L’ultimo si è giocato nove stagioni fa in Legadue, a distanza di quattro anni da quello precedente in serie B che tornò dopo ben 7 anni dall’ultimo campionato in cui la grande sfida si giocò in A1 (1994/1995). Eppure nonostante la storia recente del basket della provincia di Pistoia ne abbia solamente assaggiato l’aria, non esiste un’altra parola migliore di “derby” per spiegare una passione viscerale come quella per la pallacanestro in questo pezzo di Toscana.
Una regione che nelle sfide di campanile si è sempre esaltata, sottocanestro come su un campo di calcio. Ogni città ha il suo “derby” e da queste parti, nelle vicinanze di una retina appesa a poco più di 3 metri da terra, è solo uno: Pistoia- Montecatini.
Ventisette precedenti ufficiali tra serie B, A2 e A1 dove il derby si è giocato per tre stagioni consecutive (dal ‘92 al ‘95): il contro finale dice 17 vittorie per Pistoia contro 10 di Montecatini, di cui 6 vittorie su 7 nelle massima serie per l’allora Olimpia contro lo Sporting Club, denominazioni che hanno fatto la storia, cambiate negli ultimi 4 atti in cui si sono sfidate Pistoia Basket e Rb Montecatini.
A non cambiare negli anni, dagli albori di una sfida necessaria per tatuare sul cuore della provincia la palla a spicchi, l’entusiasmo e il seguito dalle due parti del Serravalle. In un clima unico che manca un po’ anche allo splendido presente di Pistoia, figuriamoci alla Montecatini che faticosamente cerca di risalire. Sarà per questo che quando il derby non c’è, lo si cerca in qualsiasi cosa gli assomigli: ecco che la sfida contro Cantù al PalaCarrara diventa l’occasione per “salutare” alla vecchia maniera i cugini gemellati con i brianzoli. Ecco che quando passa per via Fermi qualche protagonista rossoblù dei derby passati, l’accoglienza “personalizzata” è assicurata, soprattutto se di nome fa Mario e di cognome fa Boni come nella super sfida promozione per la Legadue tra Pistoia e Casalpusterlengo (2007).
Ecco che nasce una coreografia (anche animata) per una partita di serie C, da cui Montecatini riparte, sfidando anche Bottegone che tra i picchi della sua storia finita mestamente (ad alti livelli) in questa estate, può vantare la vittoria di Allegria e soci sui rossoblù di Niccolai junior (serie C, 2010/ 2011). Un ritorno in via Fermi, quello della squadra termale, “salutato” dai tifosi di Pistoia con tanto di incenso e candele in una sorta di estrema unzione alle varie società di basket che si sono succedute a Montecatini fino al recente crack della Rb. Oppure ecco che, quando Pistoia gioca in diretta tv, c’è sempre qualcuno dalla curva che alza il due aste e chiede al “gufo termale” di “cambiare canale”.
Possono passare gli anni, cambiare le categorie ma l’adrenalina del derby non passa mai. Tenendo in vita una passione che, anche negli anni difficili da una parte o dall’altra, mantiene la provincia di Pistoia tra quelle ad alta densità cestistica. Ripercorriamone la storia.
GLI ALBORI
La prima assoluta del derby in serie B è datata 1984/ 1985, quando in un contesto importante come l’allora terza serie italiana arriva una sfida che ha già infiammato anni di gare tra serie D e C.
E’ 2-0 di vittorie per la Maltinti, mentre l’anno dopo vede le squadre ottenere una vittoria per parte, facendo leva sul fattore campo. Auditorium naturalmente per i biancorossi spinti dai Redskins, Palavinci per i termali che di lì a poco (stagione ‘86/’87) avrebbero ottenuto una storica vittoria in via Panconi (88- 96) in cui la metà dei punti rossoblù li segnò un ragazzino diciottenne, montecatinese doc, che risponde al nome di Andrea Niccolai.
Insieme al “gemello” Boni, Niccolai segnerà la storia del derby dalla parte di Montecatini, così come Rowan, Crippa e Forti lo faranno per Pistoia.
Le due squadre salgono insieme in A2. Ironia della sorte, in quella magica stagione, sarà proprio Niccolai a segnare il canestro vittoria per Montecatini a Perugia, che consente alla Maltinti di Salerni di giocarsi (e conquistare) il salto di categoria nella mitica serata di Arese.
Arrivano i primi grandi americani della storia delle due società e i loro nomi entrano subito negli annali del derby, a suon di record. Si gioca a Firenze e Lucca, perché gli attuali palazzetti sono in costruzione, e le due squadre si graffiano a vicenda in trasferta. A Firenze è Montecatini a passare con 36 punti di Rod Griffin, che annulla i 45 di Joe Bryant per Pistoia. A Lucca il babbo di Kobe trascina l’Olimpia al successo e fa l’aereoplanino ai tifosi rossoblù, gesto che il trio Boni- fratelli Niccolai emulerà negli anni a parti invertite, mettendo una bella dose di pepe sulla sfida.
Il primo anno da Kleenex e l’apertura dell’allora PalaFermi è festeggiato con due vittorie pistoiesi nei derby (tra le prove super di Bryant e Douglas e il sanguigno confronto tra il Samurai Lanza e Mitraglia Boni). Il ritorno è segnato da quella schiacciata sbagliata da Howard che poteva dare la vittoria a Montecatini e che invece diventò il getto sfottò per i derby successivi da parte dei tifosi pistoiesi.
Il ‘90/ ’91 vede Montecatini vincere entrambi i derby nella stagione regolare, ma nei playout arrivò il 2-2 pistoiese con due squilli della squadra al primo anno allenata da Cesare Pancotto, in cui Ron Rowan segnò rispettivamente 36 e 39 punti. Già perché il derby proiettava un’altra dimensione sulla classifica, dava un ulteriore obiettivo stagionale alle due squadre: vincerlo voleva già dire giocare una stagione soddisfacente. Arrivare prima dell’altra, poi…sublime.
GLI ANNI D’ORO
Quattro stagioni magiche, dal ‘91/’92 quando le due squadre sono promosse in A1 (ancora una volta insieme) al ‘94/’95. Quattro campionati in cui il derby porta luci e clamori sulla basket valley della provincia di Pistoia. Grazie ai ripetuti “tutto esaurito”, alle coreografie degli Untoucheables che dipingono la curva Pistoia e naturalmente alle prodezze dei protagonisti in campo.
L’ultimo anno di A2 è quello di Mario Boni mattatore con quella sequela di cinque triple da paura in faccia all’avversario, per 33 punti finali in 21’ (prima di uscire per infortunio), decisivi per il 93- 90 con cui Montecatini espugnò il PalaFermi. Il bis al ritorno avvicinò i rossoblù alla serie A1, conquistata anche dalla Kleenex di capitan Crippa a Napoli.
Ai piani altittimi è Pistoia a mettere più spesso il suo marchio sul derby: il primo nella massima serie la Kleenex lo vince 84- 80, grazie alla “doppia doppia” di Dan Gay (16 punti e 14 rimbalzi) e Joe Binion (13+15). Numeri che dicono da soli quanto questi giocatori potessero spostare gli equilibri. Pistoia vince i due derby successivi, il ritorno e il primo della stagione ‘93/’94, gara con tre giocatori intorno ai 30 punti. I 35 di Boni sono spazzati via dal trentello di Andrea Forti e dai 29 di Binion. Se la “Mitraglia” termale è sempre stato uno spauracchio per Pistoia, per uno strano destino, l’unico derby che Montecatini vince in A1 è senza Boni che salta il ritorno, per la squalifica per doping, vinto dai termali 78- 76.
Con tre derby nel campionato ‘94/’95, tutti vinti da Pistoia (con Stephen Howard protagonista), la super sfida saluta la serie A1 da cui Montecatini esce mentre l’Olimpia vi rimarrà per altri quattro campionati prima della vendita del titolo sportivo.
LE ULTIME SFIDE
Entrambe le squadre ripartono con un nuovo nome dal basso, le due piazze scosse dal recente passato dorato e un presente difficile, si fanno trovare però prontissime al ritorno del derby nella stagione 2002/ 2003. E’ il campionato di B d’eccellenza, dove la Caripit Pistoia Basket è una matricola mentre l’Rb ha allestito una squadra molto competitiva. I biancorossi sul campo non sembrano da meno visto che, nonostante il ko nel derby dell’andata al PalaFermi, la pepata squadra allenata da un giovanissimo Fabio Bongi si presenta al ritorno al PalaTerme come degna rivale della corazzata termale allenata non a caso dall’esperto Marco Calvani. Pistoia comanda le danze per 38’ spinta dall’estro di Cattani e Bonaccorsi e dalla gioventù di Giambene e Toppo (al primo anno in biancorosso) ma è punita dal ritorno finale di Cessel e Niccolai junior. Il fischio finale provocherà, oltre a censurabili tafferugli in campo e fuori, la crisi di quella squadra biancorossa a cui di certo non mancavano personalità e talento. Bongi ne fa le spese con un esonero che lo porta a far esperienza altrove, per poi tornare anni dopo e diventare un pilastro dello staff tecnico biancorosso.
Montecatini vola in Legadue, Pistoia la raggiunge qualche anno. Con la magica notte di Osimo (maggio 2007), la Power Dry sale di categoria e ritrova il derby. I biancorossi di Lasi e capitanati da Matteo Bertolazzi sono di nuovo una matricola terribile e l’Agricola Gloria se ne accorge: il derby di dicembre, trasmesso dalla Rai quasi in segno di rispetto verso il ritorno di una grande sfida, è biancorosso. Finisce 82- 70 con la doppia doppia sfiorata di Oscar Chiaramello (13+9) e il grande secondo tempo degli americani Tyler (17) e Davis (32), ma a permettere a Pistoia di rimettersi in scia dei termali in avvio di terzo quarto sono i siluri di Teo Bertolazzi. E’ tripudio pistoiese in quello che può essere considerato l’ultimo vero derby, visto che quello di ritorno finì nella marea di carta igienica lanciata dalla curva rossoblù, provocando la sospensione della partita e la vittoria a tavolino di Pistoia. Una pagina con poco sport che nulla c’entra con lo spettacolo del derby.