali faranno compagnia a Claudio Longhitano che s’era rivestito d’arancione negli ultimi due mesi del 2020. Tra le principali novità l’unico pistoiese in squadra: Leonardo Galigani. Il giovane di Bottegone, insieme ad Andrea Targioni, Roberto Rocchi e Francesco Franchini, comporrà la batteria dei “primini” della formazione arancione.

Quella dei più esperti invece, oltre ai già citati Camargo, Balabamov, Longhitano e alla fresca new entry Mikel Demiri, sarà completata da Marco Buoncristiani, Michael Cerri, Federico Galli, Enea Meoni e Matteo Moroni.

IL PROGRAMMA DELL’UC PISTOIESE

L’UC Pistoiese cercherà di partecipare ad ogni corsa toscana in calendario, con un paio di eventi fuori regione in eventuale aggiunta. Inizio il prossimo 27 e 28 febbraio con due storici appuntamenti: la Firenze-Empoli ed il circuito La Torre a Fucecchio. Panconi conta di partecipare a circa 65-70 gare, con la conclusione della stagione fissata a metà ottobre col GP Del Rosso e il Ponsacco.

Inoltre, Andrea spera di aggiungere almeno una nuova data: «Siccome a marzo siamo quasi senza gare in Toscana, puntiamo ad organizzare un circuito a Cantagrillo. Un’altra società sta cercando di fare altrettanto sempre nel pistoiese, con tutte le frizioni del caso. Non sarà facile ma voglio essere ottimista».

ANDARE AVANTI NELL’EPOCA COVID

L’organizzazione del calendario è senza dubbio uno dei principali problemi nell’epoca Covid-19. L’UC Pistoiese nel 2020 ha avuto più di un grattacapo tra date saltate e assenze obbligate: «Camargo è come se avesse saltato un anno intero. Purtroppo non poteva muoversi dal suo paese ed abbiamo dovuto fare a meno di lui. L’ho sentito la scorsa settimana e mi ha detto che non vede l’ora di tornare. Speriamo di non aver problemi coi tamponi sia con lui che con Balabamov, visto che ne dovranno fare almeno due prima del ritiro».

Ancora più problematica la situazione sponsor, frenati dall’assenza di pubblico: «Purtroppo con la bolla non possiamo fare altro. La rinuncia al pubblico è l’aspetto più sanguinoso e gli sponsor chiaramente ne risentono. Non avendo ritorni sicuri per loro è un bel sacrificio, perciò ci tengo a ringraziare tutti coloro che hanno rinnovato l’impegno con noi. Speriamo finisca presto questa pandemia».

I GUAI DEL CICLISMO AZZURRO

Per concludere abbiamo chiesto a Panconi qualche sua impressione sul momento difficile dei giovani nel ciclismo azzurro, che secondo lo stesso CT Davide Cassani deve riguardare alcune dinamiche: «Per me c’è troppa fretta di bruciare le tappe. Ultimamente vedo tanti juniores nei grandi team passare nei pro già a 20 anni. Con questo sistema certamente il campione emerge presto, ma di contro in tanti già a 24-25 anni sono costretti a smettere. Per me è troppo prematuro compiere un simile passo a quell’età. Inoltre non mi sembra corretto che le squadre Continental possano schierare ragazzi già abituati ad allenarsi con i pro in gare dilettantistiche dove sono iscritti anche ragazzi al primo anno. Noi formazioni più piccole ci sentiamo come i bambini a cui rubano le caramelle!».

Tra i problemi da non sottovalutare anche lo stress degli stessi giovani rispetto ai colleghi stranieri: «In Italia i ragazzi corrono quasi quattro volte alla settimana. All’estero il programma è molto più flessibile e le società pressano senz’altro meno. Però questo succede anche a livello professionistico. Sono diverse mentalità, ma non so quale delle due sia giusta. Forse un po’ di stress in meno non guasterebbe…».

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Classe '93, laureato in scienze politiche, studi in comunicazione. Appassionato di sport fin dalla tenera età. Tra le discipline più seguite i motori, il ciclismo e ovviamente il calcio.

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