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Calcio / Serie D

Aglianese, cosa succede? Errori in difesa e pochi ricambi, neroverdi in crisi

L’ultimo periodo negativo ha cancellato quanto di buono fatto ad inizio 2024: Aglianese involuta e obiettivi stagionali ormai sfumati

La sconfitta casalinga contro il Carpi, la quarta consecutiva, ha lasciato indubbiamente il segno. E non soltanto a livello di atmosfera generale, con le speranze di accedere ai play off ormai attenuatesi quasi del tutto, ma anche per quel che riguarda le dichiarazioni che hanno seguito la partita. Dopo il triplice fischio dell’arbitro, infatti, mister Baiano si è prestato come di consueto alle domande della stampa, mandando però più di un segnale con le sue parole. 

INVOLUZIONE DIFENSIVA

Il tasto su cui ha ribattuto maggiormente il tecnico campano è stato quello riguardante le sempre più frequenti disattenzioni difensive. Se c’era una qualità che anche nei momenti più bui della stagione era stata riconosciuta all’unanimità all’Aglianese, quella era la grande compattezza dei neroverdi, praticamente imperforabili soprattutto fra le mura amiche. Da un po’ di tempo a questa parte, invece, la musica sembra essere inspiegabilmente cambiata, con errori evitabili che hanno spesso compromesso intere partite. La rete subita col Ravenna, due delle tre contro la Victor San Marino, le due inflitte a Marino e compagni dallo stesso Carpi…tutte frutto di amnesie che, a questi livelli, si pagano caro. 

Oltre a domandarsi il perché l’Aglianese non sia riuscita in queste ultime settimane a invertire la rotta, ci sarebbe anche da chiedersi i motivi di un’involuzione simile. In tal senso anche la condizione fisica ha probabilmente influito tanto, dato che indubbiamente durante le prime uscite del 2024 le energie impiegate erano state parecchie. Alla lunga, venendo contemporaneamente venir meno determinati obiettivi, è ipotizzabile che ci sia stato un calo generale. In quest’ottica, non avere una rosa particolarmente profonda potrebbe non aver facilitato le cose a Biano. Così come durante il girone d’andata, infatti, anche in quello di ritorno l’Aglianese si è schierata quasi sempre con lo stesso undici, facendo pochissime modifiche se non quando quest’ultime erano strettamente obbligatorie. 

POCHI CAMBIAMENTI

Forse proprio quello arretrato, con l’alternanza in porta e la titolarità conquistata da Fiaschi ai danni di Pupeschi, è stato il pacchetto in cui si sono visti un po’ più di cambiamenti. Nelle altre zone del campo, però, ben pochi. Escludendo le tre giornate in cui è stato squalificato, Remedi ha sempre giocato dall’inizio, così come Marino e Grilli. Silvestro, acquistato in inverno dalla Pistoiese, ha infatti avuto pochissimo spazio, allo stesso modo di Perugi, che ad inizio stagione era stato invece impiegato parecchio. Per non palesare poi di Sow, promettente mezzala buttata nella mischia unicamente nei minuti finali.

Mai in panchina, invece, gli instancabili Maloku e D’Ancona, perennemente in campo ma, ad onor del vero, anche perennemente tra i migliori. Anche lì davanti, poi, la musica è stata sempre la stessa, con Mascari e Della Pietra che però, dopo un avvio di 2024 scintillante, si sono un po’ opacizzati. Per quanto concerne le seconde linee, Poli non ha mai dato grandi certezze (con la prova contro il Carpi a testimoniarlo), mentre Vanni, che da subentrato ha fatto vedere cose interessanti, probabilmente non ha mai avuto e non può avere i novanta minuti nelle gambe anche per ragioni anagrafiche.

E QUELLA FRASE DI BAIANO…

Questo cosa ci dice? Che forse, in fase di mercato, alcuni elementi sono stati considerati più validi di quel che realmente abbiamo dimostrato di essere nel corso del campionato, con determinati acquisti rivelatisi poco fruttosi a livello di resa in campo. E seguendo questo ragionamento, ritornano nuovamente in mente le parole di Baiano nell’ultimo post partita. Alla domanda riguardante le cause che hanno relegato l’Aglianese a metà classifica dopo aver annunciato in estate di voler raggiungere la Serie C, infatti, il tecnico campano ha risposto: «La dirigenza aveva costruito una squadra per vincere, salvo poi ritrovarsi in lotta per non retrocedere».

Fin dall’inizio, quindi, qualcosa è andato storto, creando un cortocircuito fra sogni i di gloria da una parte e una ben più dura realtà quotidiana dall’altra. Solo nel periodo gennaio-febbraio i neroverdi hanno lasciato intravedere ciò di cui erano realmente capaci, con l’ecatombe delle ultime settimane a testimoniare che però a mancare più di ogni altra cosa a questa formazione fosse la continuità di risultati, fattore imprescindibile per performare ad alti livelli. 

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