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Basket / Serie A

Valiani e Della Rosa, due capitani e un unico amore

nella foto Della Rosa e Valiani

La città unita nel segno dei capitani di Pistoiese e Pistoia Basket. Valiani e Della Rosa si raccontano su Instagram. L’arancione: «Una gara benefica per unire la città»

Dalle giovanili, alla curva alla fascia di capitano. Un sogno per molti che per Francesco Valiani e Gianluca Della Rosa è diventato realtà. Con gli onori e gli oneri che essere capitani della loro squadra del cuore, Pistoiese Calcio e OriOra Basket, comporta. Ma sentendoli chiaccherare nella divertente diretta Instagram “dalla quarantena”, ospitata dal profilo della Pistoiese Calcio che ha promosso ogni sera l’appuntamento “A casa col capitano”, si capisce che la soddisfazione di rappresentare in campo la propria gente, supera di gran lunga le responsabilità che questo ruolo impone.

Storie diverse, due generazioni a confronto ma con tante cose in comune. La passione per il basket di Francesco Valiani è cosa nota, capita spesso di vederlo in tribuna, mentre “Della” si presenta in videochat con una storica maglia arancione personalizzata. «Proprio quella degli anni in cui son diventato capitano – dice Valiani vedendo la maglia dell’Ac con le righe orizzontali arancio-blu in mezzo indossata dal play biancorosso – nella stagione 2003- 2004 subentrai ad Andrea Bellini. Avevo 23 anni». «Più o meno la mia età» dice a Valiani (classe di ferro 1980), il ventitrenne Della Rosa capitano biancorosso da poco più di un anno dopo la “fuga” di Dom Johnson.

Le domande dei “seguaci” social fioccano. In molti vogliono sapere qual’è stato il goal e il canestro più bello. «Il goal più bello direi che è stato quello all’esordio in serie A a San Siro con la maglia del Bologna contro il Milan – dice Valiani ricordando quella domenica “bestiale” di fine agosto 2008- ma tra i più belli ci sono anche i goal che ho segnato con la Pistoiese al Prato – dice Valiani – il primo in una sconfitta 4-1 ed il secondo segnando il 3-0 alla Bobo Vieri, scartando il portiere che in quell’occasione era Alessandro Matri visto che il vero portiere era stato esplulso».

«Il mio canestro più bello – risponde Della – ma se non faccio canestro dal ’96 (ride, ndr)? Direi le mie due triple contro Venezia in casa (25 marzo 2018). Era il mio primo anno di serie A, entravo e non entravo. Contro i campioni d’Italia, entrai e misi due bombe in fila e alla fine vincemmo».

Sui compagni ed avversari più forti, Valiani con la sua lunga carriera ha l’imbarazzo della scelta. «Il compagno più forte, Crespo al Parma – dice il capitano arancione – anche se ora che ho detto così Alino (Diamanti, ndr) si arrabbierà. Avversari? Troppi. L’Inter del Triplete, Ibrahimovic, Eto’o, Pato che aveva 19 anni e faceva le fiamme. Ma anche Alexi Sanchez dell’Udinese, quando correva sembrava non toccare terra».

«L’avversario più forte per me è Mike James – risponde Della – l’anno scorso a Milano, quest’anno al CSKA Mosca. Forse è più basso di me, ma ha due spalle impressionanti. Il compagno di squadra che più mi ha impressionato, anche se venne qui a fine carriera, Jamon Gordon. La spiegava a tutti…camminando».

Poi naturalmente, vista la militanza in curva, c’è curiosità di capire qual’è stata la trasferta più bella da tifosi: «La mia primissima trasferta- dice “Della”- il derby contro Montecatini, l’ultimo, quello che non finì (Legadue, 2007/2008). Eravamo tantissimi da Pistoia. Invece poi ricordo bene che partimmo in dieci per Brindisi nell’anno della finale promozione, al seguito della squadra in cui c’erano Galanda, Bobby Jones…Una trasferta epica, facemmo anche il bagno».

«Naturalmente la più bella trasferta per me è stata quella a Cremona del 1999, la promozione in serie B – dice Valiani – ero già nelle giovanili. Poi ricordo una trasferta a Salerno, sul pullman ho visto cose che non avevo mai visto in vita mia…(ride, ndr)».

Molto appassionati di sport, entrambi dicono che diventando professionisti, cala il tifo per le altre squadre che magari poteva esserci prima. A parte…quella vecchia calda passione per l’Aquila fortitudina. «Ci sono cresciuto – dice Valiani – con la Fortitudo più forte. E quando ho giocato a Bologna, ammetto di essermi schierato».

Sotto la scarica di cuoricini social che si sono guadagnati, Valiani e Della si sono dati un appuntamento e un obiettivo. Portare avanti il sogno di quel padre che per tutti gli sportivi pistoiesi è stato Robertone Maltinti: «Una perdita complicata con cui convivere» dice il play biancorosso. «Il mio obiettivo, quello che mi piacerebbe tanto – chiude Valiani – sarebbe riportare la Pistoiese in serie B prima di smettere. E vorrei fare qualcosa per unire ancora di più la città a livello sportivo. Magari potremmo fare una bella gara di beneficenza a squadre miste?». Proposta che, come PistoiaSport, ci sentiamo di sposare per festeggiare – magari – la fine dell’incubo Coronavirus.

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Innamorata delle parole, che sono centrali nella sua “dolcemente complicata” vita professionale. In primis per raccontare il basket e lo sport, dalle colonne de Il Tirreno (con cui collabora dal 2003) alle pagine web di Pistoia Sport (che ha contribuito a fondare). E poi come insegnante di italiano agli stranieri.

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